Capitolo 41

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Io mi sposto in fretta, rotolando di lato sul materasso, sentendo improvvisamente il dolore pulsante della ferita farsi sentire sempre più forte. Newt si alza, mentre io mi siedo dandogli la schiena, arrossendo come una stupida. Mi accorgo che anche lui deve riprendere fiato come me.
- Avanti, stupido pive! - esclama, diretto a chiunque sia dall'altra parte della porta.
Questa si apre, ed entra Jeff, uno dei Medicali. Mi stupisco di vederlo, dato che non passano mai a controllare.
Vede me e Newt, e ci lancia alcune occhiate sospettose. 
- Allora, che caspio sei venuto a fare? - chiede Newt, il tono particolarmente scocciato.
In effetti, anche io avrei preferito se, tra tutte le volte in cui poteva venire, non fosse ORA. 
Il ragazzo scrolla le spalle. 
- Ero venuto a controllare il taglio della Fagio - risponde con semplicità.
Newt sembra illuminarsi. 
- Bene così - dice.
Io mi alzo lentamente, cercando di nascondere la mia smorfia di dolore, e raggiungo Jeff.
Sollevo la maglietta solo fino alla ferita, mentre vedo con un certo divertimento che Newt si è voltato dall'altra parte.
- Ehm... - dice Jeff, con un tono tutt'altro che rassicurante.
Aggrotto le sopracciglia.
- Che cosa... - inizio, abbassando lo sguardo verso la ferita. 
Sgrano leggermente gli occhi.
Il taglio, che sembrava essersi quasi rimarginato, ora si è riaperto, e da una parte sta iniziando a uscire un po' di sangue. Come ho fatto a non accorgermene? Dovrebbe aver dovuto per lo meno sporcare la maglietta.
- Che cacchio è successo? - chiede Newt con tono allarmato, alzandosi.
Ci raggiunge, mentre io abbasso la maglietta in fretta.
- Vado a prendere del disinfettante e delle garze - dice Jeff un po' allarmato, voltandosi e uscendo chiudendosi la porta alle spalle. 
Noto che Newt mi sta guardando parecchio male.
- Che hai? - sbotto.
Lui inarca un sopracciglio.
- Fa' vedere - dice indicando la mia pancia con un cenno del mento.
- Non pensavo di dovermi togliere i vestiti davanti a te così presto, quando ho accettato la tua proposta - cerco di cambiare argomento.
Lui per qualche attimo quasi impallidisce, poi sbuffa.
Io evito il suo sguardo.
- Senti, non è niente - dico.
- È peggio di quanto pensassi, allora - ribatte lui, sento una punta di preoccupazione nella sua voce.
Faccio roteare gli occhi.
Perciò prendo il bordo della maglietta, e la sollevo.
Newt vede la ferita, ha la stessa identica reazione che ho avuto io meno di dieci secondi fa, poi mi lancia un'occhiataccia.
Riabbasso la maglietta.
- Perché caspio fai tante caspiate? - sbotta.
- Cos'è che avrei fatto, ora? - ribatto.
- Oh, non so, magari ti sei tolta la fasciatura, tanto per cominciare - replica sbuffando.
Faccio roteare gli occhi.
- Mi dovevo fare una doccia e poi... - inizio.
- Ah, e cacchio, mi raccomando, non dirmelo che dovremmo andarci piano, per carità - continua come se non avessi detto nulla.
Inarco un sopracciglio. Non so se sentirmi più imbarazzata per la frase in sé, o innervosita per il tono che ha usato.
- Non serviva - ribatto - Sto bene -
Lui sbuffa di nuovo. 
- Sì, certo, e adesso mi dirai anche che non ti fa male, no? - replica.
Incrocio le braccia, e guardo altrove.
- Ogni volta, ogni fottuta singola volta, fai qualcosa per tentare di ammazzarti! - continua.
Vabbè questo mi pare esagerare.
- Cos'hai, istinti suicidi? - sbotta.
- Tu sei l'ultimo che dovrebbe parlare. - mugugno.
Questa deve avergli fatto male, a giudicare dalla sua espressione.
Sembra piuttosto incredulo che lo abbia detto davvero. In effetti lo sono anch'io. 
- Stammi a sentire - dice gelido - Io non avevo nessuno, cacchio. Nessuno, hai capito? - 
Io non dico nulla.
- Tu non sei sola al mondo, porco caspio. Hai Minho. Hai George. Hai me. - sibila - Devi usare la tua cacchio di testa, te l'hanno messa su un corpo per qualcosa, no? - 
Gli lancio un'occhiata, ma non apro bocca.
Lui sospira, recuperando la calma a fatica.
- Sei impossibile, cacchio - sbotta alzando gli occhi al cielo, e scuotendo leggermente la testa. 
Rimango in silenzio.
- Fatti dare una sistemata - dice freddo, voltandosi, e uscendo dalla stanza.
In quel momento, si scontra con Jeff, impreca, ed esce dalla stanza.
Jeff entra di corsa con in mano svariate cose, tra cui garze e un barattolo di disinfettante. 
Io seguo Newt con lo sguardo, finché non svolta nel corridoio e sparisce alla vista.
Sospiro, sentendo poi una forte fitta di dolore.
Faccio veramente tante caspiate.

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