6°Capitolo
A quelle parole si irrigidì di colpo. Cercai di decifrare lo sguardo preoccupato di Luna ma Aidan prese parola.
-Cosa è successo? –chiese secco. Stava cercando di rimanere calmo e tenere la voce ferma, anche se il pugno che teneva stretto il lenzuolo lo tradiva.
-Leonard non riuscirà a venirla a prendere. Ha avuto un contrattempo -
Tirai un sospiro di sollievo quando sentii che non era successo niente di grave.
Si rilassò pure lui –Ok, grazie per avermelo detto -
-Rimarrete qua a dormire –annunciò Luna prima di andare.
-Non ce n'è bisogno, posso anche andare a piedi. Non è molto lontano –rispose alzandosi.
Era vero, per venire qua i principi si erano trasferiti in castelli ristrutturati per loro anni addietro. Però, nonostante sapessi che poteva cavarsela benissimo da solo anche di sera, non mi piaceva molto l'idea che andasse a casa da solo.
-Se fosse per questo potremmo tranquillamente portarla noi, ma è un ordine della regina Sarah –
Ci fu un momento di silenzio dove vidi il ragazzo pensare su a quella proposta.
-Allora dovrò accettare –disse abbozzando un sorriso.
-Benissimo, scusate per il disturbo –disse chiudendo la porta.
Il ragazzo si abbandonò di nuovo sul letto sospirando. Sembrava che fosse a casa sua, stava abusando del mio letto come se fosse suo. Ma la cosa non mi dispiaceva affatto.
Di nuovo quel silenzio imbarazzante piombò nella stanza. Pur di non guardalo negli occhi, cosa che faceva lui, incominciai a trovare il pavimento maledettamente interessante. Esattamente, le posizioni si erano capovoltte.
Mi chiamò improvvisamente facendomi sobbalzare. Non mi aspettavo che parlasse per primo.
-Sì? –chiesi girandomi verso di lui incrociando gli occhi coi suoi. Erano di un rosso rubino. Mi ricordavano qualcosa.
-Perché non parli? -
Lo guardai come se mi avesse chiesto di sposarci. Si lamentava sempre del fatto che parlavo troppo e ora mi chiedeva perché non parlavo. La coerenza non era il suo forte.
-Pensavo di desse fastidio –dissi distogliendo lo sguardo da lui. Potevo rispondergli in altri mille modi, ma quello mi era uscito automaticamente.
Rimase per un momento zitto, per poi tirarsi a sedere appoggiando la mano sulla coscia.
-Lo pensi davvero? -
-Cosa hai oggi? Sei diventato tutto d'un tratto dolce – dopo quella domanda incominciò una conversazione abbastanza senza senso. Sparavo parole come una macchinetta senza pensarci.
-Sai che non si risponde a una domanda con un'altra domanda? –
-È quello che stai facendo te adesso –
-Non è vero –
-Invece sì! –
-Rispondi alla mia domanda? -
-E perché non rispondi alla mia? -
-L'ho fatta prima io! -
-Per galanteria dovresti rispondere alla mia domanda -
-E visto che non me ne frega niente di quella roba devi rispondere alla mia -
-Ah veramente? E se non volessi? -
-Dovrei costringerti -
-In che modo? Non puoi toccarmi -
-Troverei un modo -
-Ah, e quale? Sentiamo -
-Non saprei dovrei pensarci -
-Ah perché tu pensi? -
-Perché? Lo fai anche tu? -
-Io sì, piuttosto te? -
-Ho le prove -
-Sarebbero? -
-Che almeno io so rispondere ad una domanda -
-Ma se non hai risposto alla mia?! -
-Ho risposto a quelle della prof -
-E chi sene frega! -
Qualcuno bussò alla porta.
-Chi è?! –urlammo in coro. Stavamo "litigando" e quando lo facevamo non dovevano interromperci.
-Principessa, la cena è pronta –disse Luna timidamente, nascondendosi per metà con la porta.
-Luna! Scusa, va bene arriviamo –dissi aspettando che se ne andasse per continuare la litigata con Aidan. Stavo morendo di fame, però non potevo tirarmi indietro, ero troppo orgogliosa.
Chiuse la porta.
-Vedi cosa hai fatto?! –dicemmo in coro trovandoci a pochi centimetri l'uno dall'altro.
-Io non ho fatto niente, sei te che le hai risposto male – ancora in coro. Sembrava la scena di un film.
-Vabbè io ci rinuncio –dissi alzandomi dal letto, avviandomi verso la porta.
-Ma guarda questa –lo sentii commentare dietro di me mentre andavamo in sala da pranzo.
Durante la cena nessuno aprì bocca, stessa cosa nel salire le scale ed entrare in camera mia. I miei genitori come al solito erano in ufficio o a litigare o a lavorare.
-Dove dormo stasera? –chiese Aidan guardandosi intorno. Secondo me pensava che avrebbe dormito in camera mia.
-Nella stanza degli ospiti –risposi cercando qualcosa nel cassetto.
-E sarebbe? -
-Davanti a camera mia -
-Ok –disse sedendosi sul letto mentre io mi slegavo i capelli facendoli ricadere lungo tutta la schiena.
-Allora, davvero lo pensavi? – mi chiese nuovamente.
Sentivo i suoi occhi fissi su di me. Sbuffai mentre incominciai a struccarmi. Decisi di rispondere senza tante storie, per quel giorno avevamo litigato abbastanza ed era tardi.
-Certamente –risposi tranquillamente.
-E perché? -
Sbattei la mano sul tavolo per poi girarmi.
-Sei serio? –chiesi guardandolo con gli occhi spalancati e con una espressione che andava oltre lo stupito.
Lui sussultò per la mia reazione e mi guardò male.
-Certamente –disse serio.
-Mi hai sempre odiata perché parlavo sempre! -
Lui spostò lo sguardo e sussurrò qualcosa di incomprensibile. Sbuffai nuovamente e continuai a struccarmi, era impossibile ragionare con lui.
-Sei insopportabile –dissi aprendo un cassetto e prendendo un pigiama. Glielo lanciai con poca grazia e lo prese al volo –Mettiti questo per dormire – presi il mio pigiama da un altro cassetto.
-È da maschio –disse rigirandoselo tra le mani.
-Oh, hai scoperto che il mondo gira -
-Come fai ad averlo? – ignorò il mio commento.
-L'ho fatto io –dissi. Era da quando ero piccola che cucivo. Mi piaceva, mi aveva insegnato Luna che era un asso in queste cose.
-Veramente? –chiese sorpreso.
-Sì -
-È carino -
-Grazie –dissi prendendo il pigiama per poi chiudermi in bagno. Mi misi il pigiama in fretta e ritornai in camera, ma non trovai nessuno.
-Se n'è già andato, ma guarda questo –sbuffai andandomi a sedere sul letto. Qualcosa mi punse la coscia, lo presi in mano e vidi che era il ciondolo che portavo anche io. Mi toccai il collo ma notai che il mio c'era. Era la collana di Aidan.
-E ti pareva –dissi tra me e me alzandomi e andando verso la sua camera. Era talmente sbadato e tra le nuvole che si era scordato la sua collana.
Bussai e ricevetti il consenso di entrare.
-Che c'è? –mi chiese. Era a petto nudo con solo i pantaloni del pigiama addosso. Non mi fece molto effetto, srotolai la collana davanti a lui immediatamente.
-Come l'hai presa? –mi chiese prendendola e mettendosela.
-L'hai persa sul mio letto –dissi portando le mani sui miei fianchi con tono da rimprovero.
-Ah, grazie –disse girandosi verso la finestra.
-Prego, notte-
- Notte -5鸛i
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║La Principessa Intoccabile║
Fantasy[CARTACEO] La principessa intoccabile , così l'aveva soprannominata. Colei che nessuno poteva toccare, colei che avrebbe potuto uccidere ad ogni singolo tocco; eppure... lui ci riusciva. Egli la sfiorava, la accarezzava, la stringeva a sè e lei... l...