Ore 20.00 – Caracas, Hotel Plaza
Dimitri Goryalef fissò il proprio riflesso nello specchio del bagno, indeciso se mettersi a ridere o spaccare il vetro con un pugno. Aveva uno zigomo mezzo violaceo e un rivolo di sangue appena accennato sotto il naso; per i suoi standard era praticamente illeso, però Irina gli aveva tirato proprio un bel colpo in tutti i sensi.
Si era beccato in sacco di pugni nella vita, eppure nessuno gli aveva mai fatto male come quello che gli aveva tirato Irina, ed era una cosa completamente inaspettata. Andava ben oltre il dolore fisico; faceva male come se lo avesse colpito dentro, oltre la cassa toracica, nello stesso identico posto in cui era stato ferito quando Lora era stata uccisa.
Aveva dimenticato quella sensazione.
Era stato duro con Irina, forse troppo, ma tra il rischiare di essere poco credibile e l'apparire bastardo, aveva deciso per la seconda.
Solo che non si era aspettato di trovare un'Irina così.
Avrebbe dovuto cambiare piano nell'esatto istante in cui l'aveva vista, perché quella che si era ritrovato davanti era una Fenice diversa, nello sguardo, nel fisico, nell'animo. La morte di Went sembrava averla piegata definitivamente; era più magra, era più pallida, era più stanca. Era persino peggio di quando stava con Challagher, e lui aveva visto i suoi giorni peggiori. Quello che però l'aveva colpito di più era la sua determinazione; la determinazione di chi non si voleva arrendere, di chi sarebbe arrivato alla fine nonostante tutto e tutti.
Forse Fenice questa volta era al limite, perché nei suoi occhi era passato qualcosa, nell'esatto istante in cui aveva creduto di essere stata tradita per l'ennesima volta.
Dimitri fece una smorfia a se stesso, guardandosi nello specchio.
No, non le aveva chiesto troppo; aveva semplicemente firmato la propria condanna.
Irina era passata attraverso qualcosa che nessuno di loro conosceva; era stata ferita così nel profondo che le sue cicatrici si vedevano attraverso i suoi occhi, eppure era sempre lì, uguale a se stessa; sempre quella ragazzina di diciotto anni che lui aveva visto diventare una pilota clandestina. Il tradimento aveva sempre fatto parte della sua vita; lui non era il primo e non sarebbe stato l'ultimo.
Se la conosceva abbastanza, Fenice avrebbe accettato ma non avrebbe perdonato, non questa volta; anzi, l'avrebbe odiato più di quanto aveva odiato Challagher, perché se lo Scorpione l'aveva fatta sua con la forza, lui si era avvicinato piano e l'aveva trattata da pari. Si era guadagnato la sua fiducia, ingannandola.
Ci era andato troppo pesante, e lo aveva capito dalle parole di Fenice.
Non sarebbe più riuscito a rimettere le cose a posto, perché lui le aveva fatto male con delle bugie; Irina gli aveva fatto male con la verità.
Era un assassino di ragazzini, e non lo avrebbe negato.
Mostrò i denti in un ringhio muto allo specchio, smettendo immediatamente di pentirsi di ciò che aveva fatto.
Era necessario, punto e basta.
Quando raggiunse Emilian e Ivan a cena, nella lussuosa e deserta sala da pranzo del Plaza, fu osservato in rispettoso silenzio dai camerieri, ma con maggiore curiosità dai suoi cugini. La cicatrice sulla nuca gli pizzicò in modo fastidioso, mentre camminava sul pavimento lucidissimo Si sedette al tavolo, nervoso.
<< Come... Come è andata? >> domandò Ivan, incerto, osservando di sottecchi il suo zigomo nero.
Dimitri lo guardò.
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Scacco alla Regina
ActionSeguito di "Russian Roulette". Los Angeles. Nella città dello Scorpione, tutti i piloti clandestini ricordano William Challagher, e ricordano Fenice. Tutti sanno che le strade non possono più essere la loro pista, da quando Irina Dwight è diventata...