Ore 22.00 – Casa di Irina
Irina non voleva parlare con Dimitri; già vederlo a casa sua era stato difficile.
Voleva solo prendere le sue cose e andarsene; andarsene lontano, andarsene dove nessuno sarebbe mai venuto a cercarla, soprattutto lui.
Buttò alla rinfusa le sue cose dentro un borsone, riempiendolo solo per metà, mentre sentiva il cielo tuonare e la pioggia scrosciante cadere sul terrazzo. Non aveva nulla da dire a Dimitri, nulla da spiegare, nulla da raccontare...
Però Dimitri era la sotto e lei lo vide dalla finestra, nascosta dalla tenda del soggiorno.
Aspettava.
Se solo non avesse diluviato, se solo non si fosse resa conto che Dimitri sarebbe rimasto lì sotto il temporale indipendentemente da tutto il resto, Irina non lo avrebbe fatto entrare. Aspettò quasi mezz'ora, prima di guardare di nuovo fuori dalla finestra e vedere il russo appoggiato alla R8, le braccia incrociate e i capelli incollati al viso, bagnato fradicio.
Era così maledettamente egoista da lasciarlo ridurre in quel modo?
Lo aveva già maltrattato a sufficienza, in tutti quei mesi.
Andò al citofono e aprì il cancello, sapendo che era un errore; accostò la porta di casa e aspettò che fosse lui a entrare.
Ci volle solo qualche minuto per vedere Dimitri spuntare dalle scale, completamente bagnato, che entrò in soggiorno grondando acqua da tutte le parti; per un momento Irina si sentì tremendamente in colpa, ma durò un attimo, il tempo che bastò al russo per aprire bocca.
<< Quindi volevi andartene così, facendo finta di niente? >>ringhiò arrabbiato, mentre i suoi occhi si posavano sul borsone a terra e le gocce d'acqua gli colavano lungo il collo.
<< Che cosa vuoi? >> ribatté lei, incrociando le braccia.
Sentì il suo cuore accelerare, per la tensione e il fastidio. Se ne era andata da casa Goryalef perché aveva bisogno di stare da sola, perché rendersi conto di non avere nulla faceva male e perché... perché lui era lì.
Dimitri si produsse in una smorfia, la solita che usava quando doveva esprimere disappunto.
<< Credi che non sappia della mia fedina penale, Fenice? >> ringhiò in risposta, << Credi che non sappia nulla? >>.
Ora era chiaro, perché l'aveva seguita.
<< Chi te lo ha detto? >> domandò Irina, sorpresa.
Doveva esserlo? Non aveva chiesto a nessuno di mantenere il silenzio, ma aveva sperato che McDonall non facesse circolare la notizia, sul giochetto che gli era stato tirato...
<< Senderson >> rispose Dimitri, mentre i tuoni continuavano a imperversare fuori e il vento faceva battere le imposte, << Mi ha detto che hai strappato in faccia a McDonall un contratto di lavoro, per la mia grazia. E' la verità? >>.
Quindi lo sapeva; sapeva tutto. E come Irina aveva previsto, non aveva gradito l'intromissione nella sua vita, anche se era positiva.
<< Non ti deve importare, cosa ho fatto >> disse lentamente lei, mettendoci tutta la freddezza di cui era capace, << Stai per tornare in Russia. Lo farai con la fedina penale pulita, e non avrai problemi con la polizia. Io non avevo intenzione di entrare nell'F.B.I., non ho perso nulla >>.
Il russo la fissò con i suoi occhi di ghiaccio, i capelli schiacciati sulla testa che gli davano un'aria ancora più minacciosa. Non capiva che non le era costato nulla, che quello che aveva fatto era solo un decimo di tutto ciò che il Mastino aveva fatto per lei. Non capiva che la solitudine le era servita per pensare e raggiungere la conclusione che senza Dimitri Goryalef lei non sarebbe mai esistita.
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Scacco alla Regina
AzioneSeguito di "Russian Roulette". Los Angeles. Nella città dello Scorpione, tutti i piloti clandestini ricordano William Challagher, e ricordano Fenice. Tutti sanno che le strade non possono più essere la loro pista, da quando Irina Dwight è diventata...