24°Capitolo
Ok, forse quel libro non mi stava aiutando affatto.
Ero seduta sul letto a gambe incrociate, appoggiata alla testata con in grembo un libro di magia sul fuoco. Era almeno la quarta volta che lo leggevo e non mi ero ancora stufata.
Ero riuscita a rintanarmi in camera, evitando a pelo una discussione coi miei genitori e le domande a raffica di Luna.
Mi ero tolta finalmente quel vestito, ogni passo che facevo sembrava essere la mia fine, e mi misi semplicemente una gonna e una maglietta.
Erano già passate un paio d'ore dalla fine delle lezioni. Poco dopo a me era rientrato anche Aidan. Da quel che avevo sentito non era minimamente di buon umore, aveva sbattuto un paio di porte per poi fare un gran rumore dentro la sua stanza, creando un baccano incredibile che mi impediva di praticare la mia attività preferita, leggere.
Dopo l'ennesimo rumore, tutto si fermò e si aprì la porta con un forte cigolio per poi essere nuovamente sbattuta. Subito dopo si aprì la mia, facendo entrare il ragazzo. Sembrava più che arrabbiato.
Lo guardai scioccata, poi alzai gli occhi al cielo e tornai alla mia lettura, senza curarmi della sua presenza estremamente ostile. La porta sbatté violentemente dietro di lui, facendo tremare il pavimento. Sbuffai, infastidita e mi sistemai al meglio sul letto, spostandomi una ciocca di capelli che mi era caduta davanti agli occhi.
C'era silenzio, troppo silenzio. Sentivo il respiro pesante e furente del ragazzo a fianco a me e un'aura ostile che attraversava totalmente la stanza.
-Allora? Vuoi parlare o stiamo qui fino a domani? -chiesi, con aria estremamente menefreghista.
Lo avevo fatto apposta, ma mi era uscita talmente tanto naturalmente che persino io avevo pensato che fosse vera.
Spostai lo sguardo su di lui e vidi i suoi occhi gialli.
-Cosa è stata quella scenata che mi hai fatto prima? –chiese. Si vedeva che stava cercando di stare calmo, ma evidentemente non ci era riuscito visto che mi aveva quasi tirato giù 3 porte e due muri. La sua voce stava tremando leggermente.
-Quale scusa? –in effetti, prima era stato lui a fare la figura del bambino.
-Quella prima di entrare in classe, cos'è? Hai già dimenticato? –sospirai. Non lo sopportavo proprio quando faceva così.
-Aha –mugugnai continuando a leggere il libro, ignorandolo completamente.
Si avvicinò e mi strappò il libro dalle mani, bruciandolo in un nano secondo. Questo non doveva farlo.
Mi alzai di scatto e lo spinsi con tutta la forza che avevo, facendolo indietreggiare di qualche passo. Dietro di lui, lo specchio rifletteva la mia immagine in piedi sopra il letto. Vidi chiaramente che i miei occhi stavano prendendo un colore sul rossiccio.
-Io non ho fatto un bel niente! Sei te che ti sei comportato da deficiente! Mi ha fatto piacere che Light si sia preoccupato di me, a differenza di te che non hai fatto un bel niente. Come tutti gli altri! –Urlai sottolineando le ultime parole.
In una mossa mi fece cadere sul letto facendomi sdraiare per poi bloccarmi i polsi saldamente e salire a cavalcioni su di me. Sentivo il suo respiro pesante a pochi centimetri da me e gli occhi gialli brillavano nell'ombra.
-Cosa pensavi? Che fossi venuto solamente per chiamarti? –ringhiò.
Spalancai gli occhi di scatto.
-Cos-
-Ero venuto per vedere come stavi, per aiutarti, ma giustamente mi ritrovo quella scenetta mielosa, pensi che mi sia piaciuto vederti attaccata a Light? –mi interruppe.
Il mio cuore perse un battito e un groppo in gola mi impedì di respirare tranquillamente. Mentre parlava, si era anche avvicinato ed era a pochi centimetri da me. Sentivo il suo odore da ogni parte, era buonissimo.
Sospirò e sciolse la presa sui miei polsi per poi spostarsi da me. Si sedette sul letto e guardò per terra. Ripensando probabilmente alla frase che mi aveva appena detto.
Mi sedetti anche io e lo abbracciai da dietro, saltandogli sulla schiena e appoggiando il mento sulla sua spalla.
-Mi dispiace –sussurrammo insieme.
Ci scappò una risata e mi guardò con la coda dell'occhio. In cambio, feci un sorriso a trentadue denti e gli diedi un bacio sulla guancia. Lo sentii sussultare sotto di me e vidi un leggero rossore sulla sua guancia. Incominciai a ridere come un'ebete e lui mi guardò male.
-Aidan è arrossito! –dissi tra le risate.
-Sta zitta, non è vero –balbettò imbarazzato.
I nostri occhi si incrociarono. I rossi di lui e i miei azzurri come il cielo.
Avrei potuto guardarli per anni.
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║La Principessa Intoccabile║
Fantasy[CARTACEO] La principessa intoccabile , così l'aveva soprannominata. Colei che nessuno poteva toccare, colei che avrebbe potuto uccidere ad ogni singolo tocco; eppure... lui ci riusciva. Egli la sfiorava, la accarezzava, la stringeva a sè e lei... l...