64°Capitolo
POV JULIE
Un brivido attraversò tuta la mia schiena mentre, quello che apparentemente sembrava umano, si avvicinava sempre di più con le mani incrociate dietro la schiena e lo sguardo nero addosso a me.
Non aveva niente che lo rendesse un demone, sembrava una persona qualunque. Niente corna, niente artigli, niente zanne e niente ali. Era un semplice uomo dai capelli e occhi neri, vestito con uno smoking grigio.
Unica differenza, era la sua aura. Era forte, più forte delle altre e, più si avvicinava a me e a Belzebù, più il demone indietreggiava, trascinandomi con lui.
-Lasciale il polso. –disse l'uomo, puntando gli occhi sulla mano del demo che lo stringeva talmente forte da aver provocato un ematoma lungo tutta la superficie vicino alla stretta.
Belzebù non se lo fece ripetere due volte e si staccò da me, dandomi così la possibilità di massaggiarmi il polso. Strinsi i denti e feci una smorfia nel tastarlo. Era gonfio e faceva un male atroce.
-Che ci fai qui? Non eri con Sheiva? –chiese il demone dietro di me.
Nel frattempo, l'uomo prese il mio polso tra le mani, non trovando alcuna difficoltà nel farlo essendo il mio corpo completamente congelato dalla sua presenza, e applicò un qualche tipo di incantesimo.
-Non aveva molto da dirmi. –fece una piccola pausa, lasciando il mio polso. Non mi faceva più male. –E poi, dovevo incontrare lei. –mi lanciò una veloce occhiata.
Lo guardai sull'attenti. –Non mi sono presentato. –disse.
Sapevo benissimo chi era, lo avevo capito dalla sua aura, anche se me lo immaginavo in qualche modo diverso. Molti libri che avevo letto lo rappresentavano come il solito demone rosso, dalle lunga corna, dagli occhi tagliati ovali gialli, artigli e zanne, ali e coda.
-Lucifero, no? –fu più un'affermazione che una domanda, ma annuì leggermente, sorridendo.
Mi ero cacciata in guai grossi e solo in quel momento lo avevo capito. Mi guardai un po' attorno e notai che la stanza, inizialmente completamente deserta, era piena di demoni di ogni tipo.
I due demoni si girarono per guardare e Lucifero sbuffò.
-Non doveva occuparsene Sheiva? –chiese Belzebù, seccato.
evidentemente la presenza di tutti quei demoni non era gradita ai Re.
Continuavano a parlare di questa Sheiva. Da quel che ne sapevo era la figlia di Lilith e Lucifero. Non avevo ancora sentito parlare di Nahenia e Abrahel, la moglie e il figlio di Belzebù. Era successo qualcosa ma non ricordavo cosa.
Quando mi distolsi dai pensieri, i demoni erano già tutti spariti.
Lucifero si guardò un'ultima volta intorno, Belzebù sparito. Mi prese per un braccio e incominciò a trascinarmi di qua e di là per il palazzo. Era immenso, molto più grande di quello che era casa mia e mi ero già scordata da dove eravamo partiti. Mi lasciavo trascinare come un animale di stoffa, non opponevo la minima resistenza. Eppure il mio corpo non emetteva nessun segnale di pericolo.
Incominciammo a scendere. Muri pieni di fiaccole e statue si facevano strada man mano che scendevamo e più andavamo giù più faceva freddo.
Aprì una porta, non vidi più niente.POV AIDAN
Buttai giù il portone che portava alle segrete, ovviamente contro il volere di Elise, e cominciai a scendere velocemente. Non mi importava più di niente, volevo semplicemente riprendermela e tornare nuovamente lì. Il pensiero che fosse la mi stava distruggendo interiormente e ogni scalino era un brivido di ansia e preoccupazione in più. Sembravano non finire più e, quando finalmente vidi la porta, un peso si sollevò dal petto.
Aprii tutte le serrature e, facendo un profondo respiro, aprii quella dannata porta che mi divideva da lei. Non mi ero portato a dietro niente.
Avevo poco tempo, Elise aveva chiamato Adam.
Scossi la testa e scossi le spalle, trovandomi faccia a faccia con quell'enorme portale.
Deglutii e mi avvicinai.
C'erano strane voci, anime condannate alla pena eterna.
Mi ci scagliai contro, in cambio, mi respinse e mi scagliò contro il muro dall'altra parte della stanza. Le ossa tremarono per il colpo.
Alzai il capo e guardai il portale, che si era leggermente increspato dopo il mio tentativo di entrare.
Non avevo il permesso di entrare.
Ci riprovai più volte, ma era un fallimento continuo.
Il mio corpo non avrebbe retto per molto a dei colpi del genere e, infatti, fu così.
Dopo l'ennesimo tentativo, la mia vista offuscò e mi circondò il buio.
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║La Principessa Intoccabile║
Fantasy[CARTACEO] La principessa intoccabile , così l'aveva soprannominata. Colei che nessuno poteva toccare, colei che avrebbe potuto uccidere ad ogni singolo tocco; eppure... lui ci riusciva. Egli la sfiorava, la accarezzava, la stringeva a sè e lei... l...