46°Capitolo
POV JULIE
-Ti odio. –disse per l'ennesima volta da quando l'avevo spinto giù dal letto. Non volevo farlo così forte, ma qualcuno non mi aveva insegnato a dosare bene la mia forza, lasciandomi sempre piena libertà di dosaggio. Uguale, non sapevo quanto io fossi effettivamente forte o quanto potessero girare la faccia i miei schiaffi.
Sospirai leggermente e mi girai per vedere se Adam e Gale erano ancora nella mia camera.
-Non ho ancora capito il motivo per cui voi siete qui. –dissi cercando di far uscire dalla mia bocca un tono seccato e non ripensare alla caduta patetica di Aidan.
-Oggi ci sono i combattimenti di prova a scuola per vedere chi si schiererà nelle prime file. –spiegò Adam con tono saccente.
Io e il ragazzo sbuffammo e scesi dal letto.
-Bene, ora potete andare che mi devo cambiare. –dissi, dirigendomi verso l'armadio.
I due uomini se ne andarono chiudendosi la porta alle spalle senza dire altro, mentre il corvino rimase seduto a gambe incrociate a fissarmi come se non avesse sentito niente di quello che avevo appena detto.
Lo guardai annoiata.
-Che credi di fare? –chiesi, mettendomi una mano sul fianco e buttando il mio peso tutto sulla mia gamba sinistra.
Alzò le spalle innocente e continuò a guardarmi.
-Rimango qui. –disse semplicemente.
Rimasi a fissarlo per qualche secondo, poi sospirai, aprii l'alta dell'armadio e ci ficcai la testa dentro per cercare una maglietta, un paio di pantaloni e una sua solita giacca che avevo fatto tempo prima. Per fortuna le trovai senza tanti problemi e, con un gesto rapido, gliele lanciai facendo così che lui le prese al volo.
-Cosa sono? –chiese, osservandole come se non avesse mai visto dei pezzi di stoffa.
-Guarda, sono panini. –dissi esasperata, rificcando la testa nell'armadio un po' per trovare qualche vestito che andasse bene e un po' per attutire il suono delle sue domande del cavolo.
Per fortuna non dovevo più andare a scuola con degli abiti lunghi e potevo vestirmi comodamente per un combattimento degno di questo nome.
Dai miei accurati scavi, tirai fuori una maglietta senza spalline, che iniziava a fascia per coprire il seno, color rosso con dei mini fiorellini bianchi, dei pantaloncini corti bianchi e una felpa panna da mettere sopra.
Stetti per togliermi la maglietta senza pensarci tanto, ma solo in quel momento mi ricordai che in quella stanza c'era Aidan.
Lo cercai con lo sguardo e lo vidi in boxer che si cambiava tranquillamente davanti a me. Rimasi incantata ad osservarlo, in quell'anno la sua muscolatura era aumentata e non di poco. Ora, sull'addome, presentava dei addominali ben scolpiti, le braccia erano il doppio di prima e le gambe si erano rafforzate. Il suo ciuffo nero era più corto, ma ben curato, mentre i suoi occhi color fuoco non erano cambiati di una virgola.
-Vuoi una foto? –chiese con un ghigno malizioso in volto. Non mi ero curata minimamente del fatto che lui potesse accorgersi del fatto che lo stessi fissando da più di un minuto.
Sentii le mie guance arrossarsi e girai la testa di scatto.
-Non pensare male, stavo solo guardando dov'eri. –dissi, cominciando a togliermi i vestiti ignorando il pensiero che lui mi stesse fissando, direi quasi facendo la radiografia. Poco importava, mi ero cambiate infinite volte davanti ad Adam e non sarebbe cambiato niente. Non ero nuda.
Lo sentii deglutire leggermente e un brivido passò lungo la mia spina dorsale.
-Pervertito. –sussurrai il giusto perché così potesse sentire. Poi diceva a me, io non avevo fatto nessun rumore, lui invece era lì che stava per implodere. Come se non avesse mai visto una ragazza in intimo.
Quel pensiero mi fece riflettere un attimo. Lui effettivamente non aveva mai visto nessuna ragazza in intimo, a meno che non avesse fatto baldoria in quell'anno.
Cercai di vestirmi velocemente, trovandolo una volta girata ancora a petto nudo, con addosso solamente i pantaloni e le calze.
-Poi dicono che le femmine sono lente. –dissi aprendo la porta del bagno per truccarmi quel che bastava.
Tanto quella sera ci sarebbe stato il grande ballo di ben tornata, me lo avevano detto i miei genitori una volta che mi avevano visto dopo un anno.
Sospirai e uscii dal bagno, trovando Aidan appoggiato al muro che mi aspettava.
Quel completino gli stava veramente bene, anche se aveva dimenticato di mettersi qualcosa.
-E la maglietta? –chiesi, guardando che tra il mantello bianco con i bordi rossi e i jeans neri si era scordato di mettersi sotto la maglietta mogano.
-Non mi serve, fa caldo. –disse scostandosi dal muro, aprendo la porta.
-Convinto te. –sussurrai, per poi seguirlo nel corridoio dove ci stavano aspettando i due uomini.
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║La Principessa Intoccabile║
Fantasy[CARTACEO] La principessa intoccabile , così l'aveva soprannominata. Colei che nessuno poteva toccare, colei che avrebbe potuto uccidere ad ogni singolo tocco; eppure... lui ci riusciva. Egli la sfiorava, la accarezzava, la stringeva a sè e lei... l...