22°Capitolo-Lezione di Ballo

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22°Capitolo

Lo guardai a fondo e distolsi lo sguardo, concentrandomi sul cancello di scuola davanti a noi.
-E se tornassi? –chiesi con tono di sfida.
Avevo quell'intenzione da quando avevo scoperto la sua esistenza. Nessuno mi avrebbe fermato, dovevo sapere l'origine di quella voce.
Mi guardò e si fermò di colpo. Mi girai a guardarlo poco prima di entrare dentro al cancello. Gli occhi diventarono gialli mentre un'aura nera lo circondò. Sentii addosso gli occhi di tutti improvvisamente.
-Non ci provare –la voce era seria e roca, non ammetteva repliche. Non avevo paura, ero determinata. Presto le fiamme avvolsero pure me, donando al vestito delle sfumature scarlatte. Se dosavo bene il mio potere riuscivo a non far bruciare i miei vestiti.
-Se no? Che mi fai? –chiesi ghignando.
Adoravo le sfide, era da un po' che non sfidavo qualcuno e Aidan mi faceva ribollire il sangue.
-Potrei farti male o potrei rinchiuderti –rispose ringhiando. Si vedeva che era furioso. Sospirai e feci scomparire le fiamme. Avrei voluto combattere, ma non avrei risolto niente, solo una ramanzina dal preside.
-Sappi che non ho cambiato idea –dissi avviandomi verso Light, che era appoggiato ad una colonna davanti all'ingresso. Mi guardava stupito per quella specie di litigata.
-Ecco Lara Croft –commentò ridacchiando. Rigirai gli occhi e sorrisi.
-Magari la fossi –dissi.
-Figurati, sei bellissima così –disse sorridendo.
Arrossii leggermente e guardai da un'altra parte. La campanella suonò e incominciammo ad entrare. Nessuno mi aveva mai detto una cosa così dolce, Light era un ragazzo fantastico. Era dolce, gentile e sempre disponibile. Un pensiero però mi girava in testa.
-Light, sei sicuro di voler veramente ballare con me? C'è comunque il rischio che ti possa bruciare –chiesi preoccupata. L'ultima cosa che volevo è che si facesse male.
-Tranquilla, correrò questo rischio –disse incominciando a scendere le scale verso il salone da ballo, alias, la mia vita.
Era il salone più grande della scuola e poteva ospitare tutti gli studenti. Cerano delle sbarre, i camerini divisi con abiti diversi per tutti.
Avevo gli occhi vispi e attenti ad ogni cosa presente in quella stanza. Incominciai a vagare roteando e canticchiando canzoni che ricordavo dai balli che facevamo al castello. Me lo ricordo come se fosse ieri.
Mi ricordo le luci che rendevano il salone principale una perfetta sala da ballo, ricordo le risate che si facevano i miei genitori e gli ospiti, ricordo i balli che facevano sempre tutti per onorare mio padre e il suo lavoro. Ricordo quegli occhi viola puntati verso di me che mi sorridevano.
Senza che me ne accorgessi, incominciai a circondarmi dalle mie fiamme formando un serpente di fuoco e creando le fiamme ad ogni mio movimento. Danzavano insieme a me, dando vita ad uno splendido spettacolo di luci.
-Evans –sentii la voce della professoressa rimbombare nella stanza e mi fermai. Avevo il cuore in gola. Non era proprio il caso di fare una brutta figura al primo incontro con la prof.
-Mi dica –dissi impaurita.
La guardai in volto per vedere la sua espressione. Al posto di trovare un'espressione arrabbiata, ne vidi una stupita.
-È stato fantastico! Chi glielo ha insegnato? –mi chiese avvicinandosi con gli occhi illuminati.
-Nessuno, mi è venuto spontaneo –risposi, come se fosse una cosa ovvia.
Lo facevo quotidianamente a casa mentre mettevo a posto la camera e i miei liberi o quando mi capitava di sentire della musica.
Non sapevo fosse così particolarmente speciale saperlo fare.
-I più grandi ballerini ci hanno messo circa una settimana per coordinarsi, è stata molto brava. -mi elogiò la donna.
Mi inchinai e le rivolsi un sorriso sornione.
-Bene, starà in coppia con Jackson. -disse, allontanandosi subito dopo. -Ovviamente, lontani. -Mi scambiai un'occhiata con Light e sorridemmo. Quella era puramente stata fortuna.
-Mi concede un ballo? -si inchinò, come un vero principe sapeva fare con la sua principessa, e mi porse la mano che però non potei toccare. 
-Certamente, my lord. -trattenni una risata. 
Prima di cominciare a ballare, vidi seduti sulle panchine alcuni ragazzi, tra cui Aidan, che venivano sgridati dalla professoressa. Perché? Perché non avevano voglia di ballare e avevano deciso di passare l'intera lezione in un angolo.
Il ragazzo dagli occhi rossi mi guardò di rimando, ignorando la prof, con uno sguardo accigliato. Buttai gli occhi per aria mentre spostai lo sguardo sul mio compagno di ballo che si era avvicinato un po' troppo rispetto al solito distanziamento che tenevamo.
Era necessario però per ballare. 
Cominciammo a muoverci, come se fosse un ballo a contatto ma senza toccarci davvero.
Ogni movimento, ogni mossa, era un'ansia continua. Avevo estremamente paura che si facesse male.
Eppure per un po' ballammo tranquillamente in mezzo a tutti gli altri nostri compagni. 
Passammo alcune volte di fianco a Jenny e Jack, che cercavano con tutte le loro forze di mischiare i loro poteri.
-Per ballare col vostro partner al meglio, dovrete unire i vostri poteri. Ma solamente se ci sarà una certa percentuale di compatibilità funzionerà. -
-Compatibili, nel senso? -non riuscii a seguire il suo discorso.
-I vostri poteri. Per fare un esempio ovvio, acqua e fuoco non sono compatibili. -

Guardai Light. -Ci proviamo? - indicai Jennifer e Jack per fargli capire a cosa mi stessi riferendo.
-Certo. -fece il gesto di farmi fare una giravolta su me stessa e io lo seguii automaticamente.
I nostri poteri si toccarono nel punto in cui noi due non potevamo. La luce del fuoco e del sole si propagò per tutta la stanza, accecando tutti. Il fuoco dorato ci avvolse, splendendo letteralmente di luce propria.
-Bravissimi! -la professoressa applaudì, vedendo quello spettacolo. -Siete il giusto compatibili voi due. -
Ci fermammo e la magia scomparve.
-In che senso "il giusto"? -chiesi, quasi infastidita da quella affermazione. A me sembrava fossimo decisamente compatibili, non "il giusto".
-Non lo siete completamente, ma siete in grado di creare una specie di fusione. Bisogna lavorarci. -
La squadrai palesemente da capo a piedi, senza nascondermi, e sbuffai. Ed io che pensavo fossimo perfetti. Sarebbe stato un sogno, ma ovviamente qualcuno doveva sempre rovinare il momento.
-Sei stata bravissima. - sentii la sua mano sfiorarmi la spalla, come per darmi una carezza di lode, ma mi scostai immediatamente.
Eppure era troppo tardi.
Un leggero lamento trattenuto lasciò le labbra di Light, cercando di nascondere inutilmente quella mano che presentava in quel momento delle bruciature estremamente pericolose per il suo corpo.
Sgranai gli occhi e indietreggiai. 
Gli occhi mi si velarono di lacrime in pochi secondi, mentre Light veniva soccorso dalla prof e da Jack. 
Il suo corpo cominciò a tremare, il dolore era troppo intenso per sopportarlo e per un momento lo vidi perdere conoscenza. 
-Sto bene. -mi guardò negli occhi, come per assicurarsi che lo stessi ascoltando. -Non preoccuparti, principessa. -
Disse quella frase come se mi avesse letto nel pensiero. Non voleva farmi preoccupare e questo lo sapevo, ma la pelle bruciata al contatto con la mia pelle era un evidente segno che quello che stesse dicendo fosse falso.
-Mi dispiace. -sussurrai, con la voce spezzata.
Volevo sprofondare, correre via, rintanarmi per sempre da qualche parte e non farmi più vedere in giro.
Riuscì ad alzarsi e lo accompagnarono in infermeria, sotto i miei occhi bagnati dalle lacrime che rigavano il mio volto.

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