Ore 14.00 – Los Medanos De Coro
Irina guardava con aria contrita la lunga strada desertica che le si parava davanti e che, anche se la temperatura non era così alta, le trasmetteva una sensazione di calore piuttosto fastidiosa. Sotto la luce del sole si stagliava per chilometri, creando un collegamento tra il Venezuela e la Penisola di Guaranà, affiancato dalla strada asfaltata che costeggiava l'oceano sulla destra. Quaranta chilometri di sabbia e pietre che la separavano dall'altra parte, dove molto presumibilmente ci sarebbe stato l'arrivo della gara.
Era arrivata con qualche giorno di anticipo, come le aveva suggerito Dimitri, un po' per non dare nell'occhio e un po' per sondare il terreno e vedere di che posto si trattasse.
Erano stati giorni strani, quelli che avevano seguito la festa al Titan e poi il suo incontro con Dimitri. Caracas le era sembrata incredibilmente tranquilla, come in attesa di qualcosa; non aveva ricevuto nessun messaggio da Selena, ne da nessun'altro. Chris Carter si era rimesso abbastanza in fretta, Nene aveva capito che non era il suo fidanzato e Irina si era abituata alla sua presenza. Non poteva dire che fosse particolarmente furbo, ma era un tipo divertente e tutto sommato non troppo invadente. Ovviamente McDonall non aveva mai nemmeno per un attimo voluto che tornasse a San Francisco, nonostante gli avessero quasi rotto le costole e il naso.
Si era allenata con Dimitri, e quelle erano le uniche volte in cui l'aveva visto. La sua R8 grigia continuava a rimanere sfregiata, e lui estremamente distante come i primi tempi in Russia. Avevano parlato molto poco, solo suggerimenti di guida e indiscrezioni su Selena, e Irina si era chiesta il perché di quel suo comportamento. Era come se dovesse abituarsi nuovamente alla sua presenza.
Aveva avuto modo di pensare, in quei giorni, e aveva cominciato a credere che Dimitri fosse lì solo perché era stata Yana a chiederglielo; a lei non avrebbe rifiutato nulla. Non riusciva a spiegarsi il distacco con cui la trattava, un distacco fatto di silenzi, occhiate, a volte qualche grugnito. Era sempre stato difficile da interpretare, ma in quel periodo lo era più del passato.
Cosa era successo in quei due anni?
Non le aveva raccontato poco, il che equivaleva al nulla; Irina sapeva solo che aveva girato l'Europa, spostandosi spesso per evitare i controlli e la polizia, e che la situazione a Mosca era diventata pesante, molto più pesante di quando ci era stata lei. Il russo non sembrava volerne parlare, il che le faceva pensare che dovesse essere qualcosa di grave.
Anche in quel momento, mentre osservava il deserto di Los Medanos, gli anelli pesavano al suo collo come macigni, ed era esattamente quello che voleva. Le servivano a ricordare che Dimitri sarebbe dovuto rimanere solo un'entità indefinita, un amico-nemico, qualcuno a cui lei non doveva avvicinarsi mai più. Non perché fosse sbagliato, ma perché era pericoloso. Soprattutto per lui.
Selena aveva ragione, quando diceva che la gente che la amava finiva per morire.
Nel silenzio che la avvolgeva, il suo cellulare squillò, facendola sobbalzare.
<< Ho trovato un posto che può fare al caso nostro >> disse Chris Carter dall'altra parte della linea, << Non è il Ritz, ma credo possa andare >>.
<< Dove sei? >>.
Carter le diede l'indirizzo di una via nel quartiere di Las Eugenias, a Coro, e Irina prese nota. Rimase a osservare ancora un po' la strada sulla quale si sarebbe svolta la gara, prima di risalire sulla Ferrari e dirigersi alla sua nuova sistemazione.
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Scacco alla Regina
ActionSeguito di "Russian Roulette". Los Angeles. Nella città dello Scorpione, tutti i piloti clandestini ricordano William Challagher, e ricordano Fenice. Tutti sanno che le strade non possono più essere la loro pista, da quando Irina Dwight è diventata...