75°Capitolo
POV JULIE
Saltai giù dalla finestra del palazzo, atterrando sulla roccia dura.
Per fortuna mi ero allenata con Adam perché, quel dolore che sentivo leggermente ai piedi, sarebbe stato un piede rotto o una intera gamba dopo un volo di circa nove piano di un palazzo che dava davanti ad una voragine.
Mi tenni la caviglia per calmare un po' il dolore e, nel frattempo, mi guardai attorno per controllare se Azazel si fosse accorto della mia improvvisa scomparsa.
Dopo un mese e mezzo finalmente ero riuscita a scappare e, alla prima finestra, ero saltata giù.
In lontananza non si sentiva rumore. In teoria, era notte. I demoni erano più forti e più svegli, ma non avrei avuto altra occasione.
Incominciai a correre contro il muro per non farmi avvistare dalle guardie e mi concentrai per nascondere la mia aura.
L'allenamento si stava rivelando praticamente indispensabile per la sopravvivenza e non essere scoperta. Sospettavo che Adam sapesse qualcosa, che avesse letto quel libro prima di me e sapesse cosa fosse successo.
Poco più lontano, vidi una grotta. Era buia e al coperto. Da quel che ptevo sentire, non c'era alcun demone ma potevo percepire l'aura di Sheiva.
Non sapevo perché fosse lì, ma decisi di entrarci lo stesso. Non mi avrebbe riportato indietro, lo sapevo, ma qualcosa dentro di me aveva paura, una specie di brutto presentimento.
Mi addentrai fino a quando non dovetti usare la magia per vedere intorno a me. Sentii delle voci, sempre più vicine, fino a quando non bloccai una spada, esattamente a pochi centimetri dal mio collo.
Il palmo bruciava, segno che stava sanguinando, e la spada non fece più forza.
-Julie. –disse Sheiva, sorpesa, scostando la spada dalla mia mano.
Mi tenni il palmo per fermare l'emorragia e mi guardai intorno, notando un gruppo di persone guardarmi scioccati e, tra loro, uno era illuminato da una fiaccola appesa al muro.
I capelli corvini, gli occhi gialli e il suo corpo avvolto dalle fiamme nere.
Si spesero all'improvviso quando incrociò i miei occhi e non feci in tempo a realizzare che ero già tra le sue braccia, stretta talmente tanto forte da togliermi il fiato.
Sentii un leggero mugolio.
-Aidan. –riuscii a dire, con la voce spezzata. Il mio braccio era attorno al suo collo e la mano gli accarezzava i capelli.
Affondava sempre più la testa nell'incavo del mio collo e non accennava a scostarsi. Sembrava che se avesse anche solamente allentato la presa, io sarei scomparsa lasciandolo nuovamente solo.
Respirava a fondo mentre le lacrime cadevano, bagnando il mio collo.
Dietro di lui, i miei amici che mi guardavano increduli come se fossi un fantasma. Allora erano venuti pure loro. Sorrisi dolcemente e loro ricambiarono.
-Ehi, ancora? –chiesi, cercando di scostarlo per guardarlo in volto, ma senza successo. Non era intenzionato a lasciarmi per nessuna ragione al mondo, ma non potevamo rimanere così per sempre.
Mi abbassai leggermente per sciogliere l'abbraccio e mi guardò storto coi suoi occhi arrossati e gonfi. Gli presi il volto tra le mani. Si vedeva che non dormiva da settimane.
Appoggiò la sua mano sulla mia vicino al volto e si appoggiò completamente per sentire il mio tocco.
Col pollice tirai via un paio di lacrime che avevano preso a cadere sul suo viso silenziose. Nacque un sorriso sincero tra le mie labbra e piegai la testa per guardarlo bene.
-Pensavo non ti avrei più rivisto. –disse tutto d'un tratto, con gli occhi chiusi. –Io... -non riuscì a terminare la frase che crollò nuovamente e appoggiò la fronte sul mio petto.
-Non ti lascerò, promesso. -
Ai miei occhi, sembrava un bambino indifeso che, senza la mamma, non potesse niente. Ma era giunto fin qua, con le sue forze.
Gli lasciai un bacio tra i capelli e lui, accorgendosi pure degli altri, si scostò leggermente, rimanendo sempre di fianco a me.
Tutti mi salutarono, tra lacrime e sorrisi, e per un momento ci scordammo della figlia di Lucifero.
Decidemmo che, essendo calata la notte, era meglio stare in quella grotta al riparo e riposarci.
Sheiva tornò al palazzo, promettendoci di tornare la mattina successiva. Doveva sistemare alcune faccende e riuscire a mantenere la calma dopo la mia scomparsa.
Ci sedemmo intorno ad una fiaccola che faceva luce. Incominciammo a parlare dei problemi e di un possibile piano fino a quando Aidan, da sdraiato, crollò improvvisamente con la testa sulle mie gambe.
Nessuno, a parte me, si allarmò e chiesi cosa fosse successo.
-Non ha dormito per settimane, voleva far la guardia e quando riusciva ad appisolarsi, si svegliava neanche un'ora dopo urlando. –disse Jack, guardandolo contento.
-Era stremato, non combatteva neanche bene. –continuò Light.
Li guardai sorpresa e poi spostai lo sguardo sul ragazzo. Sorrisi leggermente e li passai una mano tra i capelli.
-Grazie, Aidan. -
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║La Principessa Intoccabile║
Fantasy[CARTACEO] La principessa intoccabile , così l'aveva soprannominata. Colei che nessuno poteva toccare, colei che avrebbe potuto uccidere ad ogni singolo tocco; eppure... lui ci riusciva. Egli la sfiorava, la accarezzava, la stringeva a sè e lei... l...