16°Capitolo
POV JENNY
Mi stavo sistemando davanti allo specchio quando mi girai all'improvviso per controllare che la mia stanza fosse in ordine. Mi ero scordata di metterla a posto, ma per fortuna io ero una malata della pulizia e dell'ordine e non c'era nulla fuori posto. Era bianca e degli scaffali pieni di statuette di vetro occupavano la maggior parte del posto disponibile in stanza. Adoravo le statuette di ogni tipo. Purtroppo ne avevo solo di vetro, quelle di ghiaccio erano molto rare da trovare e molto costose per via delle diverse tecniche di mantenimento.
Stavo pettinando i miei lunghi capelli biondi scuro in attesa dell'arrivo di Jack. Quel giorno i miei genitori avevano invitato i suoi da noi per mangiare e, di conseguenza, sarebbe venuto anche lui.
Ero un po' in ansia, ma ero molto felice che venisse. Almeno non sarei stata sola.
Quel giorno Julie non mi aveva ancora chiamata e mi stavo preoccupando, anche se il fatto che Aidan fosse lì con lei mi tranquillizzava un po' ero comunque preoccupata in qualche modo.
Il suono del campanello risuonò in tutta la casa, annunciandoci l'arrivo degli invitati.
Corsi verso la porta della mia camera aprendola con forza per poi fiondarmi verso le scale, sporgendomi per vedere se Cameron fosse già pronto.
Vidi solo i miei genitori dietro il cameriere che stava aprendo la porta. Come previsto, non c'era e andai verso la sua camera. Era l'ultima infondo al corridoio, era una seccatura attraversarlo tutto ogni volta.
-Cameron! –urlai. Per un attimo mi preoccupai se mi avessero sentito pure i miei genitori ma la sua risposta mi distolse dal pensiero.
-Che vuoi? – mi rispose con altrettanto tono aprendo la porta della sua stanza presentandosi vestito elegante.
Aveva lo smoking nero, con una cravatta e una camicia bianca. I capelli biondo cenere tirati all'indietro e gli occhi verdi mischiati ad azzurro erano nascosti da un paio di occhiali.
-Come mai gli occhiali? –chiesi indicandoli. Portava gli occhiali solo a leggere, non per altro.
-Stavo leggendo un libro –disse togliendoseli –Andiamo? –chiese chiudendo la porta dietro di sé e avviandoci verso le scale.
Se non fosse stato mio fratello, lo avrei sposato volentieri.
Nella sua classe era considerato il più bello. Come dare torto alle sue "fan".
Aveva 18 anni, ma purtroppo non aveva ereditato nessun potere. Era una persona normale e, di conseguenza, non avrebbe potuto governare il regno al meglio.
Sapevo quanto ci tenesse. Fin da piccolo aspettò l'arrivo dei suoi poteri ma purtroppo non li vide mai arrivare. Da piccoli giocavamo sempre in giardino; mi faceva andare sull'altalena, uno dei miei giochi preferiti forse perché mi piaceva ricevere attenzioni da lui, ma anche perché mi dava la sensazione di volare.
Corsi verso lo specchio più vicino dando a mio fratello il tempo di sorpassarmi e scendere le scale, e mi sistemai i capelli che, quel bravissimo ragazzo, nel frattempo mi aveva scombinato.
Una volta pronta andai al pian terreno, dove Jack e Cameron stavano già conversando allegramente.
Tossicchiai leggermente per avere la loro attenzione. Il primo che si girò fu Jack che, appena mi vide, si catapultò su di me e mi abbracciò sotto gli sguardi dei miei genitori e quello malizioso di Cameron. Era vestito con un mantello, fatto a giacca, tutto azzurro con i bordi bianchi. Sotto una camicia bianca e i pantaloni grigi con una catena attaccata alla cintura.
Carino.
-Come stai? –chiesi mentre scioglieva l'abbraccio.
Lui alzò le spalle e mi fece cenno con la testa per chiedermi lo stesso.
-Anche io – risposi.
Con lui mi trovavo molto bene. Era calmo e tranquillo, anche se quando combatteva diventava una molla.
-Per di qua signori –disse il maggiordomo, mentre ci indicò la sala da pranzo tutta addobbata.
Certo, era un pranzo come un altro, ma stavamo ospitando delle persone molto importanti per il paese, anche se per me Jack fosse una persona come un'altra.
-Come è andato il viaggio? –chiesi mentre ci sedemmo a tavola, ovviamente vicini.
-Bene, niente di nuovo. È stato abbastanza corto –rispose posando un tovagliolo sulle sue gambe.
Mangiammo velocemente tra una conversazione e l'altra. I genitori di Jack erano veramente simpatici; sua madre era senza poteri, mentre suo padre era l'elemento della neve. I miei si erano interessati in particolar modo a Jack e gli avevano fatto varie domande scomode e imbarazzanti a cui lui poté solo rispondere mugugnando o a sillabe.
-Se volete potete andare in camera –disse mia madre una volta finito di torturare il povero ragazzo di fianco a me. Era rosso come un peperone e di sicuro in quel momento non aspettava altro.
-Grazie mamma, vieni ghiacciolino –dissi alzandomi da tavola salutando i genitori di Jack cordialmente per poi salire in camera mia.i
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║La Principessa Intoccabile║
Fantasy[CARTACEO] La principessa intoccabile , così l'aveva soprannominata. Colei che nessuno poteva toccare, colei che avrebbe potuto uccidere ad ogni singolo tocco; eppure... lui ci riusciva. Egli la sfiorava, la accarezzava, la stringeva a sè e lei... l...