Capitolo XXXV

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Ore 04.00 – Casa di Irina, Campo Claro

Quello che svegliò Irina non fu la vibrazione del telefono sul comodino, ma il rumore inconfondibile di un motore, quello di una Audi R8 che avrebbe riconosciuto tra mille, e che proveniva dalla strada fuori dalla finestra.

Accese la lampada e cercò di capire esattamente che ore fossero, prima di alzarsi; rabbrividì quando i suoi piedi nudi toccarono il pavimento freddo. Si alzò e d'istinto raggiunse la porta, il cellulare in mano; era stato Dimitri a telefonarle, e non le piaceva.

Che fosse successo qualcosa?

Le bastò appoggiare la mano sulla maniglia della porta, per percepire la presenza di qualcuno dall'altra parte. Cauta, aprì uno spiraglio sufficiente a farle sbirciare fuori, e riconobbe immediatamente il profilo di Dimitri anche nel buio.

Il russo spinse la porta e Irina si scostò in tempo per non essere presa in pieno. Avrebbe imprecato, se lui non l'avesse afferrata per un braccio e l'avesse tirata verso di sé, stranamente agitato.

In quell'esatto istante Irina si rese conto che aveva una spalla che grondava sangue, sotto il tessuto del maglione. In realtà era coperto di sangue.

<< Cosa hai...? >> cercò di domandare, ma Dimitri la interruppe.

<< Stai bene?! >> le ringhiò in faccia, quasi fosse una minaccia, << Perché non hai risposto al cellulare? >>.

Irina lo tirò dentro, spaventata perché non capiva cosa fosse successo e perché fosse in quelle condizioni.

<< Stavo dormendo, non... >> mormorò, << Cosa hai fatto?! >>.

Dimitri la guardò.

<< Selena ha mandato due tizi a casa mia >> rispose, << Pensavo fosse venuto qualcuno anche qui... >>. Si guardò intorno per accertarsi che in effetti l'appartamento fosse vuoto, mentre Irina non riusciva a togliere gli occhi dal suo corpo.

<< Che cazzo sta succedendo?! >>.

Emilian sbucò dal nulla, attirato dal rumore in piena notte; dietro di lui Ivan salì le scale frettolosamente, spaventato.

<< Sono stato oggetto di un agguato >> rispose Dimitri, portandosi la mano alla spalla ferita, << Credo siano i Velasquez. Date un'occhiata in giro... Controllate che non ci sia nessuno >>.

Si guardò la mano sporca di sangue, digrignando i denti. Era lucido, ma qualcosa non andava, e Irina d'istinto lo afferrò per un braccio.

<< Stai bene? >> gli chiese.

<< Hai bisogno di una medicazione? >> domandò Emilian, osservandolo.

<< Non lo so... >> rispose il russo, stringendosi la spalla.

Per la prima volta, Irina non lo sentì negare, e la cosa la terrorizzò. Di solito non diceva mai di avere bisogno di aiuto...

Senza pensare, Irina lo spinse verso la cucina, e lui si lasciò condurre. Aveva il maglione zuppo di sangue scuro, ma doveva esserselo infilato dopo essere stato ferito, perché non c'era nessuno squarcio nel tessuto. Dimitri ringhiò mentre lei lo costringeva a sedersi sulla sedia.

<< Che cos'è? Un proiettile? Un coltello? >> iniziò Emilian, ma Irina lo interruppe.

<< Togliti la maglia >> gli ordinò. << Muoviti >>.

Scacco alla ReginaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora