62°Capitolo
POV JULIE
Ci fermammo davanti alla porta della presidenza e Aidan abbassò la maniglia, aprendola, senza degnarsi nemmeno di bussare. Non era minimamente cambiato, quella sua abitudine ancora non era scomparsa.
Quando entrammo in quella stanza, io e il corvino rimanemmo completamente meravigliati, mentre Jack e Jennifer raggiunsero il preside, affiancato da Adam e Gale che analizzavano un schermo pieno di numeri, cartine e piani d'attacco.
La presidenza era diventata un vero e proprio quartier generale: era pieno di computer, monitor, macchine, libri e carte.
Ogni libro presente in quella stanza e in quei scaffali era inerente l'inferno e c'era un grande piano dov'era scritta la gerarchia dell'aldilà assieme alle casate.
Un brivido percorse la mia schiena nel vedere tutte quelle informazioni su quel posto e notai che Adam mi stava fissando insistentemente. Sapevo che sguardo era, era lo sguardo da "dobbiamo parlare". Lo avevo visto così tante volte che lo sapevo riconoscere con poco.
Alzai gli occhi al cielo e mi avvicinai al gruppo che stava parlando di come ci saremmo organizzati. Aidan mi seguì a ruota e puntammo gli occhi sul radar che stava individuando due grosse minacce.
-Non era una sola? –chiesi, fissando i due puntini rossi, più grandi degli altri. Ero preoccupata, molto preoccupata. Non erano venuti a caso. Dopo il crollo del castello principale e la morte del re e della regina dovevano per forza essere venuti per qualcosa di più grande, qualcosa che aspettavano da tempo.
Continuavo a fissare quel monitor, mentre tutti intorno a me cominciavano a discutere e a litigare. Non sapevamo cosa fare, era la prima volta che ci si presentava un problema del genere e non sapevamo come, quanto forte fosse o cosa volesse.
"Paura?"
Sussultai e mi spostai di qualche passo all'indietro, spalancando gli occhi. Quella voce...
"Ti stanno venendo a prendere, presto sarai qui con me, bambina."
Sbattei più volte le palpebre per cercare di mettere a fuoco quello che avevo davanti mentre tutti mi guardavano spaventati e preoccupati. Il mio respiro diventò più pesante mentre la testa mi girava vorticosamente. Un occhio cominciò a farmi male e me lo tappai con una mano. Scossi la testa alla sua affermazione e caddi a terra sotto lo sguardo di tutti.
Aidan si inginocchiò al mio fianco, cominciando a farmi delle domande. Sentivo ovattato. Non capivo più niente, sentivo solo quella voce dentro di me chiamarmi. Diceva di andarmene, di raggiungere le armate, di lasciare tutto lì e tornare a quella che era la mia vera casa, l'inferno.
Chiusi gli occhi per qualche minuto cercando di concentrarmi. Deglutii a fondo un paio di volte per mandare giù quel groppo che mi si era formato all'improvviso in gola mentre tutti mi trivellavano la testa di domande a cui non riuscivo a dare risposta.
-Aidan. –sussurrai. Aprii gli occhi e lo vidi spalancare i suoi. Dalla sua faccia dedussi che il mio occhio sinistro fosse diventato completamente nero e quello destro color sangue.
-Julie, ferma. –disse Adam, avvicinandosi non appena cercai di alzarmi con l'aiuto del ragazzo di fianco a me. –Non puoi andare, non ancora. -
Lo squadrai mentre mi rialzai completamente, tenuta per un fianco da Aidan che aveva paura che mi sentissi nuovamente male e che cadessi di nuovo.
-Cosa c'è ancora? –chiesi, scocciata. –Stanno per arrivare. –me lo sentivo, era una sensazione strana ma sentivo che erano vicini, molto vicini.
Rimase per qualche momento zitto ad osservarmi, come se stesse pensando al da farsi. -Non allontanarti mai da lui. –disse in fine, indicando col mento il ragazzo.
Mi staccai dalla sua presa ferrea e annuii guardandolo seria dritto negli occhi. Avrei preferito ribattere, dirgli che ero capace di gestirmi da sola, che ero stata allenata proprio per questo, ma non avevo tempo, dovevo andare.
L'uomo mi guardò per un'ultima volta e fece segno di andare mentre trattenne qualche minuto Jenny e Jack.
Io e il corvino ci catapultammo fuori e cominciammo a correre per le strade del paese. Tutto era distrutto, c'erano ragazzi che combattevano un po' ovunque contro soldati e ogni tanto davamo una mano mentre aspettavamo l'arrivo dei due pezzi grossi.
Il mio respiro era pesante, non per la fatica, ma per l'ansia che mi aveva messo addosso tutta quella faccenda. Quella voce che avevo sentito prima sapeva di sicuro cosa volevano e perché stavano venendo sulla terra.
-Tutto bene? –chiese Aidan, notando che stavo fissando insistentemente un punto ben definito del paesaggio.
Mi girai di scatto verso di lui. Il cuore mi sobbalzò e un brivido percorse la mia schiena. Dalla sua faccia, anche lui lo aveva sentito. I suoi occhi erano diventati color ambra.
Grazie ad una pozzanghera, riuscii a vedere i miei diventati neri e rossi. Stavo cercando di mantenere più possibile il controllo mentre una serie di scariche elettriche percorrevano a tutta velocità il mio corpo, arrivando direttamente al cervello.
Si alzò all'improvviso il vento. Non era normale, era potente, quasi staccava i piedi da terra e poi delle nubi si formarono in un punto ben preciso.
-Aidan. -
Lui guardò prima me, poi le nubi. Lo fece un paio di volte fino a quando non si fermò sul terreno.
-Julie, Aidan! – sentimmo urlare dietro di noi. Ci girammo di scatto impauriti. Non potevano avvicinarsi, non dovevano, sarebbero morti.
-Andatevene! –urlammo insieme, mentre una colonna di fuoco accompagnata da un fulmine colpì il terreno davanti a noi, creando un nebbione e un'onda d'urto che ci fece indietreggiare di qualche metro.
Ci proteggemmo mettendo le braccia incrociate davanti al nostro viso e chiudemmo gli occhi per evitare che la polvere ci finisse negli occhi. Sentimmo due ringhi provenire dal centro dell'onda d'urto, assieme a dei versi particolarmente inquietanti.
Due paia di occhi completamente neri ci fissarono con due ghigni dipinti sul volto.
Spalancai gli occhi e indietreggiai di qualche passo.
Li conoscevo, li avevo già visti in qualche libro.
-Astaroth, Azazel. –sussurrai con la voce spezzata, mentre si scambiarono due occhiate. Erano i gran duca dell'inferno e agivano per conto di Lucifero e Belzebù.
Astaroth aveva fattezze umani, ma con due ali scure e rovinate che spuntavano dietro la schiena, artigli capaci di strappare via in un sol colpo vite e vite di umani ed era accompagnato sempre da un demone, simile ad una iena, che lo assisteva in combattimento.
Azazel, demone dal corpo umano ma con una lunga barba, corna sulla testa, orecchie appuntite e artigli splendenti e affilati. Aveva un forcone che teneva poggiato sulla spalla, con legato uno stendardo raffigurato una immagine di una sottospecie di rana e, al suo fianco, un caprone dalle lunghe corna.
Il primo dei due passò la lingua tra i denti, guardandomi a fondo, e fece cenno al suo compagno di prestargli attenzione.
-Tu occupati del ragazzo, il re vuole solo lei. –disse, con voce rauca e profonda.
Aidan scattò verso di me, ma Azazel fu più veloce e lo prese per il collo ancor prima che riuscisse a sfiorarmi, bloccandolo contro una roccia poco più lontana dov'ero io.
Prese il polso del demone e cercò di bruciarlo, senza alcun successo.
-Fuoco contro fuoco? Non è molto efficace, non credi? –chiese, con un ghigno sadico in volto. Sembrava divertito nel vedere lo sguardo del corvino colmo d'odio.
-Allora, hai intenzione di opporre resistenza o ti arrendi? –chiese l'altro, cominciando ad avvicinarsi sempre di più a me.
La sua belva mi ringhiava contro e lui rideva.
-Dai, non avere paura, quei tuoi occhi azzurri stanno cercando di sembrare forti o sbaglio? -
Sussultai. Erano tornati come prima.
Sorrise maliziosamente quando sentii il mio fiato tremare. Allungò una mano e mi toccò il viso con i suoi artigli appuntiti senza che io potessi impedirglielo. Me lo girò da una parte, poi dall'altra, come per esaminarmi. Sembravo la sua bambola. La sua forza era talmente tanto schiacciante da farmi tremare ogni muscolo.
-Assomigli molto alla principessa. –sibilò vicino al mio orecchio. Sentii Aidan chiamare il mio nome, per poi essere zittito dagli artigli del demone che si conficcarono nella sua pelle.
-Coincidenze. –liquidò l'argomento, cercando di prendermi per il polso.
Lo ritirai immediatamente e finalmente reagii, allontanandomi da lui con un balzo. Quando guardai, era già sparito. Sentii la sua presenza dietro di me ma, non appena me ne resi conto, mi colpì.
POV AIDAN-Julie! –urlai un secondo prima che venisse colpita, dritta in testa.
Cadde a terra a peso morto, svenuta, o almeno credevo.
Incominciai a dimenarmi nella la presa ferrea del demone che mi aveva incatenato nella roccia.
La sua risata risuonò mentre guardava l'altro raccogliere il corpo inerme della ragazza, facendogli cenno di andare.
Non potevano prenderla, non sotto i miei occhi.
Appena allentò la presa dal mio collo, mi liberai e saltai sulla schiena di quello che teneva in braccio Julie. Cercai di ferirlo con tutto quello che mi fu possibile, ma non successe niente.
Si girò verso di me e mi colpì, iniettandomi qualcosa nel corpo coi suoi artigli.
Finii lontano da loro e col corpo completamente paralizzato. Non riuscivo più a muovermi, in alcun modo.
Potevo solo guardarli allontanarsi, con in braccio la ragazza che mi ero ripromesso di proteggere con la mia stessa vita.
-Julie. –sussurrai un'ultima volta, mentre aprivano il portale.
Presto, sparirono dentro a quel buco nero che si era formato, lasciando il campo nel più completo silenzio.
L'avevano presa sotto i miei occhi.
E non avevo fatto niente.
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║La Principessa Intoccabile║
Fantasy[CARTACEO] La principessa intoccabile , così l'aveva soprannominata. Colei che nessuno poteva toccare, colei che avrebbe potuto uccidere ad ogni singolo tocco; eppure... lui ci riusciva. Egli la sfiorava, la accarezzava, la stringeva a sè e lei... l...