Ore 8.00 – Mosca
Dimitri fissò Milad Buinov dall'altra parte della strada, le auto che passavano veloci e che scaricavano i bambini di fronte alla scuola prima di ripartire dirette ai loro luoghi di lavoro. Il ragazzo lo guardava a sua volta, serio, immobile, come se non aspettasse altro che lo venisse a prendere.
Per un momento, il Mastino sentì addosso l'istinto di corrergli incontro, afferrarlo per la testa e spezzargli il collo, ma il fatto che Milad lo osservasse in quel modo lo strano lo fece insospettire. Era troppo calmo, per essere impreparato a una reazione del genere, e per quanto fosse giovane, era chiaro che era anche molto furbo. Fumava una sigaretta, stretta tra le dita della mano sinistra.
All'improvviso, il ragazzo gettò il mozzicone e attraversò la strada, raggiungendolo con passo rapido, quasi nervoso. Si fermò a qualche metro da lui, le mani nascoste nelle tasche del giubbotto e la testa coperta da un cappellino di lana nero.
<< Ti avevo detto di non farti più vedere da queste parti >> ringhiò Dimitri a voce bassissima, mentre il piazzale davanti alla scuola si svuotava e la campanella segnava l'inizio delle lezioni. Prima di qualsiasi azione voleva essere certo che non ci fosse nessun bambino nei dintorni, né tanto meno qualche madre innocente.
<< Lo so, ma ti devo parlare >> rispose Milad, mostrando i palmi delle mani vuoti, in segno di resa, << Non posso più aspettare >>.
Dimitri lo guardò con gli occhi ridotti a fessure, il freddo di Mosca che era niente in confronto al suo cuore in quel momento. Era molto vicino alla perdita totale della pazienza, che era stata fin troppo buona fino ad allora.
<< Di cosa? >>.
<< Di chi sta cercando di ucciderti >> rispose il ragazzo, serio.
Dimitri aveva conosciuto troppa gente brava a mentire, nella sua vita, e aveva imparato a diffidare di ogni informazione gratuita. Per di più, Milad fino a pochi giorni prima sembrava avere tutta l'intenzione di infastidirlo, non di aiutarlo, il che lo rendeva poco affidabile. O forse, era semplicemente una trappola... Sarebbe stato un buon motivo per farlo fuori sul serio, dopo.
Valutò attentamente la situazione; Milad sembrava disarmato e solo, a giudicare dall'assenza di auto sospette nei dintorni. Dal canto suo, lui aveva le mani e anche una pistola, pronta usarli entrambi se ce ne fosse stato il motivo.
Dimitri gli fece cenno di salire in auto, mentre lui si metteva al posto di guida della Huracan. Per un attimo, il ragazzo osservare con stupore gli interni della Lamborghini, ma il Mastino tenne d'occhio ogni suo movimento, sospettoso.
Non gli chiese dove volesse andare; mise in moto e sgommò via in mezzo al traffico, zigzagando a folle velocità tra le auto cittadine, diretto verso il centro di Mosca, al caffè Smirnov, dove aveva sempre un tavolo riservato. Emilian bazzicava da quelle parti ogni tanto, e avrebbe potuto venire a dargli una mano, se ce ne fosse stato bisogno.
Milad non si mosse e non disse niente, mentre Dimitri faceva schizzare la Lamborghini come un proiettile tra i semafori e gli incroci, finché non si fermò di fronte a un bar dall'aria comune, con le pareti tinte di verde, tavolini e sedie di metallo, e un bancone con il piano di marmo bianco. Sarebbe stato un locale qualunque, agli occhi di Dimitri, ma quello era il bar della migliore amica di sua sorella Lora.
Flaviyia Smirnov era stata compagna di scuola di Lora, tanti anni prima, e ora lavorava nel bar di famiglia. Di solito faceva il turno di mattina, e lui la vedeva poco, perché andava allo Smirnov sempre nel tardo pomeriggio quando aveva voglia di bere qualcosa di non alcolico, che la gente comune chiamava "aperitivo". Era un posto tranquillo, in passato era stato il ritrovo di Lora e delle sue amiche, e che in qualche modo conservava il suo aspetto innocente e ordinario.
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Scacco alla Regina
AksiSeguito di "Russian Roulette". Los Angeles. Nella città dello Scorpione, tutti i piloti clandestini ricordano William Challagher, e ricordano Fenice. Tutti sanno che le strade non possono più essere la loro pista, da quando Irina Dwight è diventata...