79°Capitolo
POV AIDAN
Leccai i miei artigli, giusto per sentire il sapore del sangue che gocciolava lentamente per tutto il dito, andando a finire sul mio polso. Il sapore ferreo aveva invaso la mia bocca e sembrava inebriare le mie papille gustative. Era una sensazione favolosa, il dolore dentro il mio petto pareva scomparso completamente e sentirmi al massimo delle mie energie come mai ero stato prima mi annebbiava il cervello.
Non rispondevo più delle mie azioni e potevo solamente lasciarmi trasportare da quella voce nella mia testa che mi ordinava di uccidere la ragazza che aveva tolto la vita al colei che amavo.
-Aidan, smettila! –sentii urlare dietro di me, probabilmente Jennifer, ma non ci feci caso poiché con un graffio le provocai un'ulteriore ferita.
Mi compiacevo ogni volta che vedevo il suo sangue schizzare davanti a me e le mie mani sporcarsi sempre più. Sentire i gemiti di dolore era musica per le mie orecchie e la sua faccia disperata appagava la mia vista.
-Aidan! –sentii urlare in lontananza. Era la sua voce, ne ero certo, l'avrei riconosciuta ovunque, ma decisi di non ascoltarla poiché l'immagine del suo corpo senza vita era ancora ben impressa davanti ai miei occhi.
Erano solamente allucinazioni, ricordo perfettamente di averle avute anche durante il periodo post morte dei miei genitori e di Leonard.
Continuai quel tira e molla con Sheiva, mentre quella voce riapparve poco dopo.
Scossi la testa, provai a concentrarmi sulla mia preda. Non dovevo perderla, dovevo assolutamente sfracellarla viva. Doveva pagare per tutto quello che aveva fatto.
All'improvviso sentii il mio corpo bloccarsi e la mia attenzione si concentrò su una figura esile lontana dalla nostra posizione. La vidi perdere l'equilibrio dal bordo del ponte e cadere nel vuoto mentre chiamava il mio nome.
Dentro di me si sovrapposero troppi pensieri tutti in una volta, ma la prima cosa che feci fu quella di dirigermi verso quella figura, lasciando da parte l'odio che provavo verso Sheiva. Fu l'istinto a guidarmi.
Quando la presi tra le mie braccia, la mia mente si schiarì improvvisamente e sentii la mia parte demoniaca cadere a pezzi.
I suoi capelli sfiorarono delicatamente il mio braccio, ma notai immediatamente che il suo corpo non emetteva calore né potevo sentirne il peso. Sembrava di trasportare una foglia.
-Aidan. –sussurrò la ragazza, risvegliandomi.
-Julie. –sussurrai di rimando, con voce tremante. Avevo paura che scomparisse da un momento all'altro, come era accaduto coi miei fantasmi del passato.
Non avrei retto.
La ragazza mi sorrise leggermente e posò una mano sulla mia guancia. Fredda come il ghiaccio, non produceva più il suo calore normale, sembrava aver perso completamente ogni segno vitale e la sua magia.
Finalmente ritornammo a terra e la posai delicatamente, avendo quasi paura di farle del male.
Non sapevo cosa pensare o cosa dire. Non riuscivo a capire perché lei fosse ancora davanti a me e volevo seriamente liberarmi di tutti quei interrogativi.
-Ti spiegheremo tutto più tardi.- fece una pausa, nella quale io le chiesi il perché l'utilizzo del plurale.
Si guardò attorno, come per cercare qualcuno, soffermandosi su un punto in particolare tornando poi a guardarmi.
-Io e mio padre. –lo disse talmente tanto naturalmente da farmi rabbrividire. Davvero era riuscita ad accettare tutto quello con così tanta facilità? Io ancora non sapevo che pensare. Avevo scoperto poco prima di mettere piede all'inferno di essere il presunto figlio morto di Belzebù e ancora non avevo avuto la possibilità di confrontarmi con il mio presunto vero padre demone. Non era bello da pensarlo, neanche da esserlo.
Scacciai quel pensiero e la guardai negli occhi.
Solo in quel momento mi resi conto che i suoi occhi non erano più del loro reale colore ma che avevano lasciato posto ad un buco nero.
-Dobbiamo prima liberarci di lei. –disse all'improvviso, guardando dietro le mie spalle.
Presi un lungo respiro e mi girai.
Vidi Sheiva completamente fuori controllo. Turbini di fuoco la circondavano, la testa ciondolante passava da una spalla all'altra e dei sghignazzi fuoriuscivano dalla sua bocca.
Rimase a fissarci per un po', mentre io mi misi in posizione di difesa, poi si lanciò verso di noi e notai che Julie era ancora dritta, senza aver assunto alcuna posizione di difesa o contrattacco.
Stetti per colpirla ma, non appena Sheiva si avvicinò il giusto, Julie sollevò una specie di barriera davanti a noi, senza muovere un solo muscolo, e la scaraventò dall'altra parte mandandola contro una roccia. Rimasi a bocca aperta.
Da quando ero arrivato in quel mondo, sentivo che il mio potere si era quasi raddoppiato, ma lei era veramente tutt'altro livello. Che le avesse fatto qualcosa Lucifero?
Ci avvicinammo entrambi al corpo della ragazza, ancora incastrato tra le macerie della roccia che si era sgretolata dopo il violento impatto.
Julie si inginocchiò alla sua altezza, alzò una mano e la posizionò a pochi centimetri dal suo volto. Ero convinto che non l'avrebbe uccisa, non era il tipo, eppure mi sconvolse quando pronunciò una semplice parola che fece esplodere la testa di Sheiva, lasciando il suo corpo senza vita per terra.
Trattenni il respiro fino a quando Julie non si rialzò continuando a fissare il corpo.
-Non è morta. –disse poco dopo.
Le stavo per dire che era finito tutto, che potevamo tornare a casa e lasciarci tutto questo alle spalle ma lei mi lesse nel pensiero e distrusse l'idea che avevo costruito.
La guardai sorpreso. Non capivo come potesse non essere morta, le era esplosa letteralmente la testa e il suo corpo non poteva più muoversi.
-Rinascerà nuovamente qui, come è successo a me, ma Belzebù la condurrà nelle segrete, dove sarà rinchiusa. –fece una pausa. –Per avermi uccisa. –lo disse quasi sussurrando, spostandosi nervosamente.
-Sheiva. –si sentii chiamare dietro di noi. Julie sussultò leggermente e si girà verso la fonte della voce. Feci come lei e vidi avvicinarsi un uomo dai capelli neri e gli occhi del medesimo colore. Portava uno smoking grigio, sembrava una persona normale ma capii subito dalla sua aura che era il re dell'inferno.
-Padre, ti ho detto di non chiamarmi con quel nome. –disse Julie, incrociando le braccia, guardandolo male.
-Ma sei nata con quel nome. –sapevo di cosa stessero parlando e non chiesi niente, ma ci raggiunsero subito dopo i nostri amici che, tutti affannati e praticamente sconvolti nel ritrovarsi Julie davanti agli occhi. Chiesero spiegazioni.
Decise di raccontare direttamente la ragazza in questione.
-Tempo fa, Nahenia e Lilith, rispettive mogli di Lucifero e Belzebù, misero al mondo i loro primo geniti: Sheiva, che sarei io, e Abrahel, che sarebbe Aidan. –rimanemmo per qualche momento in silenzio, poi continuò. –Essendo neonati e mezzi demoni, non riuscimmo a lungo a resistere alle condizioni estreme dell'inferno e, all'età di sei anni, Lucifero ebbe un'idea. –fece nuovamente una pausa, come per riordinare le idee. Visto che ci mise più del dovuto, continuai io, sentendomi preso in causa.
-Le loro mogli erano morte per il parto e non avrebbero potuto creare nuovi figli, quindi decisero di fingere una falsa morte con me e mi mandarono nel mondo degli umani, cambiando totalmente i ricordi della famiglia a cui mi affidarono così che non avrebbero potuto dirmi di avermi trovato per caso. Nel caso di Julie ci fu uno scambio. Fu preso un demone bambina che ricoprì il ruolo di Sheiva, mentre la vera fu spedita nel mondo degli umani. –spiegai infine.
-Non potevate toccarmi perché dentro di me era prevalente la parte demoniaca e portava il mio corpo a temperature elevate. –continuò la ragazza. –Mentre in Aidan prevale la parte umana e la sua temperatura corporea è normale. -
Tutti ci guardarono completamente scioccati, fino a quando una voce spezzò il silenzio che si era creato.
-Abrahel. -
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║La Principessa Intoccabile║
Fantasy[CARTACEO] La principessa intoccabile , così l'aveva soprannominata. Colei che nessuno poteva toccare, colei che avrebbe potuto uccidere ad ogni singolo tocco; eppure... lui ci riusciva. Egli la sfiorava, la accarezzava, la stringeva a sè e lei... l...