Ci sono diversi tipi di confusione; quello più conosciuto è quando non sai cosa diavolo stia succedendo. Ti senti così sperduto e tutti i pezzi del puzzle non hanno un senso perché non hai idea di quale sia l'immagine. Mancano le informazioni a riguardo e niente sembra avere un senso per te, al contrario, per tutti quelli che ti circondano, non potrebbe essere più chiaro di così. E poi, esiste sempre l'opposto.
La confusione che ti colpisce quando l'immagine è già completa. L'immagine è proprio davanti a te, a fissarti; essa è limpida come la luce del giorno, ma non ricordi come si siano incastrati i pezzi del puzzle e soprattutto, non conosci il significato. Penso che Harry si sia sentito così in quel momento.
Sua madre era viva. Io e Luchesi non avremmo mai detto una bugia del genere. Lui capiva che lei fosse ancora su questo pianeta, ma non sapeva come. Non sapeva come fosse riuscita a fuggire dal loro padre, senza lasciare alcuna traccia. Non sapeva come avesse fatto a trovarsi un luogo in cui vivere senza essere importunata per essere la moglie di uno dei membri della gang. Niente aveva senso per lui.
Mi uccideva vederlo così, mentre cercava di trovare un senso a quella situazione. Per un istante, avrei quasi voluto dirgli che lo stessi solo prendendo in giro. Dirgli che tutto ciò che avevo detto fosse uno scherzo, solo per vedere quella sua espressione straziante sul volto, ma non potevo. Non avrei mai osato mettermi in mezzo a una donna e suo figlio.
Il suo corpo indietreggiò leggermente, la sua fronte era aggrottata per la confusione, completamente colto di sorpresa dalla notizia. Riuscivo a vederlo elaborare teorie e ipotesi su come facesse ancora a essere viva. Poi, schiuse le labbra e cominciò a parlare.
"Arabella, entra dentro," mi ordinò Harry, girandosi verso Luchesi e stringendo i pugni. Aggrottai la fronte per la strana richiesta.
Prima che potessi rispondergli, Harry si avvicinò a Luchesi e lo spinse a terra, nel balcone. Iniziò a tirargli dei pugni, mentre i due fratelli iniziavano a picchiarsi. Harry se la cavava abbastanza bene, dal momento che fosse più robusto di Luchesi, il quale cercò di proteggersi con un pugno, ma fu inutile, Harry era molto più forte. Non appena realizzai di essere rimasta lì impalata, a guardare i due fratelli fare a botte, cercai di attirare la loro attenzione.
"Harry, smettila!" Gridai, correndo verso i due uomini a terra. Non avevo mai assistito a una rissa prima d'ora, figuriamoci se fossi in grado di interromperne una.
Tirai Harry dalla maglia, cercando di farlo spostare dal corpo di Luchesi, senza avere successo. Vi era troppa adrenalina nell'aria; vi era sempre stata una strana pressione tra i due, e in quel momento, Harry stava finalmente scaricando tutti i suoi nervi e tutto ciò che io potessi fare, era sperare che ne uscisse fuori solo con qualche graffio e livido.
Il pugno destro di Harry, che sembrava essere quello più dominante, venne sganciato sul naso di Luchesi, provocando un forte crack. Del sangue cominciò a fuoriuscire dal suo ormai naso rotto, ma ciò non intimidì nessuno dei due. Luchesi riuscì ad avere la sua rivincita, colpendo Harry sulla mandibola.
"Figlio di puttana!" Gridò Harry. "Come ti è venuto in mente di dirle una bugia del genere?" Urlò, facendomi paralizzare.
Cosa? Pensava che Luchesi mi avesse mentito? Luchesi mi aveva mentito? No, sicuramente no, dal momento che io stessa avevo incontrato la madre. Harry pensava che Luchesi l'avesse fatto solo per farlo soffrire, ma in quel momento era Harry stesso a farsi del male. Sospirai e tirai nuovamente Harry dalla maglietta.
"Harry! Non sta mentendo! Ti prego, smettila!" Urlai, ma Harry continuò con ancora più forza.
"Ti distruggo, cazzo!" Gridò, avvolgendo le mani attorno al collo di Luchesi e cominciando a soffocarlo. Il povero Luchesi cominciò ad emettere suoni di soffocamento.
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Excessive (Italian translation)
Fanfiction"Ormai è da un po' che ti sto osservando, amore mio," sussurrò profondamente nel mio orecchio. "Perché mi stai facendo questo?" Squittii, provocando una risatina da parte sua. "Perché," disse, facendo scendere le sue mani, dapprima poggiate contro i...