"We all carry these things inside that no one else can see. They hold us down like anchors. They drown us out at sea. ( Tutti ci portiamo dentro queste cose che nessun altro può vedere; ci trattengono come ancore, ci fanno annegare nel mare.) " - Bring Me To The Horizon.
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Ansia.
Da piccola non avevo mai dovuto farci i conti. Mia madre ne soffriva da quando era nata, ma non avevo mai capito il perché. Dopo aver appreso la vera storia di mio padre e dopo aver scoperto chi fosse veramente, avevo pensato fosse questa la ragione principale per cui lei fosse sempre ansiosa. Magari mi sbagliavo, ma qualunque cosa fosse a renderla così ansiosa, aveva fatto sì che anche io diventassi come lei.
Odiavo l'ansia. Ogni cosa che facevo era accompagnata dalla paura che qualcuno mi urlasse contro e mi facesse notare i miei errori. Incontrare gente nuova mi terrorizzava, soprattutto perché la maggior parte delle persone che avevo conosciuto finora possedeva delle armi. Ma sapevo che non c'era niente che potessi fare, potevo cercare di ignorarla, ma non ci sarei riuscita davvero, visto la sua intensità; non riuscivo a controllarla minimamente.
Non si può davvero cambiare l'educazione che si riceve da bambini. Non si può controllare il comportamento delle persone che ci circondano. Non si possono controllare i sentimenti delle persone che ci amano e quelli delle persone che ci odiano. Cerchiamo sempre di adattarci a tutte le cose presenti nella nostra vita, ma non siamo in grado di alterare il modo in cui siamo stati messi al mondo e neanche le persone che ci circondano.
Ero cresciuta in una famiglia patriarcale; mia madre aveva sempre e solo svolto faccende di casa; puliva, cucinava, e stirava; una situazione simile a quella mia attuale. Mio padre rimaneva fuori casa, per lavoro, dalle sei del mattino alle sei di sera. Nessuno di noi era mai andato regolarmente a scuola. Mio padre mi diceva che tutto ciò che dovevo imparare lo potevo tranquillamente apprendere da mia madre e, a quei tempi, non capivo davvero cosa volesse dire. I miei fratelli andavano al lavoro con lui, per portare avanti il nome della nostra famiglia.
Quando ero più piccola, non sapevo che la mia famiglia fosse diversa, non ne capivo il motivo, e forse neanche ora. Non capivo il motivo per cui io e mia madre non potessimo mai uscire di casa, senza essere accompagnate da uno dei ragazzi. Non capivo il motivo per cui i miei fratelli avessero iniziato a guidare all'età di quattordici anni mentre io avevo dovuto aspettare i sedici. E soprattutto non concepivo il fatto che i miei fratelli, a tredici anni, potessero bere alcool con mio padre, quando invece a me non era consentito nemmeno un sorso.
Era tutto strano per me e non mi ero mai permessa di fare domande a riguardo poiché, l'unica volta in cui lo avevo fatto, mio padre si era arrabbiato e mi aveva ordinato di ritornare in camera mia. Dopo quella volta, ero troppo spaventata dal finire in guai più seri per riprovarci, così non lo feci. Ma la situazione peggiorò col passare degli anni. Man mano che i giorni passavano, il mio ruolo diventava sempre più chiaro. Dopo la morte di mio padre, i miei fratelli presero il controllo della situazione.
Appena tornavano a casa, io e mia madre avevamo già preparato loro da mangiare, per saziare i loro stomachi affamati. E così fu, fino a quando non andarono a lavorare in un'altra città. Dopo di che, non avevamo nulla da fare se non preoccuparci. Certo, ci chiamavano e tutto, ma non era mai abbastanza. Era spaventoso; avevamo già perso un membro della nostra famiglia, l'ultima cosa di cui avevamo bisogno era perderne altri due.
Andammo avanti con le poche cose che ci erano rimaste dopo la morte di papà. Pensavo che la nostra vita fosse normale e che tutti avessero dei problemi, ma mi sbagliavo di grosso. Crescendo, avevo avuto solo un piccolo assaggio del motivo per cui la mia vita fosse così. Mia madre doveva obbedire a mio padre così come facevamo noi, e se non lo avesse fatto, avrebbe portato solo altro stress sulle spalle di papà.
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Excessive (Italian translation)
Fanfiction"Ormai è da un po' che ti sto osservando, amore mio," sussurrò profondamente nel mio orecchio. "Perché mi stai facendo questo?" Squittii, provocando una risatina da parte sua. "Perché," disse, facendo scendere le sue mani, dapprima poggiate contro i...