50°Capitolo
POV JULIE
-Sei sicura? –
Non sapevo perché, ma in quel momento Aidan indossava una felpa nera e conquella si era tirato il cappuccio in testa.
La cresta di capelli che aveva, fuoriusciva dal pezzo di stoffa. Si potevanovedere tutti e due gli occhi che mi fissavano preoccupati. Potevo sentire tuttii suoi sentimenti, era nervoso, preoccupato, eccitato e spaventato.
-Sì Aidan, te l'ho già detto e ripetuto tre volte. –dissi roteando gli occhiper poi far scrocchiare qualche osso del braccio. Dovevo concentrarmi, dovevofare di tutto per non far uscire quella cosa.
-Fai del tuo meglio, non trattenerti, perché io non lo farò. –dissi un'ultimavolta.
Lui sospirò e si toccò la nuca. –Non sono molto sicuro di questa cosa. –disse titubante.
Lo fulminai con lo sguardo e sussultò leggermente. –Stai forse dicendo che sonodebole? –chiesi avvicinandomi al suo volto fino a far sfiorare i nostri nasi.Lo fissavo insistentemente come se a far così riuscissi a capire cosa stessepensando. Ritrasse leggermente la testa e incatenò gli occhi ai miei, comestregato.
-Non ho detto questo. –iniziò con voce tremante. Cos'era? Ora gli mettevosoggezione? –Penso solo al fatto che possa accadere qualcosa di male, ho pauradi farti male. –si giustificò.
Sbuffai infastidita e mi inginocchiai per allacciarmi una scarpa. Aveva pauradi farmi male, quindi pensava che io fossi talmente debole da non poter reggerei suoi attacchi e, di conseguenza, farmi male.
-Non sei coerente. –dissi prima di iniziare lo scontro.
Ero nervosa già da quello che era successo prima, poi lui viene a dirmi certecose proprio non lo sopporto. In poche parole secondo lui non avevo fattoniente in quell'anno di allenamento.
Ero andata via per l'anno sabbatico. Ma per favore.
-Pronti! –urlò l'arbitro. Aidan mi rivolse un'ultima occhiata e quasi ringhiaiquando mi chiese nuovamente se fossi sicura.
Mi alzai in piedi e cominciai a fissarlo dall'altra parte del campo.
-In posizione! –nessuno dei due si mosse. Rimanemmo fermi, come se stessimosemplicemente aspettando in piedi qualcosa come ogni persona normale.
L'arbitro ci guardò quasi male ma, con un fischio, annunciò l'inizio dell'incontro.
Nessuno dei due fece dei passi. Tutti e due aspettavamo che l'altro facesse laprima mossa, cosa che non accadde.
Quando lo vidi, mi scappò un sorriso beffardo, non me lo aspettavo, pensavofosse rimasto il solito impaziente.
L'arbitro ci guardò sempre male, stette per fischiare, ma Adam e Gale lofermarono dicendogli qualcosa all'orecchio. Per vedere questo, distolsi losguardo dal ragazzo.
-Pensavi veramente che funzionasse? –chiesi. Il mio braccio aveva fermato unpugno infuocato del ragazzo, che in pochissimi secondi mi aveva raggiunto. Eradiventato molto più veloce. Notai che i prof incominciarono ad innalzarebarriere di sicurezza, non avevo notato lo spostamento d'aria che aveva creatola mia difesa, aveva spostato un nebbione verso i ragazzi.
Lo vidi solo quando mi girai verso Aidan. Mi stava rivolgendo un sorrisettomalizioso e, dopo alcuni secondi, scomparve dal mio campo visivo. Purtroppo perlui non mi era del tutto invisibile.
Con gran sorpresa dei prof, chiusi gli occhi e riuscii a trovarlo. Era propriodietro di me, pronto a farmi uno sgambetto per buttarmi a terra.
Saltai pochi secondi prima di essere colpita alle caviglie, atterrai sulle manie poi, dandomi di nuovo la spinta, balzai in piedi rivolgendo il volto versoAidan. Lo guardai per qualche secondo.
-Ti sei divertito abbastanza. –commentai prima di sparire dalla sua vista. Lovidi disorientato ma mi trovo in poco tempo.
Era difficile non farsi vedere, quindi decidi di contare solo sulla velocità.Aumentai il livello e la mia mano lo colpì da dietro.
Pensavo di aver colpito il mezzo della schiena, ma sentii il palmo della manoavvolgere il mio.
Strinsi i denti e, in un gesto fulmineo, lo colpii alle caviglie di sorpresa,facendolo cadere.
Si rialzò immediatamente. Preso dalla foga, si lasciò trasportare e cominciò arivolgermi contro una serie di pugni infuocati che schivai.
Mi stavo scocciando e non poco. Era da un po' che sapeva darmi solo dei pugnidiretti verso il volto, volevo divertirmi.
Lo presi per un polso e gli girai il braccio, facendolo scrocchiare. Si liberòsubito e, senza neanche darmi il tempo di ragionare, mi ritrovai dentro unturbine di fuoco. Lo aveva sparato dalla bocca.
Bruciava.
Di nuovo, contro quel dannato muro. Quella mossa, aveva fatto male. Sentivotutti gli arti bruciacchiati. Aprii gli occhi e vidi Aidan che mi guardavapreoccupato.
No, non dovevo sembrare debole. Non dovevo essere debole. Le energie mitornarono di colpo e in un balzo mi rimisi in piedi.
Toccava a me usare la magia.
In pochi secondi le fiamme mi circondarono e il mio pugno colpì in pieno lostomaco del corvino. Lo sentii mugolare di dolore mentre veniva scaraventatocontro il muro.
Quando il polverone che avevo creato si diradò, Aidan non c'era più e sentii unpugno scontrarsi con le vertebre della mia schiena.
Saltai all'indietro all'improvviso, atterrando sul suo braccio teso che pocoprima stava colpendo la mia schiena. Mi guardo scioccato e, con un calcio, lomandai dritto nel punto in cui mi aveva spedita poco prima.
Mi guardo ghignando mentre ciondolava alzandosi da terra. I suoi occhidiventarono di un oro splendente e si circondò col suo fuoco nero. Sentiiurlare i compagni e mi girai verso di loro.
Li vidi tutti col volto a terra, come se una forza enorme li stesse spingendoverso il nucleo della terra. Al contrario io non sentivo niente.
Quando incrociai nuovamente gli occhi del ragazzo, quella maledetta sensazione,a distanza di un anno, ritornò.
Sangue.
Volevo il suo sangue.
Automaticamente, senza minimamente accorgermene, mi circondai del mio fuocoscarlatto.
Calmatevi, voi due! –sentii urlare Gale. Non gli diedi retta, non riuscii adargliela, la voglia di tagliare la carne dell'avversario era troppa.
Passai la lingua tra i denti come se sotto quel tocco assaporassi il saporeferreo del sangue. Mi soffermai sui canini che mi sembravano più affilati delsolito.
Quell'aura che emanava Aidan mi attirava, era qualcosa che eccitava il mioistinto.
"Uccidilo"
Sussultai. Quella voce, era lui. Un senso di paura mi bloccò proprio quandoAidan partì all'attacco. Non avevo più controllo di niente. Né del mio corpo, nédella mia mente.
-Aidan, fermo! –urlò Adam. Il ragazzo si fermò di colpo e si bloccò aguardarmi. Era sconvolto. Perché mi guardava in quel modo.
-Che c'è? –chiesi. Riuscivo a parlare, fino a poco prima non sarei neancheriuscita a pronunciare mezza sillaba.
I suoi occhi dorati tornarono rossi rubino e il fuoco scomparve all'improvviso.
Si avvicinò lentamente a me, toccò con la mano una guancia, precisamente quelladestra, e col pollice la accarezzò lentamente.
-Il tuo occhio. È ner
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║La Principessa Intoccabile║
Fantasy[CARTACEO] La principessa intoccabile , così l'aveva soprannominata. Colei che nessuno poteva toccare, colei che avrebbe potuto uccidere ad ogni singolo tocco; eppure... lui ci riusciva. Egli la sfiorava, la accarezzava, la stringeva a sè e lei... l...