The Start of my Life! ♡

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"Dimmi che non sto perdendo tempo, che almeno tutto questo dolore ha un Senso"

Le parole di Samantha erano rimaste impresse nella mia mente per tutta la notte, in cui non avevo fatto altro che pensare e ripensare se quella era davvero la decisione migliore, se restare in quel posto di merda, e rinunciare al sogno di una vita,  avrebbe avuto un senso.

Ma in fondo tutto quello era successo per colpa mia, ed io non sarei potuta fuggire senza prendermi le mie responsabilità.
Dovevo restare in quella casa, e cercare di continuare la mia vita, se così potevo chiamarla, rinunciando all'unica cosa che in quel momento desideravo piu di ogni altra cosa.

Sentii bussare alla porta, e immersa nei miei pensieri quasi sobbalzai dallo spavento, raddrizzando la mia schiena.
Fissai per qualche secondo la maniglia, che lentamente veniva abbassata, e il panico cominciò a farsi spazio dentro di me, al punto che strinsi con violenza le dita contro le lenzuola.
Merda!

"Sono papà,Aly!"
Sospirai dal sollievo, e lasciai la presa, rilassando ogni muscolo contratto.

"Che succede?" Chiesi, quasi stupita della sua presenza.
"Tranquilla, voglio solo parlare un po' con la mia bambina"
"Papà ti prego" risposi in una cantilena, dato il modo in cui i suoi occhi si erano fermati nei miei.
"So quanto odi i discorsi sentimentali, ma devi ascoltarmi ,Alissa"
Si sedette al mio fianco, poggiando la mano sulle mie gambe, ancora ricoperte da quel lenzuolo grigio, così scuro da rispecchiare in pieno il mio stato d'animo in quel momento.

"Guardami negli occhi, piccola"
Contrariata lo feci, incrociando le braccia al petto.
"Vai al punto" dissi fredda, e non perché odiassi quell'uomo, anzi lui una delle poche cose belle ad essermi rimasta nella vita.
"Sono mesi che non parliamo, ma so perfettamente ciò che stai passando,e credimi non era questa la vita che avrei voluto per te. Da quanto la mamma non c'è piu, sono stato un padre di merda"
"Ti prego, smettila"
"No, fammi finire. Tu sei mia figlia ed io ti amo più di qualsiasi altra cosa, ma sono stato assente, mi sono fatto mangiare dal dolore, non capendo che voi avevate bisogno di me, che tu avevi bisogno di Tuo Padre"
Strinsi gli occhi al solo pensiero di come le cose erano precipitate in soli pochi mesi, facendomi toccare il piu profondo degli abissi.
"Ho visto il dolore trasformarci, ho ignorato per troppo tempo quello che succedeva in questa casa, ora BASTA! Ti prometto che farò di tutto per mettere fine a questa storia, ma tu se puoi, cerca di perdonarmi, mi faccio schifo per averti lasciata sola, in una situazione del genere."
Sbarrai i miei occhi davanti alle sue parole, non poteva averlo scoperto.

Le sue mani sfiorarono il mio viso, prima di stringermi tra le sue braccia.
"Non dobbiamo parlarne, se non vuoi"

Avrei potuto mentire, avrei potuto spingerlo com'era mio solito fare, ma quella volta fu diverso, quella volta mi arresi, e mi persi nel  profumo della sua pelle, cosi dolce, così familiare, che tanto mi era mancato.

"Papà, non devi essere tu quello a sentirti in colpa"
Mi distaccai dalla sua presa, trattenendo con ogni forza quei ricordi.
"Non azzardarti a dire mai più una cosa del genere, tu non hai nessuna colpa per quello che è successo, chiaro?"
Annuii poco convinta, e lui mi costrinse ad alzare il mento per far incastrare ancora una volta i nostri occhi.
"La cosa che mi fa piu male, e il modo in cui sei cambiata, piccola. Il dolore, ti ha fatta diventare fredda, con il cuore di pietra, ed io so perfettamente quanto pesi tutto questo su di te"
"Papà.." tentai di chiudere lì quel discorso, perché aveva perfettamente ragione, il dolore mi aveva cambiata, e il rimorso mi aveva fatto alzare un muro insormontabile, da non riuscire a sopportare più una sola parola.

"E per questo che mi sono permesso di decidere per te. Prepara le valige, hai un treno che ti aspetta" sbarrai gli occhi, sorpresa per le sue parole, e dal modo in cui si era imposto.
"Che cosa??" Strattonai la sua presa, ma lui mi rivolse uno dei suoi sorrisi, che non vedevo da troppo tempo ormai, e in un attimo capii che solo una persona avrebbe potuto mettermi in un casino del genere, così tirai un pugno sul materasso.

Se Mi Guardi Mi Arrendo -IN REVISIONE-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora