Capitolo XXXVII

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  So if I stand in front of a speeding car

Would you tell me who you are, what you like?What's on your mind, if I'd get it right?How I love that no one knowsAnd these secrets all that we've got so farThe demons in the dark, lie againPlay pretends like it never endsHow I love that no one knows


[Walking on cars - Speeding Cars]  


Ore 17.00 – Campo Claro

Irina si voltò verso Yana, seduta al lato passeggero, il visetto spaventato e gli occhi azzurri che guizzavano di qua e di là, forse in cerca di Iosif o di Dimitri, la mano stretta sulla maniglia della porta.

<< Andrà tutto bene, piccola >> le sussurrò, << Non avere paura, ok? >>.

Yana annuì, e Irina le allacciò la cintura intorno alla vita, accertandosi che fosse ben salda.

<< Andrà tutto bene >> ripetè.

La voce non la tradì, non perché era una brava attrice, ma perché la rabbia la guidava; quella rabbia che aveva sentito poche volte nella sua vita, ma che sapeva renderla lucida, fredda, controllata, anche se la paura le attanagliava le viscere. Non temeva per se stessa, temeva solo per Yana.

I Velasquez si erano spinti troppo in là; fintanto che tutta quella storia riguardava lei, Dimitri o qualsiasi altro adulto, andava bene, ma Yana era intoccabile. Ed era solo quella convinzione a non lasciare che il panico la travolgesse, perché ora la vita di quella bambina era nelle sue mani.

Ed era stato Dimitri ad affidargliela.

Dimitri Goryalef, quello che l'aveva sempre disprezzata, le aveva messo nelle mani la vita di Yana.

Forse aveva fatto bene; forse Fenice in quel momento era talmente incazzata da poter prendere a calci in culo anche Jorgen Velasquez.

Strinse il volante, accese il motore e gettò un'ultima occhiata alla bambina.

<< Ti farò ballare un po' >> le disse, << Tieniti forte >>.

<< E zio Dim? >> chiese Yana a voce bassa.

Irina strinse le labbra.

<< Ci copre le spalle >> rispose Irina, << Non gli succederà nulla >>.

Ingranò la retro, e guardò nello specchietto retrovisore; la Agera si stava avviando lentamente verso di loro.

"Figlio di puttana. Se osi anche solo avvicinarti, ti farò ingoiare la benzina della tua stessa auto".

Uscì dal parcheggio, affondò il piede sull'acceleratore e schizzò sull'asfalto come un proiettile giallo, la potenza del V12 che schiacciò lei e Yana al sedile di pelle. Dietro di lei, la R8 sgommò in mezzo alla strada con un ruggito, nera e arrabbiata.

La GTR si avvicinò, e la Agera si accodò a lei; il Nissan Pathfinder grigio di Emilian sbarrò loro la strada, piazzandosi davanti al muso dell'auto di Felix.

Scacco alla ReginaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora