Madrid, Spagna – Ore 24.00
Nel locale affollato i ragazzi si muovevano a ritmo della musica, in un miscuglio di arti che si agitavano, bottiglie di alcolici che venivano passate di mano in mano e bicchieri che venivano rovesciati a terra, nel tumulto del divertimento. L'odore di sudore, il dolciastro dei drink e il fumo emesso dai macchinari posti vicino alle casse permeavano l'ambiente, l'aria densa e il buio rischiarato dalle luci psichedeliche.
Dimitri Goryalef osservava la scena dal luogo più appartato e silenzioso del locale, il bicchiere di rum ancora mezzo pieno appoggiato sul tavolino, il piattino di salatini intonso. Arricciò il labbro, mentre quelli che sembravano suoi coetanei si saltavano addosso senza ritegno, avvinghiati in mezzo alla folla baciandosi come se non ci fosse un domani.
Odiava quel posto. Odiava la musica, odiava l'odore, odiava la gente che stava lì dentro, eppure ormai ci veniva quasi sempre tre volte a settimana, perché Al Sancho era un buon posto per trovare qualcuno con cui gareggiare. Doveva solo aver pazienza, tenere a bada l'istinto che lo spingeva ad andarsene e sopportare la musica orrenda.
Buttò giù d'un fiato il rum, sentendo il liquido forte che gli scendeva lungo la gola: se non fosse stato per il fatto che era quasi congelato, non se ne sarebbe nemmeno accorto. Ultimamente, il suo stomaco con faceva alcuna differenza tra acqua e superalcolici: poteva bere quattro o cinque drink di seguito senza risentirne neanche un po'.
<< Te ne porto un altro? >>.
Una ragazza dai capelli scuri e gli occhi verdi si avvicinò con un vassoio vuoto stretto proprio sotto il seno, quasi a volerlo far risaltare nella camicia bianca fasciata dalla parte sopra della salopette nera. I capelli lunghissimi, legati stretti in una coda, le poggiavano sulla spalla, illuminati dalla luce intermittente delle lampade.
Dimitri la guardò per un'istante, quel tanto che bastava a identificarla e a notare l'ennesima occhiata che Nieves gli lanciò per dimostrargli tutta la sua disponibilità, in ogni senso.
<< No >> rispose seccamente, sapendo di essere ben udibile nonostante la musica.
La ragazza non si scompose, come faceva ogni volta, e Dimitri la trovò irritante.
<< Allora ti porto qualcos'altro? >> chiese, quasi cinguettando.
<< No, non voglio nient'altro >> rispose Dimitri.
Nieves strinse ancora di più sotto il seno il vassoio, e il russo quasi ringhiò. Voleva solo che se ne andasse, e che lo lasciasse in pace ad aspettare il suo prossimo sfidante, chiunque fosse e a qualunque ora arrivasse.
Senza chiedergli nulla, si sedette di fronte a lui, appoggiando il vassoio sul tavolo, osservandolo con quello che doveva essere uno sguardo provocante, ma che gli dava soltanto irritazione. Il trucco pesante gli nascondeva completamente la sua vera faccia, e al russo sembrò di aver davanti una statua di cera. Nieves giochicchiò con la ciotolina delle noccioline, forse nel vano tentativo di sciogliere la tensione che si stava creando.
<< Sai, sei un ragazzo affascinante... >> iniziò, picchiando le unghie smaltate di viola sulla superfice del tavolino, << Dicono che arrivi dalla Russia, è vero? >>.
Dimitri le gettò un'occhiata carica di fastidio. Erano tre settimane che quella ragazza non faceva altro che cercare di approcciarlo in qualche modo, e la sua pazienza stava terminando. Dicevano tutti che era carina, ma a lui non interessava affatto che lo fosse: non gli diceva assolutamente nulla da quel punto di vista, e in più la trovava invadente.
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Scacco alla Regina
ActionSeguito di "Russian Roulette". Los Angeles. Nella città dello Scorpione, tutti i piloti clandestini ricordano William Challagher, e ricordano Fenice. Tutti sanno che le strade non possono più essere la loro pista, da quando Irina Dwight è diventata...