27°Capitolo
Mi guardai intorno, cercando qualcosa o qualcuno che mi avrebbe potuto aiutare. Mi balenò in testa l'idea di andare dritta in infermeria. Lì c'era tutto il necessario per far sembrare che tutto quello non fosse successo.
Il vero problema era entrare nella scuola constatando il fatto che molti ragazzi fossero ancora dentro, compresi i professori. In quel momento mi venne in mente un'idea. Presi la coda del mio abito e la strappai con forza, me la misi sulle spalle coprendo anche la schiena e misi sopra i capelli per far sembrare tutto a posto.
Cercando di sembrare più normale possibile, non curandomi dei lancinanti dolori alla schiena e delle gambe che chiedevano disperatamente riposo per colpa del sangue perso. Arrivai velocemente in infermeria, Light non c'era più, probabilmente era andato a casa. Meglio così, avrebbe raccontato tutto e allertato i dottori.
Mi tolsi il pezzo di velo che avevo sulle spalle, il sangue si confondeva benissimo col rosso del vestito, presi un telo, lo bagnai e incominciai a toglierei l sangue dalle ferite sentendo le pulsazioni di dolore ogni volta che le sfioravo. Una volta finito, presi un'intera boccetta di acqua ossigenata e la aprii. Mi avrebbe fatto male, molto male, ma era l'unico sistema per far sì che non provocassero un'infezione. Me la versai su tutta la schiena, rischiando di allertare più volte tutto il personale medico della scuola. Una volta fatto questo, presi un pacco di bende e coprii tutta la mia schiena. Rimisi il velo sulle spalle e misi tutto a posto. Uscii il più presto possibile dalla scuola e mi diressi verso casa.Bussai al portone e presto mi aprii Luna. Aveva stampato sul volto un sorriso che solo lei poteva fare e mi incitò ad entrare. La salutai velocemente e corsi in camera mia, anche se la debolezza mi rallentò.
Chiusi la porta violentemente, le mie gambe crollarono e finii in ginocchio sul pavimento. La testa mi girò vorticosamente e la vista diventò sempre più sfocata. Riuscii a chiudere la porta a chiave prima di crollare a terra, senza sensi.
POV AIDAN
Ero sdraiato sul letto a guardare il soffitto quando sentii la porta della camera di Julie sbattere violentemente.
A quanto pareva, era tornata.
Sospirai pesantemente e mi girai su un fianco. Mi vennero in mente miliardi di cose a cui pensare. Leonard, il tizio che doveva praticare degli studi su di noi e Julie.
Avrei dovuto starmene a casa, in solitudine, come facevo di solito. Mi stavo affezionando a troppe persone e questo non era a mio favore. Avevo già perso troppi cari, non volevo soffrire ancora, faceva troppo male.
-Aidan! -
Sgranai gli occhi e scattai seduto sul letto.
Maledizione.
Mi toccai la nuca chiudendo gli occhi. Ci mancavano pure le allucinazioni. Sentii una stretta al cuore, poi un senso di nostalgia. Mi passarono per la testa tutte le immagini della mia infanzia per poi tornare a quella fissa, l'ultima, lo schianto. La mia infanzia era finita nello stesso momento in cui sentii la macchina perdere aderenza dal terreno e dirigersi verso il burrone.
Scossi la testa violentemente e scacciai le immagini dalla mia mente. Dovevo distrarmi o sarei rimasto depresso per il resto della giornata. Visto che Julie, a quanto avevo sentito, non era di buon umore, decisi di andare a disturbarla.
Mi alzai con un balzo dal letto e aprii la porta. Presi la strana decisione di bussare, cosa mai fatta, ma non rispose nessuno.
Che fosse uscita era impossibile, non avevo avvertito nessun movimento.
Cercai di aprire la porta senza permesso ma non si mosse di un millimetro, era chiusa.
-Ohy Julie, apri la porta –dissi alzando la voce. Nessuna risposta. Un senso di ansia mi assalì e incominciai ad urlare.
-Julie! Apri la porta! -
-Aidan, adesso apro –disse con voce flebile dall'altro capo della porta.
Tirai un sospiro di sollievo e lei aprii la porta.
Appena aprì, un'ondata di odore ferreo mi pervase le narici. La guardai ma non vidi sangue addosso a lei. Forse era quel giorno del mese? No, era troppo forte per essere quello.
Quando si girò per andare verso il centro della stanza, vidi che dietro la schiena aveva un pezzo di velo appartenente al suo vestito, in fondo strappato, e ciondolava mentre camminava. Con due falcate le fui dietro e le strappai di dosso quel velo, facendola sussultare.
POV JULIE
Ero svenuta. Mi ripresi giusto in tempo prima che Aidan piombasse in camera mia a forza e mi trovasse in quello stato. Ciondolavo leggermente e sperai in un primo momento che Aidan non lo notasse, ma evidentemente lo notò praticamente subito, perché arrivo dietro di me in un batter d'occhio e mi strappò di dosso il velo insieme alle bende.
Sussultai e mi girai cercando-e sperando-che non avesse visto niente, ma dalla sua espressione capii subito che le aveva notate. Senza dire niente mi prese per una spalla e mi girò in malo modo. Non ribattei, era più forte di me e in quello stato anche se avessi voluto non sarei riuscita a fare nulla.
-Come te le sei procurata –mi chiese digrignando i denti. Non risposi, se glielo avessi detto non se lo sarebbe mai perdonato. Dovevo pensare, velocemente.
-Dei ragazzi, dietro la scuola –risposi vaga.
Si passò una mano tra i capelli alzando quel ciuffo che copriva per metà il suo occhio destro per poi sbuffare.
-Perché non ti sei ribellata? –mi chiese alzando lo sguardo.
-Mi tenevano per il collo Aidan, ero inerme. Ho provato ma ho rischiato di soffocare –dissi tutto d'un fiato. Le parole mi erano uscite di colpo e senza pensare.
-Mi vuoi raccontare o ti devo strappare le parole una ad una? –mi chiese spazientito, appoggiandosi al muro.
Mi sedetti sul letto e incominciai a raccontare.
-Sono andata dietro scuola per studiare un libro di magia del fuoco, ho sentito dei rumori dietro di me e quando mi sono girata un ragazzo mi ha preso per il collo alzandomi fino a non toccare più terra. L'altro ragazzo mi ha incominciato a frustare, fino a quando una bimba è passata di lì. Hanno cercato di farle male, non ci ho visto più, ho bruciato il polso del tizio che mi teneva per il collo e ho carbonizzato l'altro. –
-Ho tre domande –disse mimando il numero con le dita.
-Dimmi -
-La prima, come ha fatto a toccarti? -
Me l'aspettavo.
-Con un guanto anti-fiamme -
-Seconda, non potevi bruciare il braccio prima? -
Rimasi in silenzio. Aveva ragione, non ci aveva pensato. Avevo agito di impulso e, stranamente, quella bambina mi aveva salvato la vita.
-Ecco, passando oltre, ti hanno detto chi erano? -
Deglutii rumorosamente.
-Sì, erano della banda di briganti che tu hai carbonizzato tempo fa, si volevano vendicare -Uy+
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║La Principessa Intoccabile║
Fantasy[CARTACEO] La principessa intoccabile , così l'aveva soprannominata. Colei che nessuno poteva toccare, colei che avrebbe potuto uccidere ad ogni singolo tocco; eppure... lui ci riusciva. Egli la sfiorava, la accarezzava, la stringeva a sè e lei... l...