I loved you dangerously
More than the air that I breathe
Knew we would crash at the speed that we were going
Didn't care if the explosion ruined me
Baby I loved you dangerously
I loved you dangerously
[ Dangerously - Charlie Puth]
Ore 14.00 – Los Angeles, Casa Goryalef
<< Zio Dim? >>.
<< Cosa c'è? >>.
<< Possiamo invitare Irina alla festa di stasera per il mio prossimo cuginetto? >>.
<< No. Non fa parte della famiglia >>.
<< Ma sei vai via, non la saluti? >>.
<< L'ho già salutata >>.
Erano stati giorni difficili, quelli di Dimitri Goryalef. Essere scarcerato con tanta facilità e messo agli arresti domiciliari non era mai stato nei suoi piani, soprattutto quando invece Fenice era finita dietro le sbarre e la loro vicenda aveva avuto un risvolto mediatico completamente inaspettato. Rimanere venti giorni chiuso in casa, dopo aver passato mesi interi a doversi guardare le spalle, sarebbe stato anche rilassante se il tutto non fosse stato accompagnato da una forte dose di nervosismo da parte sua e da una inusuale e tenace insistenza di Yana nel presentarsi alla porta della sua stanza con quella domanda scomoda.
Sua nipote in quel momento lo osservava contrita in piedi sulla porta della sua camera da letto, mentre riponeva dentro uno zaino gli ultimi vestiti che si sarebbe portato via. Il suo alloggio comunicava con quello di Vilena attraverso un piccolo sentiero in giardino e da chiuso da un cancelletto lasciato ovviamente sempre aperto, e la bambina aveva sfruttato quello spazio con molta dedizione, negli ultimi tempi.
Tutti i giorni, per quasi tre settimane, Yana si era presentata alla sua porta e gli aveva chiesto di Irina: dov'era, cosa stava facendo, perché non veniva a trovarli, se l'avrebbero vista prima o poi. E anche se lui inizialmente le aveva dato risposte vaghe, omettendo che in quel momento Fenice era chiusa dietro le sbarre di una cella, Yana era sempre tornata alla sua porta e sempre con la stessa espressione seria gli aveva posto quelle domande. Aveva provato poi a risponderle più chiaramente, dicendole che Fenice stava bene e non doveva preoccuparsi; quando seppe da Senderson che era stata scarcerata, le rispose che era in giro a cercare una nuova casa in cui stare; e quando alla fine capì che molto probabilmente McDonall le avrebbe chiesto di entrare nell'F.B.I., le disse che non faceva parte della famiglia. In effetti era vero: loro erano criminali, lei uno strano misto tra una ex poliziotta e una pilota di gare clandestine.
Di fronte al suo ennesimo rifiuto, Yana gli fece una smorfia; si voltò e sparì nel corridoio, le lunghe trecce bionde che le ondeggiavano sulle spalle, le ciabattine che strisciavano sul pavimento di legno. Quando era arrabbiata si comportava in quel modo, ultimamente, e ricordava fin troppo sua sorella Lora.
Dimitri non aveva bisogno di salutare Fenice, l'aveva già fatto al Nurburgring e, come si erano detti, dopo quella notte sarebbero diventati due sconosciuti. Poco importava che alla fine McDonall avesse mentito a entrambi, li avesse raggirati, avesse attirato lui a Los Angeles mettendo Irina in difficoltà: avevano troppi problemi, troppi fantasmi che li seguivano ancora, per poter rimanere vicini.

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Scacco alla Regina
ActionSeguito di "Russian Roulette". Los Angeles. Nella città dello Scorpione, tutti i piloti clandestini ricordano William Challagher, e ricordano Fenice. Tutti sanno che le strade non possono più essere la loro pista, da quando Irina Dwight è diventata...