35°Capitolo
POV JULIE
Guardavo per terra, non avevo un solo pensiero per la testa. Era vuota, come i miei occhi in quel momento. Fissavo la strada ma non la vedevo, il vento mi soffiava tra i capelli ma non lo sentivo, Aidan mi chiamava ma...lo sentivo.
Mi girai verso di lui di scatto come se fossi stata appena risvegliata da un sogno. Quando incrociai il suo sguardo, lui mi guardò per qualche secondo poi sospirò e chiuse gli occhi.
Sentivo una specie di ansia farsi strada nel mio stomaco per poi crearmi un groppo in gola. Mi toccai il collo e sentii una catena. Guardai in basso e vidi che avevo al collo la collana che avevo uguale a quella di Aidan. Presi a giocherellarci, toccando le spine del filo che circondavano la spada per poi rigirarmela tra le mani più volte. In quel momento mi venne in mente il primo giorno di scuola, di come andavamo "d'accordo" io e Aidan, di come ci eravamo conosciuti e come avevamo litigato il primo giorno.
-Sono davvero così brutta? –chiesi accennando un sorriso durante la frase.
Aidan mi guardò stranito, poi tornò a guardare avanti e abbozzò un sorriso.
-E questa che domanda sarebbe? –rispose.
Sul mio viso apparve un'espressione triste, nostalgica. I venne da sorridere per aver ricordato quel momento. Arrivammo al portone di casa mia, bussammo e ci fece entrare Luna. Salimmo ed entrammo in camera mia. Era il nostro ultimo giorno insieme e di sicuro non saremo stati divisi.
Aidan si sdraiò sul mio letto, mentre io mi sedetti di fianco a lui con le gambe rannicchiate.
-E pensare che questa sarà la nostra ultima giornata –disse osservando il vuoto.
-Di solito quando qualcuno ti parla lo guardi –dissi lanciandogli un'occhiata divertita.
Lui fece lo stesso e, allungando una mano, mi passò una mano tra i capelli attorcigliando il dito in alcuni boccoli.
-Assomigli molto a Lucy –sussurrò dolcemente.
Sorrisi e chiusi gli occhi sotto quel tocco dolce che mi rilassava così tanto.
Poi mi venne in mente quella scena dove aveva intenzione di baciarmi subito dopo terminato il ballo. Arrossii leggermente e mi voltai verso di lui, vedendo che mi guardava con un occhio soltanto.
-E tu volevi baciare tua sorella? –chiesi con un ghigno dipinto sul volto. Certo, mi ero vergognata interiormente a dire quella frase, ma la sua faccia era il top.
Sgranò gli occhi e le sue guance diventarono rosse tutte d'un colpo. Si girò poi dall'altra parte.
-Ma stai zitta –sussurrò imbarazzato.
Mi avvicinai a quattro zampe e mi sporsi per guardarlo in faccia, ma lui si voltò ancora di più e non riuscii a vederlo. Decisi di buttarmi sopra di lui di peso e sentii un mugolio sotto di me.
-E dai! Non sono così pesante –mi lamentai mentre lui si girò per farmi sdraiare sopra di lu. Misi le mani davanti a me, una sopra all'altra sopra al petto di Aidan e appoggiai il mento lì.
Avevo gli occhi puntati verso l'alto per guardarlo in faccia, mentre i suoi puntati verso il basso per guardare me.
-Non mi guardare così, mi metti in soggezione –si lamentò mettendo una mano sopra i miei occhi. La scostai leggermente e sorrisi.
-E come dovrei guardarti scusa? –chiesi divertita.
-In tutti i modi ma non così –disse guardando la finestra, apposta per non fissare me.
Sospirai e mi buttai di peso di fianco a lui, poggiando la sua testa sul braccio. Luna bussò alla porta, avvisandoci che il pranzo era pronto. Ci guardammo e ci alzammo di malavoglia. Non sapevo come comportarmi. Il mio cuore non smetteva di dolere e il mio respiro era costantemente pesante. Scendemmo in sala da pranzo e ci sedemmo. Non c'era ombra dei miei genitori.
Dopotutto me lo aspettavo, non avevano mai mostrato interesse nei miei confronti in quegli ultimi 12 anni e di sicuro non sarebbero cambiati in quel momento.
Per tutto il tempo non parlammo e quando fu l'ora di alzarsi, lui decise di aprire bocca.
-Senti, io devo andare a casa per salutare Elise, vuoi venire? -
Ero molto tentata ad andare, ma decisi di rimanere a casa. Avevo le idee ancora confuse e dovevo riordinarle per bene. Mi era stato detto tutto troppo velocemente e disordinatamente. Inoltre, mi sentivo un'intrusa a casa sua ed era meglio che la salutasse lui da solo.
-No, tranquillo, ti aspetto qui –dissi sorridendo leggermente. In quel momento era l'ultima cosa di cui avevo voglia. Lui mi guardò per un momento, poi si avviò verso la porta salutandomi con un gesto della mano.
Appena chiuse il portone dietro di sé, sospirai talmente tanto forte che rimbombò per tutto il salone. Con quel sospiro avevo cercato di togliere almeno un po' di ansia dal mio cuore, ma non cambiò nulla. Mi guardai attorno, chissà quante cose sarebbero cambiate in quell'anno di assenza. Decisi di non pensarci e mi alzai dalla sedia dirigendomi verso camera mia. Mi sedetti sul davanzale della finestra con un libro in mano pronta per leggere nel mio posto preferito. Almeno per un po' mi sarei calmata, o almeno lo speravo.Erano le dieci di sera passate ed Aidan non era ancora tornato. Ero rimasta tutto quel tempo sul davanzale a rileggere i miei libri preferiti e a mettere a posto un po' la mia stanza prima della partenza. Mi stavo incominciando a preoccupare del suo ritardo, o aveva deciso di restare a casa sua o aveva avuto un contrattempo Io speravo col tutto il cuore la seconda, non volevo stare sola, non volevo rimanere sola la mia ultima sera.
A quei pensieri incominciai a stringermi a me stessa. Ero sempre Stata sola e di sicuro non sarebbe cambiato qualcosa con l'arrivo di Aidan. Guardai per un'ultima volta fuori, ma vidi il buio più totale e mi rassegnai.
Sentii le mie guance bagnarsi all'improvviso, senza che io potessi fare niente.
-E ora perché sto piangendo? –mi chiesi asciugando le lacrime che scendevano lentamente. Ero patetica. Piangere per una persona, era patetico. Sapevo dentro di me che sarebbe andata così, ma non volevo ascoltare la mia vocina interiore.
Tanto valeva andare dritta al Grand Chasm in quel momento, tanto non avevo più niente da perdere. Aprii la finestra per far circolare un po' di aria mentre mi spostai dalla parte esterna della finestra. Sotto i miei piedi c'era il vuoto, nient'altro. Chiusi gli occhi e, mentre sospirai, asciugai le nuove lacrime che erano comparse.
-E ora perché piangi? –disse una voce. Sgranai gli occhi e incrociai quelli di Aidan. Era appeso al davanzale come se fosse una cosa normalissima e mi guardava stranito.
Sentii un groppo formarsi in gola mentre delle altre lacrime scendevano.
-Stupido –sussurrai –Pensavo non saresti più venuto -
Cola sola forza delle sue braccia si tirò su e arrivò all'altezza del mio volto.
-Credi davvero che sarei capace di una cosa del genere? –mi chiese guardandomi dritto negli occhi. Potevo benissimo vedere la tristezza nelle sue pupille.
-Ne saresti in grado –dissi.
Lui rigirò gli occhi e mi prese per una mano. Un ghigno comparve sul suo volto.
-Vieni con me –sussurrò prima di lasciarsi andare nel vuoto. Non urlai, né mi spaventai. Sarei stata in grado di saltare da quell'altezza anche da sola, ma mi sorprese il suo gesto. Mi portò dietro casa mia, proprio l'opposto di dove era la mia camera.
Mi guardai attorno, ma non c'era assolutamente niente. Non capivo dove volesse andare a parare.
Si fermò tutto d'un tratto e si girò verso di me. Era serio, troppo serio. Con una mano prese il suo ciondolo e con un rapido gesto se lo tolse. Sussultai quando vidi che me lo porse. Non voleva mica darmelo.
-Vorrei che per quest'anno lo tenessi tu. È un regalo temporaneo, quando ci rincontreremo me lo ridarai –disse guardando da un'altra parte, imbarazzato.
Fissai per un momento quel ciondolo, per poi guardare lui.
-Aidan, per te è una cosa importante, non potrei mai –dissi. Non potevo prendere il suo ciondolo, era troppo importante per lui. Non sapevo il perché, ma anche per me il mio era molto importante.
-È solo per quest'anno. Mi fido di te –disse, questa volta mi guardò negli occhi, segno che fosse pura verità.
Rimasi in silenzio per un po', poi feci la mia scelta.
Presi anche io la mia collana e me la tolsi.
-Allora devi prendere anche te la mia –dissi porgendogliela.
Lui mi guardò interdetto per un secondo, poi mi sorrise.
-Sempre la solita cocciuta –disse mentre prendeva la mia collana e se la metteva al collo. Anche io feci lo stesso e sentii uno strano calore, era familiare, molto familiare.
-Non è cambiato molto –disse guardando il ciondolo. Era vero, le collane erano uguali e non cambiava assolutamente niente. Alzai la testa per guardare il cielo, quando vidi una stella cadente. I miei occhi si illuminarono e puntai un dito al cielo come se avessi visto un ufo.
Non avevo mai visto una stella cadente e quella volta mi sentii come una bambina di tre anni mentre apriva i regali per il suo compleanno.
-Che bella! –dissi sorridendo contenta.Ci ritrovammo sdraiati sull'erba fresca mentre io contavo le stelle cadenti che vedevo in cielo. Era bellissimo. Tutti i miei problemi erano scomparsi in pochi secondi e sentire che non fossi da sola, almeno per quella notta, mi fece sentire felice, tranquilla.
Ogni volta che io esultavo per aver visto una stella, ad Aidan scappava una risatina divertita.
Restammo così per tutta la serata, fino a quando non sentii più Aidan ridere. Mi girai per vedere che facesse e vidi che si era addormentato con la testa appoggiata al mio braccio. Sorrisi, era così carino. Li passai una mano tra i capelli corvini e appoggiai la testa sulla sua, addormentandomi.
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║La Principessa Intoccabile║
Fantasy[CARTACEO] La principessa intoccabile , così l'aveva soprannominata. Colei che nessuno poteva toccare, colei che avrebbe potuto uccidere ad ogni singolo tocco; eppure... lui ci riusciva. Egli la sfiorava, la accarezzava, la stringeva a sè e lei... l...