Siamo Uguali, fatti degli stessi Mali

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"Siamo uguali, viviamo negli stessi Mali, cerchiamo le stesse Ali, una persona che ci ami. Siamo uguali, coltiviamo stessi sogni umani, e puoi cambiare il tuo destino solo se ti ami"

•○•
Non riuscivo a capire, cosa avesse attraversato il mio cervello, per far arrivare i miei piedi fino in quel posto.

Ero sorpreso delle mie stesse azioni, anche perché ero piu che sicuro di non aver pensato minimamente di tornare su quel cazzo di Prato, nemmeno per un fottuto minuto, eppure stava di fatto che ero lì, non conoscendone nemmeno il motivo.

L'odore che arieggiava lì intorno, s'insinuava sempre più violentemente nelle mie narici, mentre i miei occhi  non smettevano di percorrere ogni centimetro di ciò che avevo davanti, fino a posarsi lì dove avevano voluto essere fin dal principio.

Mi bastò guardare l'amaca ancora nel suo perfetto  stato, essere attaccata a quell'albero che piu di chiunque altro,aveva assistito ai ricordi più importanti della mia vita, per sentirmi una vera merda.

Dei dannati ricordi si fecero  spazio nel mio cervello, ed io fui incapace  di respingerli.

Ero in trappola.

Lì ricordavo esattamente Luke, in ogni sua sfumatura, dato che quello era il posto in cui mi costringeva il più delle volte, a passare le serate. Forse, per non farmi finire alla riserva, o forse solo per passare del tempo insieme, completamente estraniati dal mondo intero.
In totale tranquillità.

Perché quella era esattamente la sensazione che  ti trasmetteva quel posto,
Per quanto fosse così vicino ad un parco, e a pochi metri dalla strada, poche persone ne sapevano l'esistenza, dato che per arrivare fin lì dovevi passare sotto un ammasso di erbacce, o nel caso alternativo ripercorrendo la strada che avevano appena fatto i miei piedi.
Ma quello non poteva far altro, che farmi piacere, meno persone  sapevano di quel posto, e più l'avrei  sentito mio.

Ma la cosa più straordinaria, era la pace che riuscivo a trovare, in un posto del genere.
Anche se, in quel momento non ne vedevo nemmeno la scia, dato che quei ricordi  non  avevano fatto altro che innescare in me, quella maledetta rabbia, contro chi mi aveva portato via il mio migliore amico.

Ero in gabbia, a combattere con i ricordi piu brutti della mia vita.

Portai una sigaretta  alle labbra, come  se la nicotina riuscisse a calmare il mio stato. Ed inspirai a fondo, in modo da far arrivare quello schifo fino ai miei polmoni, ma tutto ciò non causò altro che un immensa voglia, di volere qualcosa di decisamente più forte.
Cristo.

Strattonai i miei capelli, iniziando a maledire ogni cellula del mio corpo,  per avermi portato fin lì.

"Chriss?"
Sentii un leggero tocco, sfiorare il mio braccio, e mi voltai verso quei occhi verdi, facendo uscire  lentamente quel fumo dal  naso.

"Stai bene?" Cercai di nascondere tutto  il dolore che iniziava a riaffiorare nella mia mente, ma sentii ugualmente il petto stringersi in una morsa.
E respirai a fondo, prima di annuire.

Ma come attratto da una calamita, invece di andar via, mi avvicinai a quell'albero, in un gesto di totale autodistruzione.

E non ebbi nemmeno un minimo di esitazione, prima di stendermi su quell'amaca.

L'avevo già fatto, eppure quella sera era tutto così diverso.
Così straziante.

Per la prima volta nella mia vita, volevo sfidare quel dolore che da troppo tempo cercavo di nascondere.

Ma forse, preso dal momento. Non avevo messo in conto, quanto tutto quello potesse far male, al punto da non riuscire a sopportarlo.

Avevo bisogno di sfogarmi , di liberarmi da quel dannato peso che portavo continuamente sulla coscienza, ma cazzo ne ero incapace.

Se Mi Guardi Mi Arrendo -IN REVISIONE-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora