Capitolo XXIX

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Ore 21.00 – Las Salinas, Titan Casinò

Irina parcheggiò la Ferrari F12 tirata a lucido a un centinaio di metri dal colossale ingresso del Titan, un enorme casinò a quattro piani illuminato a giorno da migliaia e migliaia di luci bianche e il logo di un tridente sulla facciata. Era inquietante la somiglianza con il simbolo della Maserati di Xander, e per un attimo a Irina venne la pelle d'oca. Alle spalle dell'edificio, l'oceano nero si stagliava fondendosi con il cielo nella notte, il rumore delle onde coperto dal rombo dei motori delle auto che si avvicinavano. Il parcheggio era quasi pieno, ma appena entrata Irina aveva scoperto di avere un posto riservato, nemmeno lei fosse l'ospite d'onore della serata.

Scese dall'auto, il vestito stretto che la impacciava un po', e attese che il suo accompagnatore si avvicinasse.

Chris Carter indossava uno abito gessato blu, che si abbinava bene con i suoi capelli chiari e gli conferiva un'aria autoritaria; nonostante l'espressione corrucciata, faceva un'ottima figura. Irina si chiese se l'ufficio del personale all'F.B.I. tenesse conto anche della bella presenza, quando assumeva i suoi agenti, perché fino ad allora non ne aveva trovato nessuno brutto.

Aveva dovuto scegliere un accompagnatore che non fosse minorenne, perciò aveva dovuto escludere, con enorme delusione dell'interessato, Benjamin. In assenza di persone fidate, aveva optato per l'unica a cui quella festa poteva servire a qualcosa, nonostante il tentativo di cattura che aveva subito la volta precedente. Non ci aveva messo nemmeno poi molto a rintracciarlo e a convincerlo; McDonall doveva aver approvato l'idea, visto che il suo agente non sembrava così in gamba nel trovare informazioni.

Carter le rivolse un'occhiata di sbieco, come se avesse voglia di guardarla meglio ma non ne avesse il coraggio; non aveva ancora digerito la questione della gomma bucata. Irina si strinse nella giacchina leggera e si schiarì la voce.

<< Riepiloghiamo i patti >> disse, mentre un gruppetto di ragazze passava di lì, starnazzando avvolte in abiti aderentissimi e sgargianti, << Ti ricordo che sei qui perché ti sto offrendo la possibilità di portare qualche informazione in più all'F.B.I., anche se avevo giurato di non farlo. Entriamo insieme ma usciamo per i fatti nostri. Una volta dentro, ognuno fa quello che meglio crede. Soprattutto, io non ti tradirò e tu non tradirai me. Chiaro? >>.

Carter fece una smorfia infastidita.

<< Chiarissimo capo >> la apostrofò.

Irina gli fece cenno di avvicinarsi, e insieme raggiunsero l'ingresso. Irina sentì il nervosismo salire, mentre aspettava in fila davanti alla porta, e non era per la coda. Si stava ficcando in un posto che non conosceva con gente che la voleva ammazzare... Poteva degenerare tutto in un attimo.

Un uomo alto come un armadio presidiava l'entrata, e non fece alcuna storia quando si presentò come Fenice. Non chiese l'invito, ne a lei ne a Carter.

<< Quarto piano >> disse solo, indirizzandoli verso l'ascensore.

Il Titan non era solo un casinò; c'era un ristorante, diversi bar e una discoteca, all'ultimo piano. Tutto era arredato in blu, un blu simile al colore del mare più profondo, dove le luci bianche facevano risaltare le superfici di vetro trasparente. Ricordava molto l'ambiente di un fondo oceanico, mancavano solo gli acquari con i pesci.

Il quarto piano, per l'occasione, era stato trasformato in un grandissimo lounge bar, con un buffet ricchissimo e bottiglie di alcolici a ogni tavolino. La luce soffusa rendeva ancora tutto rilassante, complice la musica a basso volume. C'era già molta gente, ma non vide né Selena, né, Felix, né Jorgen, né tantomeno Dimitri. C'erano solo ragazzi che non avevano l'aria di essere poi così ricchi, anche perché le uniche auto degne di nota che Irina aveva visto nel parcheggio erano la sua stessa Ferrari e la Aston Martin di Carter.

Scacco alla ReginaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora