"Vado in ufficio a lavorare, vuoi venire?" Mi chiese dopo che io ebbi aperto la porta della camera frettolosamente. Non mi ero resa conto di quanto tempo avessi impiegato a osservare la nota.
Prima che Harry bussasse alla porta, avevo più e più volte riletto la lettera che avevo in grembo. Avevo analizzato ogni lettera e cercato di capire di chi fosse la scrittura. Una volta che Harry aveva bussato alla porta, avevo infilato la nota sotto il cuscino e avevo iniziato ad agitarmi per la sua presenza.
Era lì in piedi davanti alla porta con una maglietta con sopra la felpa e una mano poggiata sullo stipite della porta. Ripensai all'ultima volta in cui ero finita nel suo ufficio e rabbrividii. Anche se avrei preferito continuare a rileggere quella nota, sapevo che lui si sarebbe insospettito per la mia improvvisa assenza.
"Certo," risposi immediatamente, cercando di moderare la paura al pensiero di lui che scopriva la lettera.
Lui annuì e girandosi, si diresse verso le scale. Chiusi immediatamente la porta e lo seguii. Camminammo in silenzio giù per le scale. Arrivammo nell'atrio e ci dirigemmo verso l'ufficio.
Non era cambiato affatto dall'ultima volta che ci ero entrata, anche se erano passati solo pochi giorni dall'ultima volta in cui mi era stato concesso di entrare. La stanza era stata riscaldata e il piccolo divano in pelle chiamava già il mio nome. Mi ci accasciai, mentre Harry faceva il giro della scrivania e si sedeva sulla sedia.
"Hai qualcosa da fare?" Chiese lui e io realizzai di non aver nulla da fare.
"Uh-uhm. . .no, immagino di no," dissi timidamente. Lui sorrise e aprì un cassetto prima di tirare fuori il cellulare che di solito aveva davanti agli occhi.
"Ho qualche gioco sul mio cellulare, ci puoi giocare se ti va," disse, facendomi annuire.
Mi alzai da quel divano così comodo e girai attorno alla scrivania mentre lui ruotava la sua sedia per guardarmi. Alzò il suo sguardo su di me mentre io con poca grazia saltavo sulla scrivania in legno, così che lui potesse mostrarmi come usare il telefono.
"Ne ho soltanto due, per cui puoi scegliere. Devi semplicemente premere questo tasto e ritornare sulla home," disse, pigiando un tasto circolare sotto il touch screen del telefono.
"Okay, capito, mi sembra che i miei fratelli abbiano lo stesso cellulare, per cui credo che riuscirò a usarlo. Grazie," dissi, prima di scendere dalla scrivania e ritornare sul divano.
"Oh e Arabella," iniziò a dire e io lo guardai prima di sedermi. "Non curiosare nel mio telefono, me ne accorgo se lo fai," disse, facendomi spalancare gli occhi e annuire velocemente col capo.
Non avevo neanche pensato di controllargli il telefono. Quello era l'unico oggetto che aveva sempre con sé, Dio solo sapeva cosa avesse in quel piccolo aggeggio tecnologico. Poteva avere la risposta a qualsiasi domanda che mi passasse per la testa.
Aveva iniziato a lavorare e io a giocare al suo cellulare. Era stato divertente per i primi dieci minuti ma dopo un po' aveva iniziato a stancarmi e una volta passata all'altro gioco, mi ero iniziata ad annoiare ancor di più.
Fissai la home prima di lanciare qualche occhiata ad Harry. Stava lavorando e sembrava essere concentrato meticolosamente, forse si era persino dimenticato che io fossi lì. Abbassai di nuovo lo sguardo sulla home del telefono prima di spostarmi su un'altra pagina di applicazioni. Guardai in alto a destra e trovai ciò che stavo cercando. Messaggi.
Toccai l'icona verde con una piccola bolla e si aprì su un messaggio che era stato inviato mezz'ora prima.
Sì, tra un'ora sarò lì.
Lessi il nome del contatto, Niall. Niall stava per arrivare? Ero sorpresa che stesse per arrivare. Quando uno dei ragazzi stava per arrivare a casa, si comportava in maniera diversa nei miei confronti e sapevo che sarebbe andata così quando Niall avrebbe varcato quella soglia.
Pigiai il tasto per tornare indietro e si aprì la pagina di tutti i suoi messaggi. I miei occhi si spalancarono per quante persone avessero mandato messaggi ad Harry quel giorno. Non li conoscevo tutti, a dire il vero la maggior parte mi era del tutto sconosciuta. Di tanto in tanto leggevo il nome di uno dei ragazzi, ma tutti gli altri mi erano nuovi. Chi erano tutte quelle persone?
Elijah, Demetrius, Christopher, Lawrence, Zachariah, Nathaniel, Luchesi, Leonardo.
Tutta questa gente conosceva Harry? Erano tutti membri della sua gang? Sicuramente nei messaggi si parlava quasi completamente della gang o del club. Decisi che nessuno di quelli mi avrebbe aiutata a trovare ciò che cercavo. Ma poi, cosa stavo cercando?
Sospirai e chiusi l'applicazione dei messaggi, prima di lasciar cadere il cellulare sul mio grembo. Non riuscivo a credere che parlasse con così tante persone. Crescendo mi ero fatta solo pochi amici stretti e qualche compagno di classe simpatico ma non erano niente a confronto con quelli di Harry. Alzai lo sguardo aspettandomi di trovarmelo seduto sulla sedia, ma boccheggiai non appena la sua maglietta bianca fu molto più vicina di quanto mi fossi aspettata.
La mia testa si alzò di scatto e me lo ritrovai di fronte a guardarmi. Da quanto tempo era lì? Sollevò le sopracciglia e afferrò il cellulare dal mio grembo, ridacchiando prima di lanciarlo di nuovo sul divano accanto a me e incrociando le braccia al petto.
"Non riuscivi a resistere, eh?" Chiese ironicamente con un sorriso sinistro sul volto.
"I-io n-non. . .V-volevo s-solo. . ." Iniziai a dire ma venni frenata dal suo braccio che afferrò il mio e mi sollevò dal divano.
Mi guardò con quello che potevo dedurre fosse uno sguardo deluso. Era triste per avermi scoperta a spiare, o meglio a provarci. Tecnicamente non avevo visto nulla di importante, avevo visto solo un paio di messaggi riguardo macchine e argomenti che non mi interessavano.
"Tu non volevi cosa? Ti ho colta con le mani nel sacco Arabella, lo sai bene," ringhiò, serrando la sua presa sul mio avambraccio.
"Per favore, f-fermati," piagnucolai mentre lui ringhiava.
"Sei fortunata che tutti i messaggi più importanti siano stati cancellati perché se non lo fossero stati, Dio solo sa-" ringhiò, lasciandomi un certo senso di sollievo. Non era così tanto arrabbiato come credevo.
"Lasciami andare, per favore," pregai, cercando di riacquistare il controllo del braccio destro.
Era arrabbiato, ma questa volta era tutta colpa mia. Stavamo andando d'accordo fino a quel momento. Ci eravamo baciati, lui aveva dato il suo primo bacio, e io beh, per me era stato meno sgradevole di quanto potessi pensare. E, ovviamente, io dovevo rovinare tutto.
"Sei di nuovo nei guai, Arabella," affermò. "Puoi contarci che-" iniziò a dire prima di essere interrotto dal campanello.
Niall. Lui era lì e noi eravamo nel bel mezzo di un. . .litigio? Beh, qualunque cosa fosse, sembrava che io ed Harry ci trovassimo ogni giorno in situazioni simili. Rilasciai diversi sospiri di sollievo mentre il suo respiro diventava sempre più forte e pesante. Mi terrorizzava quando si comportava in quel modo.
"Niall è qui, ma, dal momento che hai spiato il mio cellulare, dovresti già saperlo," disse, lasciandomi il braccio per dirigersi verso la porta. "Non ti azzardare a muoverti anche solo di un millimetro," mi ordinò, facendomi annuire e ritornare a sedere sul divano.
Sbatté la porta facendomi sobbalzare. Era incazzato, tanto incazzato. Il che mi confuse perché mi aveva detto di aver cancellato tutti i messaggi importanti ma a prescindere ci avevo dato un'occhiata. Era la sua privacy e io l'avevo completamente invasa.
Il telefono suonò subito dopo essermi ripromessa di essere più cauta con la sua personalità, ma non riuscii a fare a meno di afferrare il cellulare e leggere il messaggio. Era Niall. Aspetta, Niall non era già qui?
Hey, sono appena partito da casa, dovrei essere lì tra dieci minuti.
Osservai il telefono e poi la porta. Se Niall non era qui, allora chi aveva suonato alla porta? Prima ancora che potessi battere ciglio, la sua voce rimbombò per tutta la casa.
"Arabella Casper!"
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Excessive (Italian translation)
Fanfiction"Ormai è da un po' che ti sto osservando, amore mio," sussurrò profondamente nel mio orecchio. "Perché mi stai facendo questo?" Squittii, provocando una risatina da parte sua. "Perché," disse, facendo scendere le sue mani, dapprima poggiate contro i...