56°Capitolo-Ubriaco

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56°Capitolo

POV JULIE

Sospirai rumorosamente e mi rigirai nel letto puntando gli occhi verso la figura seduta ai piedi esso. Mi fissava da un buon quarto d'ora e non aveva intenzione di smettere. Sembrava un cane bastonato pronto a ricevere la sua sgridata e la opportuna punizione, però nello stesso momento mi guardava pure storto, come se la colpevole fossi io.
Sbuffai e mi alzai di scatto dal letto andando verso la finestra, che avevo dimenticato di chiudere, dando accesso libero ad Aidan.
Non disse una parola, era ubriaco fradicio. Si era messo a bere tutte le rimanenze di alcolici che aveva trovato in sala e si era rifugiato in camera mia, giustamente.
Per fortuna non aveva ancora fatto nulla di stupido o pericoloso. Era tranquillo, mi fissava intensamente per controllare ogni azione che compivo.
-Ancora arrabbiata? –mi chiese. Aveva lo strano tono di uno perfettamente sobrio e il suo sguardo era uno di quelli più lucidi che avevo mai visto. Era veramente ubriaco?
Mi risedetti sul letto per via dell'aria fredda che puntava la mia schiena e incrociai le gambe. Lo cominciai ad osservare per cercare di trovare qualche segno che mi indicasse che fosse veramente ubriaco.
-La smetti di fare la bambina? –disse con tono seccato, rivolgendomi un'occhiataccia.
Lo guardai per un attimo sconvolta.
-Come scusa? -
Lui si alzò di scatto, mettendosi in piedi davanti al letto, puntando il dito contro di me.
-Sono stanco della tua gelosia, sono stanco del fatto che tu debba sempre incazzarti con me per scemenze e sono stanco che tu faccia la civetta con gli altri ragazzi. –disse quasi urlando, lasciandomi spiazzata. Da dove era partito quell'argomento? Perché si era improvvisamente incazzato? Perché solo in quel momento sembrava ubriaco?
Rimasi in silenzio per decifrare cosa avesse appena detto e trovare un senso logico e, quando capii di cosa stesse parlando, mi arrabbiai di rimando.
-Senti, non hai il diritto di parlare! Appena mi avvicino a Light è come se lo dovessi baciare istantaneamente e ti avvicini all'improvviso staccandolo da me, non ne hai il diritto! Non sei il mio ragazzo e, anche se lo fossi, non avresti comunque ragione. La civetta non l'ho mai fatta e, anche se la facessi, non te ne dovrebbe fregare. -
Non sapevo perché stessimo litigando, non sapevo perché aveva voluto così, neanche perché lo avevo incolpato di tutte quelle cose, sapevo solamente che la mia mente si era annebbiata tutto d'un tratto e avevo deciso di dichiarare guerra al ragazzo davanti a me.
-E ora me ne vado, mi hai già rotto le scatole Aidan. –dissi cercando di scendere dal letto. Non feci in tempo a muovermi di un centimetro che lui mi aveva già immobilizzato sul letto, stringendomi i polsi e sdraiandosi praticamente sopra di me. Avevo il suo viso vicinissimo al mio e in più sentivo la puzza di alcol proveniente dalla sua bocca. Era ufficiale, era ubriaco marcio.
-Che vuoi fare? –chiesi seria. Non avevo voglia di scherzare, mi ero alzata di pessimo umore e mi stava solo rovinando la giornata.
Mi guardò, senza dire neanche una parola, mi fissava, nient'altro.
Era abbastanza inquietante, non lo avevo mai visto così strano da quando ci eravamo conosciuti.
-Ti puoi togliere, per favore? –chiesi quasi gentilmente, cercando di non sembrare troppo arrabbiata nei suoi confronti. Volevo togliermelo di dosso, era una giornata strana, non ero neanche in me, non sembravo io.
Non fece nessuna mossa e decisi di provare a liberarmi, trovando vita facile. Non me lo impedì, ma quando stetti per muovere il primo passo verso la finestra, mi prese il polso e mi tirò a sé. Fu questione di pochi attimi.
Le sue labbra si posarono sulle mie e mi strinse a sé. Spalancai gli occhi scioccata ma presto mi lasciai trasportare dalla sensazione di calore che si stava facendo sempre di più spazio in me.
I suoi occhi rubino scomparvero e i miei azzurri pure. Era una sensazione strana. Le sue labbra erano morbide ma con un sapore forte e acido. Gli cinsi le braccia al collo e si buttò all'indietro, facendoci ricadere di nuovo sul morbido letto.

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