73°Capitolo-Aura

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73°Capitolo

POV AIDAN

-E che palle. –dissi, dopo aver steso l'ennesima guardia che mi capitava a tiro.
Ci stavamo avvicinando sempre di più al castello principale e riuscivo a percepire forte e chiaro l'aura della ragazza che cercavo oramai da giorni.
Erano circa 3 giorni che ero all'inferno e avevo passato il tempo tra combattimenti contro le guardie e malori improvvisi che mi coglievano durante la notte.
Ogni notte, un dolore alla testa compariva all'improvviso e incominciavo a fare incubi su una voce che mi chiamava e mi parlava.
Non riuscivo a capire bene il discorso, ma ricordavo ogni notte la stessa parola: Satan.
Avevo letto dai libri che era uno dei tanti nomi che usava Lucifero, ma non ne capivo il collegamento.
Mi convincevo del fatto che fosse l'influenza dell'inferno a farmi fare quei sogni strani, mi convincevo che fosse per tutto quello che era scritto su quel maledetto libro.
In un certo senso, speravo ancora che fosse una mera bugia, ma non avrei potuto mentire a me stesso a lungo.
Scossi la testa e mi tolsi il sudore che imperlava la mia fronte, sospirando.
Le mie mani, come ogni giorno, erano di un colore rosso rubino.
-Come va? –mi chiese Jack, col respiro affannato, mentre si puliva le mani sporche anche loro di sangue. Gli rivolsi uno sguardo stanco e annoiato e lui intuì il mio stato umorale.
Erano giorni che avanzavamo ma ci sembrava di non avvicinarci mai.
Ogni tanto vedevo passare delle figure nel corridoio principale del palazzo che si vedeva in lontananza, ma non capivo se fosse lei o qualcun altro.
Non ero riuscito a dimenticare quella ragazza apparsa il primo giorno.
Quando quel macigno ci stava per uccidere, lo aveva fermato in pochi secondi.
-Aidan! –sentii Jennifer chiamarmi e, guardando dritto davanti a me, vidi una creatura venirmi addosso e riuscii per poco a proteggermi con le braccia prima che mi potesse fare realmente male.
Sentii gli artigli entrarmi nella carne degli avambracci mentre faceva sempre più forza verso di me.
Alzai leggermente lo sguardo e vidi il seguace di Lucifero, Astaroth.
Il dolore stava diventando insopportabile e stavo lentamente scivolando all'indietro sotto la sua pressione. Ordinai ai miei amici di non intromettersi poiché era fin troppo pericoloso per loro.
-Dove credi di andare, piccoletto? –chiese il demone, con un ghigno dipinto sul volto.
Sentii i miei occhi bruciare leggermente e una forza improvvisa impadronirsi del mio corpo. Mi venne naturale scaraventare quel demone dalla parte opposta alla mia.
Quella scena mi divertì talmente tanto da farmi sorridere, mentre la mia mente piano piano si offuscava sempre più.
Avanzai lentamente verso il suo corpo, ancora steso a terra dopo il colpo, assaporando il sangue che mi colava dalle braccia. Sembrava realmente così appetitoso.
Il demone cominciò a guardarmi con più riguardo e, mentre cercava di rimettersi in piedi, io avanzavo verso di lui. Nei suoi occhi si poteva leggere la preoccupazione.
Poi però apparve una figura dai capelli neri alle sue spalle, che mi fece rinsavire improvvisamente.
-Signorina Sheiva. –balbettò il demone, guardandosi dietro.
-Sei inutile. –commentò, spostando poi lo sguardo verso di me.
La guardai attentamente.
-So dove puoi trovare Julie. –

POV JULIE

-Che intenzioni hai? –chiesi a Lucifero, dopo che mi aveva chiamato per parlare.
Non ero praticamente neanche entrata e già stavo parlando sotto lo sguardo severo di Belzebù e Azazel, che mi guardavano in cagnesco.
Non stavo molto simpatica all'altro Re e avevo capito bene il motivo. Lucifero cercava di ignorarlo, ma io sapevo tutto, prima o poi avrebbe ceduto.
-Nessuna, volevo assicurarmi che il mio dono fosse al sicuro. -
Incrociai le braccia e guardai da tutt'altra parte, cominciando a camminare in giro.
Sheiva, come al solito, era sparita insieme ad Astaroth e ogni tanto si sentivano delle specie di esplosioni. Sapevo che era Aidan, lo sapevo benissimo, ma non riuscivo a trovare un momento dove fossi da sola per scappare. Azazel aveva il compito di sorvegliarmi e non mi lasciava da sola un secondo.
-Sì, certo. –dissi, ironica. Mi affiancai al Re, facendo avanzare di qualche centimetro Belzebù. Aveva paura che facessi male a sua maestà. Ma lui non lo odiava?
Dovevo pensarla bene, dovevo trovare un modo per scappare.
Era tutto tranquillo, fino a quando non sentii un'aura potente omicida che proveniva fuori dal castello e l'aura di Astaroth vacillare.
Uscii dalla stanza velocemente, non lasciando tempo ad Azazel per seguirmi.
Andai in corridoio e mi affacciai alla finestra per vedere cosa stesse accadendo.
Vedevo Astaroth e Sheiva, ma non riuscivo a riconoscere gli altri 4. Avevo sentito che solo Aidan aveva raggiunto l'inferno, quindi non poteva far parte di quel gruppo.
Anche perché la sua aura era totalmente diversa da quella che sentivo in quel preciso momento.

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