61°Capitolo-Oscillazioni

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61°Capitolo

POV JULIE

Camminavo lentamente per le strade, oramai diventate silenziose, del paese. Quasi mi trascinavo dalla mia estrema voglia di vivere in quei giorni.
Sospirai per l'ennesima volta da quando eravamo partiti e Aidan mi lanciò la sua ennesima occhiataccia e lo guardai in tralice, annoiata dal suo comportamento.
Teneva le mani in tasca e il borsone che aveva richiesto Gale su una spalla mentre passava lo sguardo dalla strada a me.
Sembrava quasi preoccupato di come stessi, eppure doveva sapere come stavo in quel momento.
Ero completamente distrutta, nonostante il giorno prima mi avesse quasi urlato in faccia cose bellissime, la piomba era nuovamente ricaduta su di me come un macigno e faticavo persino a camminare.
Avevo addosso la divisa da combattimento della scuola.
I miei vestiti erano sporchi ed Elise si era offerta di lavarmeli, mentre quelli che indossavo me li avevano portati Jack e Jenny, come scusa per vedermi e controllare se stessi bene.
Aidan non mi aveva staccato gli occhi di dosso neanche per mezzo secondo in quei giorni. Ogni posto in cui andavo, era sempre al mio fianco e in bagno sempre fuori dalla porta.
Un po' per paura che scappassi e andassi nelle segrete, un po' per controllare che stessi bene in ogni momento e dimostrarmi che c'era se avessi avuto bisogno di lui.
Era un po' inquietante e all'inizio lo guardavo storto ogni volta che me lo ritrovavo dietro o fuori dalla porta. Pian piano non ci feci più caso e alla fine non mi dette più di tanto fastidio.
Feci scrocchiare le spalle muovendole a cerchio e mossi il collo per fare altrettanto.
Non avevamo ancora parlato decentemente quella mattina, sentivo che voleva dirmi qualcosa ma non trovava le parole.
-Hai intenzione di pensare ancora a lungo su come formulare la frase o ti serve un'altra notte? –chiesi, con un leggero sulle labbra per non far sembrare la frase troppo dura.
Lui sussultò e mi guardò per qualche secondo spaesato.
Quante volte avevo visto il suo sguardo distorcersi così per poi girarsi dall'altra parte per non farmi notare il suo leggero imbarazzo, oramai lo conoscevo fin troppo bene e, purtroppo, lo avevo persino visto nella sua ira più totale.
Nel bene e nel male, io a quel ragazzo vorrò sempre bene, nel profondo del mio cuore.
Anche se mi insultasse, se mi picchiasse, se mi umiliasse.
Lui è stato quel punto di svolta nella mia vita che non dimenticherò mai.
-Parla quella che fissa le persone. –disse, con un ghigno in volto.
Gli diedi una gomitata al fianco e aumentai di poco il passo, visto che si stava facendo tardi.
Per fortuna, Aidan aveva scelto di percorrere una strada apposta per non farmi vedere i resti di casa mia. Non sarei riuscita a sopportare nuovamente quella visione.
In lontananza, finalmente, cominciarono a comparire i cancelli della scuola e, con loro, i nostri amici. Tutti ci guardarono con un mezzo sorriso stampato in volto mentre Light, non appena mi vide, si catapultò letteralmente su di me. Riuscì a prendermi in braccio al volo, senza toccarmi e lasciando uno spazio tra lui e le mani, come se una forza alternativa premesse al posto del suo corpo, mi fece roteare un paio di volte mentre io, ancora scioccata, rimasi ferma come una bambola di pezza. 
Vidi lo sguardo glaciale di Aidan penetrare il ragazzo da parte a parte e mi scappò una risatina divertita essendo che, se solo avesse potuto, lo avrebbe carbonizzato semplicemente con quello. 
-Piccola, come stai? Ti senti bene? Sei ferita? Ti ha fatto qualcosa quel fiammifero? -
Mi scappò una risata innocente per il nomignolo che aveva affibbiato al ragazzo, mentre il diretto interessato quasi gli ringhiò contro.
-Buongiorno anche a te. E sì, sto bene, più o meno. –l'ultima frase fu detta più in un sussurro, sperando in qualche modo che non mi sentisse davvero e, per fortuna, fu così, ma non per tutti.
Aidan sembrò preoccuparsi immediatamente, ma feci un sorriso forzato sperando di tranquillizzarlo e gli feci segno che era tutto a posto nonostante sapessi che ci avrebbe rimuginato per le successive ore.
-Bene. –rispose il biondo, incamminandosi assieme a me verso i nostri amici. 
Jenny mi porse un bicchiere di cioccolata calda fumante e l'accettai molto volentieri. L'aveva presa dalla macchinetta della scuola e sembrava molto buona.
La sorseggiai con calma e mi sentii immediatamente riscaldare tutto il corpo, a partire dal mio stomaco. 
-Andiamo dentro a preparare la nostra cerimonia. –Light decise di dare voce ai suoi pensieri più reconditi, facendomi andare di traverso la cioccolata e chiudere una vena ad Aidan, vedendolo irrigidirsi e  lanciare un'occhiataccia al mago della luce che non stava assolutamente a distanza di sicurezza.
Tossii più volte, cercando di togliere i residui di quel liquido dalla gola, e misi una mano davanti alla bocca. Cosa diamine centrava? E perché aveva tirato fuori quella storia in un momento come quello?
Lui mi guardò divertito, mentre cercavo di non soffocare.
-Che diavolo stai dicendo? –ringhiò il ragazzo dietro di me. Sembrava gli fosse andata di traverso la saliva dalla voce rauca che aveva. 
Light gli lanciò un'occhiataccia ma tornò presto a concentrarsi solamente su di me.
-Stavo scherzando, tranquilla. –ridacchiò. -Volevo solo vedere la reazione generale ad un'affermazione completamente inaspettata. - 
Stava cominciando a perdere colpi.
Mi girai leggermente e vidi il corvino con un pugno fermo a mezz'aria verso il biondo, pronto a colpirlo, ma che ritirò non appena incontrò il mio sguardo, sbuffando sonoramente.
Jennifer ridacchiò e Jack, scuotendo la testa, le passò un braccio attorno alle spalle.
-Fratellone! –una voce comparve improvvisamente, assieme alla figura della ragazzina che saltò in braccio ad Aidan, che la guardò per qualche secondo disorientato.
Guardò prima lei, poi me e lo fece per un paio di volte fino a quando sul suo viso non comparve un ghigno malefico.
-Oh, piccolina, è da un po' che non ci si vede. Mi sei mancata. –disse, stringendola forte a sé lanciandomi un'occhiata maliziosa.
Lo fulminai con lo sguardo e tornai a guardare avanti, mentre mi stringevo di più a Light per quanto possibile, che fu particolarmente contento della mia reazione.
Eh no, non poteva fare questo giochetto. Light era un amico e quello che faceva era solo per pura amicizia, mentre lui stava palesemente abusando dei sentimenti di Sofja.

Stavamo parlando del più e del meno mentre passeggiavamo con calma nel corridoio aspettando qualche ordine da qualche prof quando gli altoparlanti decisero di iniziare a funzionare facendo rimbombare la voce del preside ovunque.
"Abbiamo intercettato un cambiamento nelle onde elettromagnetiche, si sta avvicinando l'armata infernale accompagnata da un demone superiore." Annunciò, facendo una piccola pausa, che utilizzai per girarmi di scatto verso Aidan, incontrando il suo serio fisso su di me. Non era il momento di scherzare e lui sapeva già le mie intenzioni. Volevo vendicarmi. "Preghiamo a tutti gli studenti di recarsi ai propri posti mentre, ai principi, di recarsi al più presto nel mio studio." disse, chiudendo definitivamente l'annuncio.
Guardai i miei compagni. Light mi salutò assieme a Sofja che venne salutata con un bacio tra i capelli dal suo fratellone, che le raccomandò seriamente di stare attenta.
Una mano mi prese per il polso e mi trascinò verso l'ufficio del preside come il mio corpo pesasse nulla. Gli occhi di Aidan non ammettevano repliche, era seriamente preoccupato di quello che sarebbe successo.
Da quel che ne sapevamo, era la prima volta che si presentava un demone superiore nel nostro mondo, non lo avevano mandato lì a caso, aveva sicuramente uno scopo preciso e noi dovevamo precederlo prima di tutti.

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