29°Capitolo
Aprii piano gli occhi, ma dovetti richiuderli per il contrasto con la prima luce del mattino. Ero ancora tra le braccia del ragazzo che la sera prima mi aveva obbligato a rimanere a dormire in camera sua. Sentivo il suo respiro regolare, il calore del suo corpo vicino al mio e la morbidezza dei suoi capelli che solleticavano la mia fronte. Non avevo mai provato queste sensazioni, forse quando ero piccola, ma non me le ricordavo. Erano anni che non provavo quelle sensazioni sulla mia pelle, anche se Aidan mi aveva abbracciata e toccata più di una volta, ogni volta mi sembrava la prima. Provai un senso di calma, di pace e tranquillità. Non litigavamo, non c'erano brutte notizia, tutto perfetto. Un leggero sorriso comparve tra le mie labbra e finalmente mi decisi ad aprire i miei occhi color oceano. Vidi subito il viso del ragazzo. Era rilassato, non stava facendo nessun tipo di incubo, sembrava felice.
Da quel che sapevo, lui non aveva mai dormito bene. Dalla morte dei suoi genitori non faceva altro che incubi, ma in quel momento era così rilassato e tranquillo.
Solo in quel momento mi ricordai che dovevamo andare a scuola. Mi girai verso il comodino, ma la vista era offuscata e non riuscivo a vedere bene. Piano mi spostai dalle braccia di Aidan e raggiunsi la sveglia. La presi in mano e la avvicinai al volto per vedere quei dannati numeri. Di prima mattina i miei occhi si rifiutavano categoricamente di funzionare bene, ma in quel momento dovevano mettersi in azione perché mi servivano. Sentii all'improvviso una mano sulla mia pacia che mi tirò indietro, tornando tra le braccia del ragazzo.
-Dove scappi? –chiese ad occhi chiusi e con la voce ancora impastata dal sonno. Lo avevo svegliato, ottimo.
-Non scappo da nessuna parte, ma visto che i miei occhi non funzionano ed oggi dobbiamo andare a scuola, volevo vedere che ore fossero. Sai, siamo sempre in ritardi e oggi ho dormito bene –risposi buttando la sveglia da qualche parte senza neanche leggere l'orario.
I suoi occhi rossi comparvero per qualche secondo per poi richiudersi.
-Sono le sei e cinquanta, abbiamo ancora tempo –rispose sprofondando il viso nei miei capelli albini.
Avevo una voglia pazzesca di chiedergli dell'incubo, volevo capire cosa avesse sognato, anche se era palese.
Non sapevo proprio chi avesse passato peggio dei due. Io avevo sterminato un intero villaggio, mentre lui aveva perso tutti i suoi famigliari in un colpo.
-Cosa hai sognato ieri? –chiesi a bassa voce, come per non farmi sentire. Ma il suo udito sviluppato lo sentì forte e chiaro.
Si mosse leggermente emettendo un lamento di disapprovazione e sospirò.
-Potrei farti la stessa domanda –mi disse stirando tutti i suoi muscoli e facendo scrocchiare qualche osso.
Mi presi a torturarmi il labbro mordendolo in modo ossessivo, facendolo sanguinare.
Sangue.
Quella sostanza rossa scarlatta che provocava paura e ammirazione allo stesso tempo. Quel giorno, quel maledetto giorno la terra diventò color sangue, per colpa mia.
Le mani piene di sangue appartenente ai miei amici, ai cittadini del villaggio e ai viaggiatori. Avevo sterminato una città e ucciso delle persone a cui volevo bene. Non meritavo di vivere, non meritavo di essere immune a quelle fiamme che provocavano distruzione. Le mie fiamme.
Le fiamme di quella bambina dagli occhi azzurri e i capelli color neve. La bambina che doveva morire per tempo.
-Ohy, che hai? –mi chiese Aidan preoccupato.
Lo guardai stranita. Mi stava fissando dritto negli occhi. Solo in quel momento vidi che la mia vista era leggermente sfocata e che il mio volto era umido. Mi toccai la guancia destra e mi ritrovai con la mano bagnata. Lacrime.
Senza accorgermene avevo incominciato a piangere e avevo allertato il ragazzo. Sorrisi nervosamente e con la manica del pigiama mi asciugai quelle maledette gocce che bagnavano copiosamente il mio viso.
Le odiavo, facevano trasparire troppo le mie emozioni. Volevo essere forte, non piangere più, ma ogni volta mi tradivano.
-Niente, scusa –dissi ridendo nervosamente sfregando le guance bagnate con forza. Mi misi a sedere e anche lui seguì i miei movimenti.
La mano di Aidan bloccò il mio polso e lo spostò. Prese la sua manica del pigiama e con delicatezza me le asciugò.
-Sei diventata rossa –sussurrò serio mentre toglieva i resti. Abbassai lo sguardo. Dalla rabbia avevo premuto così tanto da far diventare le mie guance color sangue.
A quel pensiero sussultai spalancando leggermente l'occhio che rilasciò una nuova quantità di lacrime.
Era quella parola che mi faceva stare male. Appoggiai la fronte al petto di Aidan e strinsi la sua maglietta nelle maniche.
-Ti prego, uccidimi -
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║La Principessa Intoccabile║
Fantasy[CARTACEO] La principessa intoccabile , così l'aveva soprannominata. Colei che nessuno poteva toccare, colei che avrebbe potuto uccidere ad ogni singolo tocco; eppure... lui ci riusciva. Egli la sfiorava, la accarezzava, la stringeva a sè e lei... l...