Quando mi svegliai la mattina seguente, Harry stava ancora dormendo nel mio letto. Non ero affatto entusiasta della cosa, ma ero felice di vedere che avesse mantenuto le sue distanze. Mi alzai dal letto e ansimai, prima per il dolore e dopo per la mancanza di vestiti sulle mie gambe.
La prima cosa che riuscii a trovare, nella camera disordinata, fu un paio di leggins che avevo indossato il giorno prima, ma poco mi importava. Li infilai e rabbrividii per il dolore al sedere. Per quanto tempo mi avrebbe fatto male?
Dopo aver coperto le gambe, tornai a guardare Harry, che non si era mosso di un centimetro. Sospirai di sollievo e posai le mie mani sui fianchi. Sarei potuta andare di giù a preparare la colazione, ma l'odore di cucina lo avrebbe fatto svegliare e io avevo bisogno di stare un po' da sola.
Mi diressi verso il balcone, lo aprii lentamente e uscii fuori. La fredda aria di Ottobre mi colpì immediatamente, rinfrescando i miei sensi. Chiusi le ante del balcone, lasciandole leggermente aperte per fare arieggiare un po' la stanza.
Incrociai le braccia e le poggiai sulla ringhiera; oggi faceva più freddo del solito, Novembre era ormai alle porte. Tra non molto avrei avuto bisogno di vestiti invernali ma neanche per sogno avrei chiesto ad Harry di portarmi a fare shopping.
Ripensai al comportamento che aveva avuto la scorsa notte. Era stato così calmo e silenzioso. Aveva ponderato ogni parola, senza permettere alla rabbia di parlare al suo posto, assicurandosi anche che io ascoltassi tutto. Quella notte si era comportato in modo davvero strano, forse a causa alla mia reazione dopo essere stata punita.
Era venuto a dormire nel mio letto, cosa che io disapprovavo assolutamente ma, ovviamente, era lui a comandare in questa casa. Se avessi protestato, mi avrebbe probabilmente sculacciata di nuovo; non avrei mai voluto che lo facesse di nuovo.
La cosa che mi aveva scioccato maggiormente era come si fosse intrufolato nel mio letto, senza neanche accertarsi se io stessi dormendo o meno. Se non fossi stata stanca, gli avrei sicuramente urlato contro e avrei cercato di farlo andare via, ma lo ero ed era inutile sprecare altre energie.
Parlando del diavolo, la porta dietro di me scricchiolò e girandomi, lo trovai lì in piedi a guardarmi. I suoi occhi si spalancarono per il freddo che gli colpiva il torso nudo. Uscì completamente fuori e chiuse le ante del balcone.
"Hai lasciato le ante aperte e ho sentito freddo," disse, avvicinandosi e assumendo la mia stessa posizione.
"Avevo bisogno di prendere una boccata d'aria," dissi, senza guardarlo negli occhi."Ti dispiace se mi fumo una sigaretta?" Mi chiese, tirando fuori un accendino e una sigaretta dalla tasca.
"Come se non lo avessi mai fatto prima," dissi, facendolo ridere.
"Beh, signorina, questo è il suo balcone e non mi permetterei mai di appropriarmi della sua proprietà," disse, con un sorriso sarcastico prima di posizionare la sigaretta tra le labbra.
"Come non ti sei permesso di farlo con il mio letto?" Chiesi, con un sorrisetto. Lui rise ed esalò la nicotina.
"Speravo di svegliarmi e andare via dalla stanza prima che tu te ne accorgessi," disse, tenendo la sigaretta tra le dita.
Non importava quante volte lo avessi visto fumare, non mi sarei mai abituata al modo in cui le sue labbra carnose e rosse avvolgevano la sigaretta prima di incresparsi per inspirare il fumo. Ogni volta che fumava, lo stress sembrava lasciare il suo corpo, rilassandolo completamente.
"Perché sei venuto nel mio letto?" Domandai, mentre lui riportava la sigaretta tra le labbra.
"La poltrona era scomoda e per nulla al mondo avrei dormito per terra nella mia fottuta casa," disse, ogni parola seguita da un batuffolo di fumo.
"Ti prego, non farlo più. Non ero del tutto vestita e mi sentivo assolutamente a disagio, sapendo che tu fossi lì," affermai, facendogli capire che non gliel'avrei più permesso.
"Ti faccio sentire a disagio?" Mi chiese, conoscendo esattamente la risposta.
"Sì, molto," risposi.
Prese un altro tiro dalla sigaretta, prima di esalare il fumo nell'aria fresca e pungente. Osservai il fumo disperdersi nell'aria, prima che lui riportasse la sigaretta tra le dita. La sigaretta si trovava proprio di fronte a me e, per un piccolo istante, avvertii il bisogno di farvi un tiro.
Non avevo mai pensato che fumare fosse attraente. Mio padre e i miei fratelli fumavano sempre, ma io odiavo la puzza e il fumo che avvolgeva tutta la casa. Harry sicuramente fumava un altro tipo di sigarette ma, per qualche strana ragione, volevo provarci.
"H-harry?" Domandai a bassa voce, sentendomi immediatamente nervosa. Lui posò lo sguardo su di me, cercando di leggere la mia espressione. Le sue labbra si incurvarono in un sorrisetto prima di parlare. "Posso, uhm. . .ti dispiace se io-" Iniziai a dire.
"Vuoi fare un tiro, vero?" Mi chiese, mentre io annuivo lentamente.
Lui sorrise e scosse la testa. Girò il suo corpo in modo tale da guardarmi dritto in faccia, prima di avvolgere il suo braccio attorno la mia vita. Il respiro mi si smorzò in gola mentre il suo torso nudo accarezzava il mio corpo. La sigaretta si trovava nella sua mano sinistra, mentre quella destra mi stringeva il corpo. Mi guardò per un po' prima di spiegarmi cosa fare.
"Devi semplicemente inspirare, trattenere il fumo per un secondo e poi lasciarlo andare," disse, facendomi annuire.
Le mie dita si allungarono per prendere la sigaretta, solo per realizzare che lui l'avesse già portata vicino le sue labbra, invece delle mie. Okay, forse mi stava solo facendo vedere come fare. Fece un tiro dalla sigaretta e poi la posizionò tra le dita. Prima che potessi afferrarla, le sue labbra si scontrarono contro le mie.
Ansimai per il bacio, mentre lui mi passava tutto il fumo nella bocca, per poi finire nei polmoni. Indietreggiò leggermente per guardarmi, mentre io tenevo la mia bocca serrata. Il fumo mi aveva riempito il petto e mi sentivo soffocare. Cosa mi aveva detto che dovevo fare?
"Ara, esala," mi disse.
Aprii la bocca e lasciai che il fumo fuggisse dai miei polmoni. Lui sorrise e chiuse gli occhi, dal momento che tutto il fumo lo colpì in faccia. Iniziai a tossire per il fumo rimasto nei miei polmoni. Con la sua mano, diede dei colpetti sulla mia schiena, prima che io riprendessi il controllo del mio respiro.
"Ti è piaciuto?" Mi chiese, con un sorriso sulle labbra.
"Assolutamente no. Quella cosa fa schifo e soprattuto male," dissi, facendolo ridere rumorosamente.
La sua mano restò poggiata sulla mia schiena, prima di lasciarmi un bacio sulla fronte. Ansimai leggermente, facendolo allontanare e realizzare cosa stesse facendo. Ritrasse immediatamente la sua mano dal mio corpo, mentre le sue guance si coloravano di rosso.
Gettò la sigaretta al di là della ringhiera, senza neanche preoccuparsi di spegnerla. Poi, tornò a guardami con un'espressione confusa.
"Devo andare a prepararmi," mormorò, allontanandosi velocemente da me e rientrando in camera.
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Excessive (Italian translation)
Fanfiction"Ormai è da un po' che ti sto osservando, amore mio," sussurrò profondamente nel mio orecchio. "Perché mi stai facendo questo?" Squittii, provocando una risatina da parte sua. "Perché," disse, facendo scendere le sue mani, dapprima poggiate contro i...