Ore 10.00 – Hotel Paradise, Caracas
Dimitri fermò la Lamborghini Centenario di fronte all'ingresso del garage interrato dell'Hotel Paradise, i fari della F12 di Irina che baluginavano nello specchietto retrovisore. Accarezzò il volante di morbida pelle nera, l'abitacolo illuminato dalla strumentazione futuristica, la lancetta digitale del contagiri che si muoveva appena. La spalla gli mandò una fitta, ma la ignorò, perché era completamente concentrato sulla vettura.
In pochissimi chilometri, il V12 da 770 cavalli gli aveva dimostrato tutta la sua potenza, facendolo schizzare oltre il muro dei cento orari in meno di tre secondi netti. Era l'auto più potente che avesse mai guidato fino ad allora, un toro selvaggio da combattimento, l'ideale per la sua unica vera gara regolamentare al Nurburgring.
Scese lentamente la rampa, facendo attenzione a non far toccare il fondo bassissimo della Centenario, e scoprì che il garage dell'hotel era stato trasformato in una officina in piena regola. Fadi poteva sempre avere quello che voleva, con il suo cospicuo libretto degli assegni, e in quel momento apprezzò quel suo innato egocentrismo.
Quattro uomini li aspettavano al centro del garage, disposti uno di fianco all'altro; li guardarono con curiosità, quando la Lamborghini e la Ferrari sgusciarono sinuose dalla rampa.
Dimitri si fermò proprio davanti a quello che aveva l'aria di essere giapponese, a giudicare dal colore della pelle e dal taglio degli occhi. Silenziosa e docile la Centenario ubbidì al suo comando, ma per un attimo il suo motore ruggì, come se volesse in realtà accelerare e schiacciare il ragazzo che aveva davanti. La F12 si fermò al suo fianco, il V12 che si addormentava con un ringhio sordo.
Sganciò la cintura con una smorfia per via di una nuova fitta alla spalla, e scese dall'auto. Non guardò nemmeno per un attimo i quattro; i suoi occhi si puntarono su Irina, la cui attenzione venne immediatamente catturata dalla vettura parcheggiata in fondo al garage.
La LaFerrari che Fadi aveva promesso era lì solo per Fenice, e Dimitri era curioso di scoprire la sua reazione quando avrebbe scoperto che sarebbe stata lei a guidarla.
<< Magnifica >> commentò Fadi, sbucando dalle scale, affosso sempre la sua veste bianca e quel suo passo incredibilmente cadenzato, << Armonia delle forme, design fuori dai soliti standard Lamborghini... Un'opera d'arte >>.
Irina si voltò di scatto verso di loro, mentre l'arabo rivolgeva la sua attenzione alla Centenario, che si fece ammirare come una donna bella e vanitosa. La luce dei neon si rifletteva sulla sua carrozzeria affilata, lucida e appuntita. Irina si avvicinò, distogliendo gli occhi dalla LaFerrari.
<< E' una delle più belle auto che io abbia mai visto >> disse lentamente Fadi, girando intorno alla Centenario con la mano che sfiorava la vernice nera. << C'è qualcosa in lei di selvaggio >>.
<< Selvaggia o no, deve diventare ancora più potente >> disse Dimitri, << Voglio 1000 cavalli sotto il cofano, e voglio riuscire scaricarli tutti a terra >>.
Fadi annuì, mentre i quattro meccanici si avvicinavano. Indossavano tute nere con la scritta "Fenix" sul petto, e sembravano tutti abbastanza giovani. Il più vecchio non dimostrava più di quarant'anni.
<< Possiamo fare più o meno qualunque cosa, anche migliorare una vettura che è già praticamente perfetta >> disse quello che portava gli occhiali, il più anziano, i capelli scuri e i tratti squadrati, << Sono Karl Weber, e sono il capo team della Fenix. Ho lavorato in Mercedes, nel dipartimento della AMG, e dopo in Lamborghini. Credo di partire avvantaggiato, con la tua auto >>.
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Scacco alla Regina
ActionSeguito di "Russian Roulette". Los Angeles. Nella città dello Scorpione, tutti i piloti clandestini ricordano William Challagher, e ricordano Fenice. Tutti sanno che le strade non possono più essere la loro pista, da quando Irina Dwight è diventata...