Ore 23.00 – Los Angeles
Irina infilò la chiave nel nottolino di avviamento, e il motore della Punto si accese con un rombo sordo, inondando il garage con un ringhio feroce. La lancetta del contagiri schizzò in alto, sfiorando l'acceleratore, e il cruscotto si illuminò a giorno, quando accese i nuovi fari a led che Max le aveva montato. Una luce bianca inondò il vialetto di fronte al garage, potente e abbagliante nella notte limpida e fredda di Santa Monica.
Sentì l'adrenalina iniziare a scorrerle nelle vene, mentre con gli occhi controllava il livello del serbatoio, la temperatura dell'acqua e l'orologio. Doveva essere veloce per raggiungere Dalton Beach, molto veloce.
"Adesso Senderson vedrai cosa significa avermi come nemica...".
La Punto schizzò fuori dal garage con un ruggito, sollevando una nuvola di polvere e lasciando strisce nere sull'asfalto del vialetto, la saracinesca del garage aperta e solo qualche occhio indiscreto a osservare la sua partenza dalle finestre buie dei vicini. Il quartiere iniziava ad abituarsi alle uscite di Fenice.
Irina si lanciò in strada, facendo piombare la Punto in mezzo a qualche utilitaria lenta e ordinaria ancora in giro a quell'ora, che spaventata si fece da parte per farla passare. Sgommò tra gli incroci e i semafori, terrorizzando i pochi passanti in giro e non lasciando dietro di se altro che un'ombra bianca con una fenice disegnata sopra.
La Punto rispondeva ai comandi come non mai, come se quello che aveva detto Max quel mattino le avesse acceso un moto d'orgoglio tale da ricordarle chi era e cosa aveva fatto; Irina affondò il piede sul pedale dell'acceleratore, il tachimetro che schizzava in alto, la musica del motore che invadeva l'abitacolo.
Il lungomare sfilava alla sua destra, quando Irina vide i primi lampeggianti in lontananza, e qualche auto sportiva correre nella direzione opposta. Accelerò, mentre lo spiazzo di Dalton Beach si faceva sempre più vicino e il suono delle sirene più forte...
Una camionetta della polizia di Los Angeles era ferma a una cinquantina di metri, un paio di agenti a presidiare la strada, quando Irina passò a tutta velocità senza che loro ebbero nemmeno il tempo di provare a fermarla. Non riuscirono nemmeno a puntare la pistola verso di lei, colti alla sprovvista.
Una Mustang gialla sbucò da una via laterale, seguita da una volante della polizia a sirene spiegate. Irina la guardò sparire dallo specchietto retrovisore, prima di infilarsi nella via dalla quale era uscita fuori, il volante stretto tra le mani e le nocche bianche. I muri delle case sfrecciavano indistinti ai suoi lati, le ruote che fischiavano sull'asfalto...
Percorse la strada con i fari che illuminavano a giorno i marciapiedi, tesa come una molla mentre aspettava di vedere le luci posteriori delle auto della polizia, o la Chevrolet verde di Spark, o qualsiasi altra auto del suo gruppo... Sentiva le sgommate, sentiva le sirene, sentiva i motori, ma non vedeva nulla...
Svoltò a destra, ritrovandosi lungo la quinta strada che portava dritta dritta verso il centro di Los Angeles, qualche auto civile che procedeva rapida cercando di allontanarsi dal casino. Un palo della luce era stato divelto e un paio di cartelloni pubblicitari invadevano la carreggiata, distrutti...
Come un proiettile, una BMW serie 2 modificata sbucò come un proiettile alla sua sinistra e Irina affondò il piede sull'acceleratore, facendo schizzare in avanti la Punto riuscendo a evitarla per un soffio. Dallo specchietto retrovisore vide la BMW correre via seguita a ruota da una Chevrolet Spark verde ramarro, da una Camaro arancione e da una mezza dozzina di volanti della polizia in una nuvola di polvere e pezzi di metallo.
STAI LEGGENDO
Scacco alla Regina
ActionSeguito di "Russian Roulette". Los Angeles. Nella città dello Scorpione, tutti i piloti clandestini ricordano William Challagher, e ricordano Fenice. Tutti sanno che le strade non possono più essere la loro pista, da quando Irina Dwight è diventata...