Capitolo XXXIX

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dedicato a quei pazzoidi di:

@Bivelee

@Mephisto

@Madalina_MGN

Buon viaggio di nozze, ovunque andrete! 


Ore 16.00 – Caracas, Studio Rivero

Irina si mosse appena sulla sedia, gli occhi puntati sull'avvocato Rivero, mentre lui rimava tranquillo dietro la sua scrivania, il naso ancora nero per la botta che gli aveva fatto dare Dimitri, le mani appoggiate sul ripiano. Questa volta Irina non aveva indossato la maschera della donna d'affari: si era presentata in jeans, camicia e giacca, esattamente come doveva essere Fenice. Ed era venuta da sola.

Sapeva che sarebbe stato pericoloso presentarsi di nuovo in quello studio, dopo quello che era successo, ma non aveva potuto ignorare il suo bisogno di sapere. Per due giorni era rimasta in silenzio, chiusa tra le pareti dell'appartamento di Campo Claro, provando solo ed esclusivamente dolore, la mente piena di pensieri e di domande. Era difficile accettare, comprendere tutto quello che sembrava una enorme pantomima.

Poi, si era resa conto che avrebbe dovuto sapere tutto, per poter riuscire a dare un senso alle cose, o almeno a tentare di farlo.

Dimitri non sapeva dove si trovava, non lo sapeva nessuno; aveva chiesto in prestito il Pathfinder ed era andata via, senza che Emilian le chiedesse nulla, come se sapesse già che doveva fare qualcosa che non richiedeva la presenza di nessuno. Non importava che ora dietro la porta dello studio ci fossero due guardie armate pronte a difendere l'avvocato, o che Selena avesse potuto per caso seguirla o mandare qualcuno a farla fuori. Era qualcosa che doveva affrontare in solitudine.

Si strinse le mani, prese un respiro profondo e guardò Rivero.

<< Raccontami tutto dall'inizio, per favore >> disse.

L'avvocato storse il naso, la fronte imperlata di sudore, il fastidio palese sul suo volto. All'inizio non aveva quasi voluto farla entrare, poi lei aveva garantito di essere sola e ci aveva ripensato. Le aveva messo i due scagnozzi alle calcagna, prima di farla accomodare nello studio.

<< George Challagher e io ci conoscevamo da molti anni >> iniziò, sfiorando il bicchiere di rum che teneva sul tavolino, << Da quando ha iniziato a frequentare il Messico e l'Argentina per affari, quando ancora suo figlio non andava nemmeno a scuola. Ogni tanto passava a trovarmi, a chiedere qualche consulenza, a cercare dei canali per dei lavori da queste parti.

<< Una volta rimase qualche settimana a Caracas, e volle un consiglio per un buon locale dove trovare donne disponibili e belle che potessero soddisfarlo... Litigava spesso con la moglie, ricordo, e William doveva avere più o meno due anni. Diceva di aver bisogno di staccare un po' la spina. Gli dissi di andare in un posto a ovest di Caracas, dove molto probabilmente trovò un paio di prostitute interessanti con cui dilettarsi. Una rimase incinta, non so quanto volontariamente o meno >>.

Rivero bevve un sorso di rum, divertito. Forse era una storia già sentita, da quelle parti.

<< George lo venne a sapere mesi dopo, quando tornò qui e chiese nuovamente di quella donna al locale. Un po' di domande nei posti giusti, e scoprì che il bambino doveva essere suo. La donna lo confermò. Si chiamava Jamina Velasquez Rivera, si era sempre guadagnata da vivere facendo la prostituta e si diceva che fosse una che ci sapesse fare, nonostante ormai fosse vecchia, per il suo campo. In ogni caso, non chiese nulla a George, nemmeno che riconoscesse la figlia o che le desse del denaro per mantenerla, cosa assai rara per una donna che faceva il suo mestiere. Era una donna orgogliosa, pare. Dal canto suo, Challagher non la cercò mai più, ne si preoccupò di lei.

Scacco alla ReginaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora