Capitolo XL

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Ore 9.00 – In volo verso Francoforte

Irina osservava il paesaggio fuori dal finestrino, mentre l'Antonov della famiglia Goryalef iniziava ad abbassarsi di quota dopo dodico ore di volo. Il cielo era chiaro e il paesaggio indistinto sotto di loro sfilava via veloce e confuso. Le cinghie che tenevano salde le auto al pavimento della carlinga scricchiolavano appena, il rumore sordo dei motori che la cullava in un dormiveglia agitato. Il velivolo sembrava avvolto nel silenzio più assoluto, mentre seduta su una delle panchine laterali Irina aspettava di atterrare.

Sbadigliò e si scostò una ciocca di capelli dal viso, sbuffando.

Le piaceva quel nuovo taglio di capelli, però non poteva legarli e ogni tanto le finivano sugli occhi, dandole un'aria spettinata a cui non era abituata. Stiracchiò le gambe e osservò il profilo della LaFerrari davanti a lei, immobile, un felino nero e addormentato sotto le luci soffuse della carlinga.

<< L'avresti mai detto che un giorno mi sarei ritrovata a guidare una LaFerrari al Nurburgring per onorare la memoria di William Challagher? >> domandò ad alta voce a se stessa.

<< Avresti mai immaginato che un giorno l'avessi guidata io? >> ribatté Dimitri, sbucando nel buio.

Irina scosse il capo.

<< E che io guidassi la tua Lamborghini Centenario? >> domandò a sua volta.

No, decisamente non lo avrebbe immaginato nessuno.

Dimitri si avvicinò e le porse una tazza di caffè caldo, che Irina prese con sorpresa. Era dolce, molto zuccherato, e il flashback a quattro anni prima fu involontario e inatteso. Lo ringraziò e scosse il capo per rimuovere il pensiero. Il russo appoggiò una mano sul tetto della LaFerrari, mentre l'aereo sembrava iniziare le procedure di atterraggio.

<< E' un'auto perfetta, Fenice >> disse lentamente, << Molto probabilmente l'auto migliore che tu potessi avere per una gara come questa. Il Nurburgring è un circuito difficile, e non serve essere davvero i più veloci. Non si tratta di potenza pura, si tratta di saper addomesticare le curve del circuito e sfruttare al massimo ogni cavallo della tua auto. Questa LaFerrari non è la macchina più veloce che esista al mondo, ma è rapida e agile, ed è disegnata su di te >>.

<< Hai detto che non conta che auto guidi, conta quanto sei disposto a vincere >> ribatté lei, senza nessuna polemica nella voce.

<< Ed è vero. L'auto è perfetta, ma tu quanto sei disposta a vincere? >> domandò lui.

Irina bevve un sorso di caffè, distogliendo lo sguardo.

Quando si erano parlati, Irina aveva capito; Dimitri era stato in grado di farle comprendere che non importava più il passato, chi era stata, cosa aveva avuto o cosa aveva fatto. Il destino le aveva messo davanti una nemica inaspettata, qualcosa difficile da affrontare più del dolore stesso, e lei aveva vacillato tante volte; era caduta, ma alla fine si era sempre rialzata da sola.

Aveva compreso il perché.

Lei era e sarebbe sempre stata Fenice, una pilota clandestina, non importava nulla del resto. Aveva sempre corso per se stessa, non per la sua famiglia, non per William, non per Xander, ma solo ed esclusivamente per lei. Se non fosse stato così, non sarebbe mai stata in grado di diventare quello era diventata: la numero tre della Black List.

<< Sono disposta a tutto per vincere, Dimitri >> rispose, << Ma non a giocare sporco. Io voglio battere Selena e voglio batterla per tutto ciò che ha fatto a me, a William, a Xander, e a tutti gli altri. Voglio batterla perché io sono Fenice, e sono la sua nemesi. Sono l'unica che ha il diritto di fargliela pagare >>.

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