San Francisco – Dieci mesi prima
Xander è nervoso, mentre cammina lungo il corridoio immacolato che lo porta all'ufficio di Howard McDonall; sente parlottare qualche impiegato, oltre le porte scure e quasi asettiche del Quartier Generale di San Francisco. A volte, quando si reca da quelle parti, si domanda come facciano quelle persone a stare sedute otto ore alla loro scrivania, a fissare un monitor e a picchiettare sulla tastiera... Probabilmente lui impazzirebbe dopo mezza giornata.
Colette, la segreteria del Vicepresidente, sta sorseggiando un caffè da un bicchierino di carta, quando lui arriva, il fascicolo dell'operazione su cui sta lavorando stretta sotto il braccio.
<< Agente Went >> lo saluta lei, << E' in anticipo... Il Vicepresidente è libero, può entrare >>.
Xander annuisce e bussa alla porta dell'ufficio di McDonall, mentre nella testa sa già cosa vuole il suo capo. E' nell'aria da tempo, e fingere di non saperlo non serve. Forse è addirittura sollevato, di poter discutere la questione faccia a faccia e senza inutili tira e molla.
McDonall, chino su un lungo rapporto scritto a computer, alza lo sguardo su di lui, i baffetti grigi rigidi sulla bocca diritta, il completo blu perfettamente stirato. Da quando lo conosce, non ha mai perso quell'aria affabile e professionale, così adatta al suo ruolo, eppure lui ha imparato a guardarlo con occhi diversi, negli ultimi anni.
<< E' un po' di tempo che non mi fa rapporto >> dice McDonall, senza nessun tono accusatorio nella voce, << E conoscendola non credo che sia perché non ha nulla da dire, o sbaglio? >>.
Xander si siede, appoggiando il fascicolo che si è portato dietro da Los Angeles sulla scrivania di legno scuro. Alle spalle di McDonall la finestra getta la luce del tramonto, illuminando lo schienale della sedia.
<< Non si sbaglia >> ammette, mentre McDonall chiude ciò che sta leggendo. Sulla copertina Xander vede il logo della polizia di Los Angeles.
<< L'ultima volta che è risultato così poco ligio al dovere è stato quando stava lavorando sullo Scorpione >> aggiunge il Vicepresidente, versandosi un bicchiere d'acqua.
Xander annuisce.
<< Caracas non è Los Angeles >> ribatte, aprendo il fascicolo, << Non posso rischiare di fare un passo falso, o troverete la mia testa in qualche sacco in fondo a un pozzo... >>.
<< Non avremmo mandato lei, se fosse stato facile >> conviene McDonall.
Xander fa una smorfia; mesi prima un affermazione del genere lo avrebbe reso orgoglioso. Ora che è stato a Caracas diverse settimane, capisce che avrebbe preferito che avessero scelto qualcun altro; non per il pericolo, a quello si è abituato, ma per ciò che ha trovato.
<< Che cosa ha scoperto? >> domanda McDonall. I suoi occhi chiari lo scrutano per qualche istante, come ogni volta in cui vuole informazioni.
<< Che le persone che stanno controllando il traffico di droga dal Venezuela agli Stati Uniti hanno molti soldi e godono della copertura della gente locale >> spiega Xander, lasciando che McDonall esamini il fascicolo, pieno di foto, schede, registrazioni, << Ma ho anche scoperto che sono persone uscite dal nulla >>.
L'uomo alza lo sguardo, perplesso. Xander sente un po' di tensione allo stomaco, quando un paio di foto sbucato dal plico.
<< Cosa significa? >>.
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Scacco alla Regina
ActionSeguito di "Russian Roulette". Los Angeles. Nella città dello Scorpione, tutti i piloti clandestini ricordano William Challagher, e ricordano Fenice. Tutti sanno che le strade non possono più essere la loro pista, da quando Irina Dwight è diventata...