17°Capitolo-Insicurezza

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17°Capitolo

POV JENNY

Aprii la porta lentamente, controllando pezzo per pezzo se la stanza fosse in ordine, ma quando la aprii del tutto, sicura che fosse tutto a posto, vidi una figura seduta sul piccolo balconcino che mi fissava con un'espressione mista tra tristezza e felicità.
-Julie! –esclamai, allarmando Jack alle mie spalle.
Non capivo perché fosse lì. Non mi aveva chiamata per tutto il giorno e si presentava così, senza preavviso, entrando dalla finestra.
Mi fece un mezzo sorriso restando in silenzio.
Solo in quel momento notai che i suoi vestiti erano ridotti a stracci e sul suo corpo erano presenti evidenti bruciature che però non sembravano darle fastidio.
-Che ci fai qui? –chiesi avanzando verso di lei con Jack dietro. Quando lo vide, spalancò gli occhi per poi rivolgerli verso il basso, trattenendo il respiro.
-Che c'è? –chiese Jack.
Non capivo cosa potesse avere, non aveva mai fatto così. Era sempre solare, ma quel giorno era veramente giù di tono.
-Voi non lo sapete, vero? –chiese sospirando, scendendo dal balconcino ed entrando in camera mia sorpassandomi senza fermarsi.
-Che cosa dovremmo sapere? –chiese Jack preoccupato.
Come biasimarlo, il mio cuore stava battendo all'impazzata per la paura che fosse successo qualcosa di veramente grave. Pensai quasi subito ad Aidan. Non era con lei, cosa abbastanza strana, ma lui era un mago potente, era impossibile che gli fosse successo qualcosa di grave. Poi pensai ai suoi genitori, poi al maggiordomo di corte fino ad arrivare a pensare ai suoi poteri.
-Sapete chi è Leonard, vero? –chiese guardando più Jack che me.
Jack annuì in automatico, mentre io rimasi un attimo disorientata.
-No –risposi.
-Era il maggiordomo di Aidan -
A quelle parole Jack si irrigidì di colpo, stringendo pugni e denti. Si vedeva che aveva già capito il concetto.
-È morto –sussurrò.
-Quando? Come? Perché? Dov'è Aidan? –chiese Jack in preda al panico.
-Ieri sera stava cercando di venire a prendere Aidan a casa mia ma dei banditi hanno fatto deragliare la carrozza, facendolo cadere da un burrone. Aidan è a casa mia –rispose con lo sguardo basso.
Non capivo il perché di tutto quello. Gli era morta la famiglia nello stesso modo, perché dovevano continuare? Perché lui non cercava vendetta? Sarebbe finito tutto.
Sentii uno sbuffo provenire dalla mia sinistra e il rumore delle scarpe che risuonava per tutta la stanza.
Era Jack che si muoveva nervosamente.
-Perché, cazzo. Perché! –disse arruffandosi tutti i capelli messi a posto col gel.

POV JULIE

Non riuscivo a guardare in faccia i miei amici. Non che fosse colpa mia, ma stavo nascondendo sia a loro che ad Aidan un segreto enorme. Non potevo dirlo, avrebbe peggiorato la situazione. Vedevo la preoccupazione nel corpo di Jack anche senza guardarlo in faccia. Si capiva dal modo in cui camminava, dai muscoli tirati e dai pugni serrati. Si sentiva dal modo in cui respirava pesantemente o dagli occhi leggermente rossi e lucidi e dall'aura ostile che emanava il suo corpo.
Il mio corpo era immobile sopra il morbido letto appartenente alla mia migliore amica. Non sentivo neanche più il dolore delle bruciature che mi ero procurata dal mio veloce allenamento.
-Ehy! Avete visto Julie? –chiese una voce proveniente dalla finestra. I ragazzi si girarono insieme, mentre io rimasi con gli occhi piantati a terra.
-Aidan! –dissero in coro.
Sentii il suo sguardo posarsi su di me e sentii il rumore delle sue scarpe che scavalcavano il balconcino. Mi irrigidii di colpo. Era ora della strigliata pomeridiana. Non avevo neanche mangiato. In quelle condizioni, non l'avrei passata liscia. Avrei avuto di sicuro la sessione di quarto grado.
Si mosse verso di me, analizzandomi per bene, mentre i suoi occhi passavano velocemente su ogni ferita, rabbrividii. Il suo sguardo era di ghiaccio, inespressivo, non traspariva alcuna emozione sul suo volto. Sembrava una statua di marmo.
I ragazzi se ne accorsero, ma rimasero fermi senza dire nulla, anche se Jack lo avrebbe fermato volentieri. Non perché avesse intenzione di farmi male, non lo avrebbe mai fatto, ma per chiedergli il perché non lo avesse avvisato.
Arrivato davanti a me, si inginocchiò e mi prese il braccio pieno di ferite. Rabbrividii al contatto con la sua pelle. Non ero ancora abituata al fatto che potesse toccarmi.
-Come ti sei fatta queste ferite? –mi chiese serio, guardandomi negli occhi.
Dopo la morte di Leonard era diventato iperprotettivo nei miei confronti. Lo avevo notato da quella mattina. Da una parte era dolce essere in pensiero, d'altra parte era inquietante.
-Mentre mi allenavo –risposi.
Con la coda dell'occhio vidi Jack e Jenny che cercavano di svignarsela.
-Non ci provate! –esclamai facendoli fermare di colpo –Ce ne andiamo -
Mi alzai sospirando, appoggiando un piede alla ringhiera del balcone.
-Ti chiamo dopo, ciao –dissi a Jenny saltando giù dalla finestra per poi incamminarmi verso casa. Poco dopo mi raggiunse Aidan. Non spiccicava parola, forse non ne aveva neanche l'intenzione, guardava la strada mentre alcune volte mi lanciava un'occhiata.
Ero stanca, stanca di quel comportamento. Lo campivo sinceramente, lo capivo fin troppo.
Mi fermai, facendo fermare anche lui. Si girò leggermente, solo il giusto necessario per guardarmi interrogativo, aspettando una mia risposta.
-Come stai? –sussurrai guardandolo di sottecchi.
Mi guardò sorpreso, poi la sua espressione si addolcì e si girò del tutto verso di me.
-Sei preoccupata per me? –mi chiese.
Il mio cuore sobbalzò facendomi tremare all'improvviso. Abbassai lo sguardo per non guardarlo e annuii piano. Sentii le guance prendere fuoco e gli occhi mi divennero lucidi.
Non sapevo il perché di quella reazione, ero confusa.
Sentii dei passi e poi una mano poggiò sulla mia testa accarezzandola leggermente.
-Grazie, Julie -


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