Ore 18.15 – Nurburgring
Irina rimase immobile in mezzo alla pista per dieci secondi, gli occhi puntati verso la corsia dei box senza in realtà vederla. Il pubblico gridava, esultava, eppure lei non lo sentiva. Udiva appena la voce di Wheldrim che sembrava aver perso il controllo della situazione.
Perché in fondo Irina Dwight, Fenice, Alissa Speed o come diavolo si facesse chiamare aveva appena vinto la gara regina del Raduno Internazionale Preparatori, ed era la prima donna a farlo. Tutto il resto, tutto ciò che era appena successo, riguardava solo Fenice.
<< La gara deve essere sospesa >> stava dicendo Wheldrim, << Non so cosa stia succedendo, ma questa corsa... Il numero 18 ha deliberatamente speronato la Safetry Car... I giudici di gara... >>.
Non le interessava che la corsa fosse considerata valida o no, che lei risultasse effettivamente vincitrice o meno.
Sull'asfalto, sulla strada, li aveva battuti tutti.
Si voltò verso Dimitri, che la guardava, serio, e sembrava l'unica cosa certa in quel momento, in tutto quel casino.
Selena, Felix e Jorgen stavano scappando.
Non ci fu bisogno di parlare: Irina salì sulla la Ferrari e sgommò via verso i box, seguita subito dopo dalla Centenario, tra le urla del pubblico e il panico di Wheldrim.
La gente gridò e si scostò mentre Irina guidava verso l'officina della Torec, per poter bloccare Selena e il suo tentativo di fuga. L'intero circuito sembrava essere caduto dello scompiglio generale, con la gente che si muoveva a destra e a sinistra, e Wheldrim che continuava a non capire esattamente cosa stesse accadendo. Vide meccanici affacciarsi dalle officine, giornalisti correre da ogni parte, telecamere, piloti confusi.
Ci volle un attimo, perché Irina vide il box della Torec.
Completamente vuoto.
Irina inchiodò la Ferrari davanti all'ingresso, scese superando un paio di giornalisti che non sembravano vedere l'ora di poterle chiedere qualcosa, e si guardò intorno, spaesata.
L'officina era vuota, a parte le casse con i ricambi, gli attrezzi, e i monitor che trasmettevano le ultime immagini delle gare.
Non c'erano auto e non c'erano persone.
Come avevano fatto ad andarsene così in fretta?
Come...
Boris Goryalef non aveva partecipato alla finale. Doveva essere stato lui a tenere tutto pronto nel caso le cose non fossero andate come dovevano.
Imprecò, mentre sentiva alle sue spalle Dimitri allontanare a male parole i giornalisti, i fari della Centenario che puntavano sulla parete del box.
Poi, Irina intravide una chioma bionda vicino alla porta sul retro, seminascosta un armadio vuoto e lasciato mezzo aperto, forse vicino alla saletta riunioni.
Nina Krarakova era stata legata ai piedi dell'armadio, un fazzoletto sulla bocca per farla stare zitta e gli occhi verdi infuocati di rabbia. Si dimenava come una biscia, nel tentativo di liberarsi, e Irina le strappò la stoffa dal viso.
<< Figlia di puttana >> ringhiò la russa, << Giuro che se le metto le mani addosso le strappo tutti i tatuaggi che ha sulla pelle >>.
Irina si abbassò, cercando di avvicinarsi senza farsi colpire da piede di Nina, che non la finiva di muoversi.
<< Dove è andata? >> domandò solo, mentre afferrava un paio di forbici per tagliare il nastro adesivo che la teneva incollata alle gambe dell'armadio.
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Scacco alla Regina
ActionSeguito di "Russian Roulette". Los Angeles. Nella città dello Scorpione, tutti i piloti clandestini ricordano William Challagher, e ricordano Fenice. Tutti sanno che le strade non possono più essere la loro pista, da quando Irina Dwight è diventata...