Capitolo XXVIII

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Ore 20.00 – Caracas, Hotel Plaza

"So che sei la fuori in un hotel da quattro soldi, e se ti conosco abbastanza stai ancora decidendo se uccidermi o risparmiarmi... Sì, perché io sto pensando a te in questo momento, Fenice, e molto probabilmente tu non te lo aspetti nemmeno".

Dimitri emise un sospiro basso, guardando dalla grande vetrata dell'hotel la città di Caracas che si stagliava illuminata a giorno da migliaia di luci natalizie; a Yana sarebbe piaciuto quel paesaggio, ma lui aveva preferito che rimanesse a Los Angeles, lontana da qualsiasi pericolo. I bambini e Vilena stavano bene, e aveva provveduto a spedire loro un grosso pacco pieno di doni, per fare in modo che avessero qualcosa da scartare in quel primo Natale lontano da casa. Sembravano essersi abituati a Los Angeles, al tepore del clima e alla rumorosità delle strade. Ovviamente gli avevano chiesto di Irina, ma lui non aveva voluto dare risposte chiare.

L'Audi R8 era parcheggiata nel garage dell'albergo, in attesa che l'enorme, incredibile sfregio che Fenice le aveva lasciato sopra venisse cancellato. Nessuno gli aveva mai ridotto l'auto in quel modo; chi ci aveva provato non aveva usato le mani per un bel po' di tempo, e questo Emilian aveva tenuto a sottolinearglielo immediatamente. Quando aveva saputo che era stata Irina, aveva riso di gusto.

Era infuriata, e per avere il coraggio di sfregiargli la R8 in quel modo, doveva esserlo veramente molto. Se aveva pensato di aver esagerato con la storia del tradimento, ora ne era certo. Reazioni del genere da lei si potevano avere solo quando aveva superato il limite, e lui lo aveva fatto, perciò era andata a cercarsela.

L'aveva vista solo una volta, in quei quattro giorni; aveva saputo che bazzicava per i locali notturni di Caracas, forse cercando informazioni su Selena, ma aveva preferito tenersi a distanza. La psicopatica era sparita, non rispondeva al telefono, e l'unica cosa che aveva fatto era partecipare a una gara nella zona nord della città, con Jorgen Velasquez a fare da arbitro. Per il resto, il silenzio.

Però aveva avuto modo di individuare lo stabilimento della Torec: era un vecchio fabbricato a venti miglia da Caracas, senza alcuna insegna fuori ma con un parcheggio pieno di auto, quasi tutte Audi Q7 in livrea nera. Non era riuscito a entrare, anche se aveva avuto l'impressione che dentro ci fosse qualcuno a lavorare, visti i diversi furgoni che erano entrati e i bidoni dell'immondizia vuoti.

Doveva ancora capire il collegamento tra la Torec e Selena; di lei Ivan stava cercando informazioni. Diversamente da Jorgen, la ragazza non aveva alcun precedente penale, e non aveva nemmeno la patente, cosa singolare per una che possedeva tutte quelle auto.

Fenice molto probabilmente stava lavorando su un fronte diverso; si stava mescolando alla gente di Caracas come solo lei sapeva fare, con quel viso inoffensivo e lo spirito combattivo che sapeva tirare fuori. Era sempre stata oggetto di curiosità, e ora lo era più che mai; nessuno capiva quanti problemi poteva creare finché non li vedeva con i propri occhi. Era una pilota forte e carismatica, questo lo ammettevano tutti, ma nessuno immaginava la forza distruttrice che si nascondeva dietro la maschera di Fenice.

L'auto era solo l'inizio; era quasi certo che Irina sarebbe stata in grado di battere anche lui, la sera prima. Era talmente convinta di poterlo fare da riuscire a combattere l'ancestrale paura che aveva del Mastino e sfregiargli la R8... Si sentiva in tutto e per tutto la numero uno della Black List, e al dì la delle gare che aveva o non aveva vinto, lo era davvero.

Poteva battere anche lui, se solo lo voleva. A lui non importava nulla.

Di sicuro, era già riuscita dove tutti avevano fallito.

Era nella sua testa, in quel momento.

E la cosa lo destabilizzava.

L'idea che Fenice lo detestasse faceva a pugni con la sua determinazione; era da quando gli aveva rigato la macchina che ci pensava. Forse avrebbe dovuto esprimerlo ad alta voce, ma al momento si limitava a pensarlo: non gli piaceva il disprezzo di Fenice. Una volta lo ignorava, ora non riusciva più a farlo.

Scacco alla ReginaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora