Per alcuni secondi c'è uno strano silenzio.
- Newt, faglielo fare tu il tour. Non ho intenzione di fare da babysitter alla principessina - dice Alby con disprezzo.
Mi volto verso il ragazzo.
- Senti coso, dimmi che cacchio hai contro di me, e facciamola finita - sbotto.
Vedo il suo sguardo infiammarsi.
Penso che forse ho esagerato.
Ma, del resto, non capisco cosa diavolo abbia contro di me quel tizio.
- Ti conviene chiudere la fogna - grugnisce.
Faccio roteare gli occhi seccata.
Ma decido che, forse, attaccar briga con il ragazzo a capo del posto non sia una grande idea.
- Bene così - si affretta a dire Newt alle mie spalle. - Andiamo - dice, afferrandomi per il polso e iniziando a trascinarmi lontano da Alby.
Dopo aver guardato storto un'ultima volta quest'ultimo, mi volto e seguo Newt.
Lancio un'occhiata imbarazzata alla sua mano stretta attorno al mio polso.
- Ora puoi lasciarmi - dico.
Lui mi lancia un'occhiata da sopra la spalla, poi molla la presa.
Mi affianco a lui.
- E ora dimmi perché diavolo lo hai fatto - dico.
- Fatto cosa? - ribatte guardando di fronte a sé.
- Perché mi hai tirato via in quel modo? - rispondo.
Lui sbuffa.
- Senti, Alby è un rincaspiato del cacchio in carica da troppo poco tempo, e non è ancora abituato a comandare. È una testa calda, si incazza per poco. - dice - Non volevo che volassero cazzotti. -
- Me la so cavare da sola - ribatto convinta.
Lui scuote leggermente la testa, guardando verso il cielo.
- O pensi che non possa cavarmela da sola perché sono una ragazza? - aggiungo con tono di sfida.
- Non ho detto questo, cacchio - dice sospirando, con aria esasperata, ad occhi chiusi.
- E allora perché hai... - inizio.
- Sei impossibile - mi interrompe con uno sbuffo irritato.
Mi zittisco, guardando davanti a me.
Stiamo camminando verso il gruppo di costruzioni.
Ora che non mi presta attenzione, lo guardo con la coda dell'occhio.
È decisamente un bel ragazzo, nonostante la sua stessa espressione dura e pensierosa gli segni il viso, facendolo sembrare più grande di quello che probabilmente è.
Mi supera in altezza di almeno una testa, cosa che mi fa sentire piccola piccola.
Anche lui mi lancia un'occhiata di traverso, incontrando i miei occhi.
Distolgo subito lo sguardo, puntandolo di fronte a me, sentendo però il peso del suo ancora addosso a me.
Rimaniamo per un po' in silenzio.
- Sai, sei sul serio la prima fottuta ragazza che vediamo. - dice.
Mi volto a guardarlo.
Aggrotto le sopracciglia.
- In che senso scusa? - chiedo confusa.
Lui scrolla le spalle.
- Non ci hanno mai mandato una femmina, sei la prima. Siamo tutti maschi, qui. - risponde.
- Frena frena - dico scuotendo leggermente la testa e sbattendo le palpebre - Che vuoi dire con "ci hanno mandato"? Vuoi dire che siete stati spediti nella Radura? - chiedo confusa.
Lui annuisce, anche se non sembra contento di sentire tante domande.
Vabbè, se lo farà andar bene.
Voglio capirci qualcosa.
- Ogni mese, un nuovo arrivato-noi lo chiamiamo Fagio-esce dalla Scatola, quella sorta di ascensore dove ti sei svegliata tu. - risponde - Qualcuno, i fottuti Creatori, ci manda insieme al Fagio delle provviste, con cui andiamo avanti. Ma la maggior parte di quello che consumiamo lo produciamo noi. - mi spiega.
Rimango un po' in silenzio, mentre tento di assimilare le nuove informazioni.
- Non ti è familiare nulla di tutta questa sploff? - chiede il ragazzo con tono sospettoso.
- Dovrebbe? - ribatto.
- No - risponde prontamente.
Per qualche secondo non diciamo nulla.
- È solo che questa storia è fottutamente strana. Non sei nemmeno spaventata. - replica guardandomi di traverso.
Gli lancio un'occhiata, poi torno a concentrarmi sul terreno.
- Io... è come se... sentissi di essere al sicuro. Non so perché. Ma no, non conosco nulla di questo posto. - dico. Poi sospiro - Che casino del cavolo. - mugugno.
Di nuovo per alcuni minuti nessuno dei due apre bocca, nonostante io sia piena di domande.
- Perché ci sono quelle mura laggiù? - chiedo a un tratto, indicando gli spessi blocchi di pietra. - Siamo... - inizio.
Vengo interrotta, dato che abbiamo raggiunto uno degli edifici.
Sento piuttosto vicino a noi dei rumori di animali.
Ci sono animali, in questo posto?
- Questo è il Macello. - mi dice Newt con tono annoiato - Beh, è il posto dove... - sembra cercare le parole giuste -... si macellano gli animali - dice infine, scrollando le spalle.
- Che perspicacia - lo schernisco.
Lui mi lancia un'occhiataccia.
- È da qui che viene quasi tutto quello che mangiamo - dice, ignorando il mio commento.
Dopo avermi mostrato anche gli Orti, dove un gruppo di ragazzi si è voltato a guardarmi, ci dirigiamo verso uno degli edifici di legno.
- Perché diavolo tutti qua mi fissano? È irritante. - mugugno.
- Te l'ho detto: sei la prima femmina, Fagio. Non stupirti più di tanto. - ribatte lui - Anch'io sono ancora piuttosto sconvolto, cacchio. La tua presenza qui non è assolutamente nella norma. - mi dice guardandomi a lungo.
Sospiro.
Ci fermiamo davanti ad una costruzione. È abbastanza larga, e di fronte ad essa c'è un grande spiazzo cosparso di tavoli attorno ai quali sono posizionate tante sedie.
- E queste sono le Cucine - mi dice Newt.
Proseguiamo il giro verso un'altra area della Radura.
- Quindi, ognuno ha un compito, qui. - riassumo quel che mi ha detto finora, mentre camminiamo.
- Esatto, Fagio - conferma. - Domani ne proverai alcuni -
- E quali sono, tutti i diversi compiti? - chiedo.
Lui sospira, l'espressione che sta chiaramente a significare: "Che palle".
- Costruttore, Spalatore... - inizia ad elencare.
- Spalatore? - lo interrompo ricordando quel termine usato stamattina al mio arrivo da un ragazzo.
- Ti assicuro che non vuoi saperlo - liquida l'argomento - Poi ci sono gli Addetti alle Cucine, che aiutano Frypan in cucina, i Medicali, gli Addetti gli Orti, gli Addetti al Macello, e... - si interrompe a metà frase - E basta. - dice con un tono di voce che non mi convince per nulla.
Lo guardo socchiudendo gli occhi.
- Non ci credo - dico.
- A cosa? - chiede aggrottando le sopracciglia.
- "...e basta". So che c'è un ultimo mestiere. Perché non me lo vuoi dire? - chiedo sospettosa.
- Perché no, Fagio. - replica con voce ferma - Non voglio dirtelo, cacchio, e non te lo dirò. -
Sospiro.
Dubito che riuscirei a cavargli quell'informazione in qualunque modo.
Ne troverò un'altro per scoprire la mansione misteriosa.
Prima di andare a pranzo, Newt mi fa vedere la Gattabuia.
Mi dice che è il posto dove vanno i "pive" che non seguono le regole.
- E quali sono queste regole? - mi sorge spontaneo chiedere.
- Regola numero uno: fare la propria parte - dice - Regola numero due: non far del male ad un altro Raduraio. E terza... -
Il suo sguardo si sposta quasi involontariamente verso le fessure nella pietra.
- ... mai, in nessun caso, andare oltre quelle mura - dice.
- Perché? - chiedo, curiosa e confusa.
Lui mi lancia un'occhiataccia.
- Non hai intenzione di rispondere, vero? - dico sospirando, con fare rassegnato.
Sulle sue labbra aleggia una traccia di sorriso.
- Vedo che impari in fretta, Fagio - dice. - Andiamo, è ora di pranzo - dice prima che possa anche solo pensare ad una mia brillante risposta, iniziando ad avviarsi verso il posto dove siamo stati poco prima.Angolo autrice
Penso che questo e quello del capitolo prima saranno i pochi angoli autrice che troverete, dato che non so mai cosa scrivere 😂 Vabbe, vorrei sentire cosa ne pensate per ora, se volete lasciate un commy qua sotto⤵❤
STAI LEGGENDO
L'Errore
FanfictionGiulia. Il suo nome, questo è tutto ciò che sa di sé, oltre al fatto di essere particolarmente testarda. Cosa succederà quando la prima ragazza arriverà alla Radura? Naturalmente, come se la situazione non fosse già abbastanza disastrosa, si introme...