Capitolo I

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Sei mesi dopo


Ore 5.45 – Santa Monica, Casa di Irina

L'orologio ticchettava a intervalli regolari, ininterrottamente, scandendo il passare del tempo in modo inesorabile, nel silenzio della camera da letto, una lama di luce debole e grigiastra che segnava la parete vuota, facendo sembrare la vernice azzurra stranamente smorta. Irina ne contava i rintocchi, uno dopo l'altro, fissando il soffitto buio della sua stanza, sdraiata nel letto gelido, la coperta a coprirle le gambe, le mani appoggiate sul grembo.

Era evidente che il tempo non si sarebbe fermato, nonostante le sembrasse scorrere così lentamente.

Tra un suo respiro e l'altro poteva contare circa quindici ticchettii; tra un battito di palpebre e l'altro più o meno quattro.

Irina sospirò, mentre sentiva il rumore di una delle prime auto della mattina che passava davanti alla strada di casa sua. Poco dopo toccò al camion dei rifiuti, poi l'abbaio del cane della famiglia che viveva nell'appartamento di fianco al suo, che veniva portato di sotto per la prima passeggiata della giornata.

Ormai conosceva a memoria tutta la routine del palazzo e degli abitanti del quartiere; riusciva persino a riconoscere il suono dei motori delle auto che entravano e uscivano dai garage.

Contava i secondi che passavano, ma non le notti in cui aveva dormito poco, o quelle in cui si era svegliata troppo presto.

Si alzò gettando le coperte di lato, e tirò su le imposte della finestra. La luce fioca di ottobre invase la sua camera quasi vuota, mentre scostava la tenda e guardava di sotto, sulla strada ancora deserta. Non amava molto il quartiere di Santa Monica, ma era tranquillo e molto distante dalla sua vecchia casa con piscina, ed era anche così modesto da ricordarle quasi i tempi in cui viveva ancora a casa di suo padre, quando ancora sua madre si ammazzava di lavoro per guadagnare abbastanza da mettere insieme i soldi per l'affitto e la spesa.

Si appoggiò al davanzale della finestra, rabbrividendo per lo strano freddo che sembrava sempre permeare la sua stanza, e guardò il cielo nuvoloso appena rischiarato dall'alba, e capì che sarebbe stata una giornata lunga e faticosa da affrontare. L'unica cosa che la consolava era che tutto si sarebbe svolto nella solita routine, prevedibile e noiosa.

Riassettò rapidamente il letto, e ripiegò gli abiti che la sera prima aveva lasciato appoggiati sulla cassettiera. Nonostante si fosse portata lo stretto indispensabile dalla sua vecchia casa, ultimamente faceva fatica a tenere in ordine, più che altro perché non ne sentiva la necessità. Non invitava quasi mai nessuno a trovarla, e chi veniva di solito lo faceva per pochi minuti.

Strisciando i piedi Irina si diresse in cucina, mentre sentiva oltre la porta di ingresso il raspare del cane del vicino che tornava dalla passeggiata. Mise su un po' di caffè, la radio accesa con il volume al minimo, per ascoltare le previsioni del meteo. Avrebbe piovuto, molto probabilmente.

Buttò giù la tazza di caffè senza mangiare nulla, poi si infilò un paio di jeans e una felpa, prima di andare in bagno a lavarsi.

Ormai era abituata a vedere il suo riflesso nello specchio rettangolare, quindi non faceva più caso alle ombre nere sotto agli occhi e al pallore della sua pelle. La luce al neon poi era impietosa, facendola apparire ancora più sbattuta di quanto già non fosse, ricordandole che quell'estate non aveva passato molte giornate in spiaggia, come aveva sempre fatto. In sei mesi sembrava invecchiata di dieci anni, eppure non gliene importava gran che.

Quindici minuti dopo sfrecciava a bordo della sua Audi TT nera, diretta verso nord, sotto il cielo grigio dell'autunno, la strada sgombra e la radio spenta, in un silenzio ovattato solo dal rumore del motore. Era ancora presto per i monovolume che portavano i bambini a scuola, delle grosse berline luccicanti dei manager diretti nelle aziende e delle utilitarie degli impiegati che andavano in ufficio. Era più che altro l'ora di quelli che facevano i lavori duri, gli operai su turno delle fabbriche o i camionisti.

Scacco alla ReginaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora