51°Capitolo
POV JULIE
Lo guardai per un momento spaesata, poi realizzai cosa avesse appena detto e girai la testa a sinistra per non farmi guardare. Lo sentii trattenere il respiro per un attimo poi, con l'altra mano, mi prese il viso e incatenò i suoi occhi ai miei.
Sotto il suo sguardo sentii gli occhi pizzicare e indietreggiai istintivamente. Mi dimenticai però che Aidan era testardo come un mulo e seguì il mio passo a ruota, senza lasciarmi.
-Non ora, parliamone fuori. –dissi guardandolo supplicante.
Quando incrociai i rubini, notai tutta la sua preoccupazione e la sua impazienza.
Presi le due mani che mi reggevano il volto e le scostai fino a portarle in basso. Prese respiro, come se dovesse dirmi qualcosa, ma Adam lo fermò poggiando una mano sulla sua spalla. Lui sussultò e si girò di scatto verso di lui.
-Ne parliamo fuori. –disse quasi in un sussurro. Il corvino lo guardò per qualche secondo per poi puntare lo sguardo verso il terreno e incamminarsi con me verso l'uscita.
Io rimasi indietro con Adam e coprii l'occhio nero. Sentii un brivido percorrermi la schiena. Avevo paura, paura di perdere il controllo, di fare male a qualcuno, di risentire quella voce.
-Tranquilla, non agitarti. C'è Aidan ora. -
A quelle parole i miei muscoli, che fino a quel momento erano rimasti tesi come delle corde di violino, si rilassarono e uscimmo dal campo senza complicanze.
Appena fummo fuori, il corvino calciò il primo oggetto che fu a suo tiro e si girò verso Adam, prendendolo immediatamente per il colletto e sbattendolo contro il muro dietro di lui.
-Mi prendi in giro?! -
Cominciò ad urlare. Non capivo più niente. Era tutto così strano, era tutto cambiato e non sapevo più cosa fare.
-L'occhio nero, la cicatrice sulla pancia, il suo sguardo...è totalmente terrorizzata. Cosa le hai fatto?! –era arrabbiato, molto arrabbiato.
Non aveva la benché minima idea che io fossi quasi morta, però questo non potevo dirglielo, o almeno non così su due piedi.
-Aidan...-respiravo affannosamente, ero stanca e mi girava la testa. Quella cosa, mi aveva preso via la maggior parte del potere magico ed ero praticamente senza forze.
-Zitta. –mi ordinò, spingendomi via e facendomi cadere. Sentii il terreno sfregare sotto le mie mani e la mia schiena e poi un gran bruciore.
Mi tirai su in pochi secondi. Anche se ero confusa, debole e stanca, non potevo lasciare Aidan perdere le staffe.
-Non mi ha fatto niente. –dissi mettendomi in mezzo a loro due.
-È colpa mia, la ferita me la sono fatta da sola durante un allenamento e...l'occhio non si sa ancora. –dissi, cercando in tutti i modi di evitare lo sguardo tagliente del ragazzo.
Prese un bel respiro e sbuffò subito dopo aver raggiunto il massimo incanalamento d'aria.
-Torno giù e, comunque, stasera non vai da nessuna parte, né te né io. –disse poco prima di aprire le porte che portavano direttamente al campo, girandosi quel poco che bastava per guardarmi in volto.
Lo guardai stranita e lui si girò completamente verso di me.
-Stasera c'è la festa a casa tua, è inutile che trovi scuse per stare con Light. –disse aprendo le porte di scatto per poi richiudersela alle spalle.
Me ne ero completamente dimenticata. Quella sera ci sarebbe stato il ballo e ci sarebbero state tutte le famiglie reali più importanti. Sarebbe stata un'ottima occasione per le armate infernali di fare una strage. Tutte le famiglie, il Re, la Regina, tutti i principi sia minori che maggiori in un unico palazzo.
un brivido percorse la mia schiena a quel pensiero e Adam notò il mio disagio a riguardo.
-Non succederà niente. Oh, guarda, a pensare ad altro l'occhio è tornato normale. –disse quasi ridendo per l'ultima frase.
Mi strinsi in me stessa. Non ricordavo di essere così debole, quella cosa mi spaventava a morte e mi lasciava un senso di disagio per qualche ora.
-Dai, torniamo dentro che ci aspettano. –disse dandomi un colpetto alla spalla.
Sospirai rassegnata al fatto che sarei dovuta rimanere in quella struttura per almeno le prossime cinque ore ed entrai insieme al mio istruttore.
Sentii subito lo sguardo di tutti posarsi su di me e vidi i miei amici chiamarmi da lontano, sventolando le braccia come se fossero ad una distanza infinita da me.
Ridacchiai e li raggiunsi. Non riuscivo a sciogliere le braccia incrociate al mio petto. Era come se mi proteggessero, ma non c'era niente che mi avrebbe potuto fare del male.
Mi guardai un po' attorno e vidi lo sguardo di Aidan fisso su di me mentre Sofja parlava e gli tirava il braccio per ricevere inutilmente la sua attenzione.
Non ascoltava me, figuriamoci una bambina.
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║La Principessa Intoccabile║
Fantasy[CARTACEO] La principessa intoccabile , così l'aveva soprannominata. Colei che nessuno poteva toccare, colei che avrebbe potuto uccidere ad ogni singolo tocco; eppure... lui ci riusciva. Egli la sfiorava, la accarezzava, la stringeva a sè e lei... l...