69°Capitolo-Antico

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69°Capitolo

POV JULIE

Stavo girovagando oramai da troppo tempo nei corridoi di quella sottospecie di castello. Era quasi passato un mese dal mio arrivo.
Ero appena stata nella biblioteca nei sotterranei e avevo cercato informazioni in più senza ottenere alcun risultato decente, o almeno, non ancora.
-Che ci fai qui? –chiese una voce dietro di me.
Non mi fermati e tantomeno risposi. Non avevo tempo da perdere con lei e neanche voglia di litigarci. In quel mese ci eravamo scambiate due parole si e no tre volte e ogni volta finivamo col litigare.
Era sempre la stessa storia, lei mi trattava da cani, io non mi lasciavo mettere i piedi in testa e partiva la rissa quasi sempre placata da uno dei due Re passanti per puro caso di lì.
Mi guardai attorno, cercando qualche stanza con dei libri più antichi, che spiegassero più approfonditamente l'argomento. Dovevo capire cosa volessero e perché ero lì.
-Rispondimi quando parlo. –disse, prendendomi per un polso. Non doveva toccarmi, glielo avevo già detto.
Le mie fiamme uscirono automaticamente e, appena sfiorarono la sua mano, la allontanò di scatto.
Non mi scomposi quando vidi la sua mano fumare per la bruciatura.
Mi guardò con gli occhi sgranati, stupita del fatto che fossi riuscita a bruciarle con tanta facilità una parte del corpo. In teoria, non avrei potuto neanche scalfirla con tutta la forza e le fiamme a me disponibili.
-Non voglio ripetermi, sai già cosa voglio che tu non faccia. –dissi, facendo scomparire il calore e tornando sui miei passi.
L'avevo guardata con uno sguardo talmente vuoto che mi ero stupita persino di me stessa. Ero diventata più seria e rigorosa nei modi in quegli ultimi tempi.
Dovevo stare attenta a tutto e a tutti, non mi potevo fidare di nessuno se non di me stessa. Sentii dei passi dietro di me, ma decisi di non girarmi visto che capii di chi si trattasse.
-Cosa cerchi? –chiese.
Rimasi in silenzio per qualche minuto, poi sbuffai e, con un tono seccato, risposi –Risposte. –era strano che mi avesse chiesto qualcosa con un tono pacato e calmo.
Di solito dovevo subirmi il suo tono altezzoso e severo.
-Vorrei capire perché sono qui, nient'altro. –continuai, non sentendo nessuna risposta o cenno da parte sua.
Mi si affiancò semplicemente e mi indicò una porta, in fondo al corridoio. Sembrava più vecchia delle altre e da essa proveniva una forte aura magica.
-Là ci sono i libri più antichi di questo mondo, forse anche del tuo. –disse, senza distogliere lo sguardo davanti a sé.
La guardai per qualche secondo, poi aumentai il passo per raggiungere più in fretta quella porta.
La aprii senza pensarci due volte e Sheiva la richiuse dietro di sé, appoggiandosi.
Sentii il suo sguardo per tutto il tempo su di me mentre cercavo di tirare giù i libri più antichi che c'erano. Mi ricordava tanto Aidan quel suo comportamento, mi voleva sempre tenere sotto controllo in ogni mio movimento e in qualche modo mi faceva sentire al sicuro. Lo sguardo di lei al contrario metteva ansia. Sembrava pronta ad attaccarmi in qualsiasi momento e alcune volte le lanciavo delle occhiate per controllare che fosse ancora lì o per controllare semplicemente che non mi volesse fare del male fisico.
Avevo sentito la sua aura, era potente e sarebbe stata capace di farmene.
Volevo andarci cauta con lei, dovevo stare attenta a tutto ciò che facevo e trovarmi in quello stanzino chiuso con lei che bloccava la porta, speravo involontariamente, con il suo stesso corpo non mi era sembrata una delle mosse migliori.
Poco importava in quel momento.
Trovai dietro uno dei scaffali più vecchi un libro incastrato e rovinato. Lo sfilai a forza e quasi caddi dal tanto che era pesante.
Ci soffiai sopra alzando un polverone facendomi tossicchiare leggermente per il fastidio. Mi bruciarono gli occhi per qualche secondo ma, dopo averli sbattuti più volte, mi passò e potei appoggiare il tomo sul tavolo che reggeva a stento quattro libri neanche tanto grandi.
Lo aprii e trovai le pagine completamente bianche. Strizzai gli occhi, come per cercare qualche parola nascosta, ma non trovai niente.
Mi morsi il labbro e cominciai a giochicchiare con la catena della mia collana, sfogliando il libro in cerca di qualcosa.
Senza accorgermene, la collana si sfilò dal mio corpetto e il ciondolo si posò sulle pagine del libro, brillando improvvisamente.
Mi coprii leggermente gli occhi e, quando li riaprii, vidi che nelle pagine inizialmente bianche erano comparse lettere e parole.
La ragazza alla porta mi guardò di sottecchi, sembrava sapere cosa stesse succedendo.
Iniziai a leggere e più andavo avanti più avrei voluto non aver mai trovato quel libro.

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