Prima di lasciarvi leggere questo capitolo, volevamo puntualizzare, così come ha fatto l'autrice, che quella che state leggendo è una fan fiction, quindi qualsiasi cosa detta/fatta dai personaggi presenti nella storia NON è reale. In questo libro, i ragazzi non sono dei principi azzurri e roba simili, quindi è inutile scrivere 'il mio * inserisce nome* non farebbe/direbbe mai una cosa del genere', you don't say?!?!?? Si tratta di una storia inventata da una persona, e sicuramente capirete, dopo aver letto il capitolo, il motivo di questa sorta di nota, la quale varrà anche per i prossimi capitoli, ovviamente.
Inoltre, volevamo scusarci per l'attesa, ma per noi universitari, questo è il periodo degli esami, aka periodo di pianti, stress, occhiaia e zero vita sociale. È davvero difficile trovare del tempo libero, ma cercheremo di non farvi aspettare molto per il prossimo capitolo.
Detto questo, buona lettura, x
p.s. l'immagine rappresenta il vestito di Arabella.
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Sin dalla nascita, avevo sempre vissuto con degli uomini; con i miei fratelli e con mio padre, quando era ancora vivo. Uomini con classe e soprattutto con rispetto verso se stessi e verso il prossimo, a differenza degli uomini seduti in questa stanza, i quali erano tutt'altra storia.
Era passata un'ora da quando eravamo arrivati in questa casa, e ognuno di loro si era già scolato almeno tre birre e finito un intero pacco di sigarette. Erano disgustosi, volgari e raccapriccianti. Erano così ignoranti, solo sentendoli parlare si poteva capire che fossero quel genere di ragazzi da evitare. Le persone in questa casa erano una più disgustosa dell'altra. Beh, non esattamente.
La ragazza di Liam, o qualunque cosa fosse, aveva fatto la sua comparsa. Era davvero bella, i suoi capelli lunghi e perfettamente arricciati. La sua pelle era delicata, nessuna imperfezione visibile sul suo volto; avrei dovuto chiederle quale prodotto usasse. Una volta arrivata in salotto, Liam era sembrato molto più felice. Mi scioccava ancora pensare che lei passasse così tanti tempo con loro e con Liam. Io ero qui da soli due giorni e avevo già un'emicrania.
Quindi, ci ritrovammo tutti seduti in salotto, i ragazzi intenti a parlare, io e Sophia, sarebbe dovuto essere questo il suo nome, in silenzio. Ebbi l'istinto di intromettermi ogni talvolta che venivano nominati I Feroci; mi mancava davvero casa. Mi chiedevo se loro avessero mai incontrato i miei fratelli prima d'ora.
Sapevo che Seth ed Elliot parlassero de I Selvaggi tutto il tempo, non facevano altro che dire quanto fossero manipolatori ma, per qualche strana ragione, non ero mai riuscita ad immaginarmi i loro volti quando parlavano di loro. Ero sicura che, se li avessi incontrati prima, non sarei mai riuscita a dimenticare i loro volti. Erano quel tipo di persone impossibile da dimenticare.
Ero così immersa nei miei pensieri che neanche mi accorsi che si fossero tutti alzati e che stessero uscendo dalla stanza. Harry, invece, si trovava proprio davanti a me, con un'espressione irritata, come se stesse cercando di dirmi qualcosa.
"Bella, mi stai ascoltando?" Mi chiese, schioccando le dita davanti al mio volto, aumentando la mia irritazione. Alzai lo sguardo su di lui, realizzando di essere l'unica ancora seduta. "Noi abbiamo del lavoro da fare, tu e Sophia andrete di sopra per un po', okay?" Domandò.
Mi alzai e mi aggiustai il vestito. "Perché non possiamo rimanere anche noi?" Domandai, mentre Sophia si aggrappava alla camicia di Liam, con occhi spalancati.
Guardai Harry e notai come i suoi occhi si fossero oscurati e la sua mascella irrigidita. Strinse i suoi polsi e si avvicinò. Io indietreggiai per la paura, mentre lui torreggiava su di me. Tutti smisero di parlare e nella stanza calò il silenzio. Erano udibili solo i suoni dei nostri respiri. Indietreggiai ancora di più, mentre Harry si compiaceva del suo effetto su di me.
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Excessive (Italian translation)
Fanfic"Ormai è da un po' che ti sto osservando, amore mio," sussurrò profondamente nel mio orecchio. "Perché mi stai facendo questo?" Squittii, provocando una risatina da parte sua. "Perché," disse, facendo scendere le sue mani, dapprima poggiate contro i...