'Giorno a tutti son di nuovo io (sì, sono ritornata dopo due secoli e mezzo) volevo solo avvisarvi, prima di leggere questo capitolo, che ho modificato quello prima perciò ho aggiunto una lunga parte che serve a collocarlo con questo qua... in ogni caso, buona lettura :)
Salgo le scale del Casolare e raggiungo il secondo piano.
Poi entro nella solita stanza dove avevo dormito gli altri giorni.
Prendo dall'armadio un sacco a pelo.
Non c'è nessuno, perciò mi approprio del letto vuoto.
Mi butto sul materasso a peso morto, distendendomi a pancia all'aria, utilizzando il sacco a pelo come una coperta.
Guardo di lato verso la grande finestra sulla destra.
Il sole è quasi del tutto calato, e la luna si vede già alta nel cielo, perciò deduco che devono essere circa le 8:30 di sera.
Guardo l'orologio che ho al polso: approssimazione quasi esatta, sono i tre quarti.
Sospiro, e abbasso le palpebre stancamente.
Sono distrutta.
Non vorrei ammetterlo mai, ma la corsa mi ha sfiancato.
Ma so di potercela fare.
Sarò una brava Velocista come tutti gli altri.
Sento il grande fracasso provocato dal chiudersi delle Porte, che mi dà un certo senso di sollievo.
Non so quando oltrepasso il confine tra coscienza e sonno, ma, persa nei miei pensieri, prima o poi mi addormento.Mi sveglio.
È stato un rumore a svegliarmi: il cigolare della porta della stanza sui cardini, quando si è aperta.
Mi irrigidisco.
Sento i passi di qualcuno scricchiolare sul legno marcio, alle mie spalle.
Poi, riesco a distinguere più precisamente un'ombra che si staglia nella luce entrata improvvisamente dal corridoio.
È una figura che conosco, e che mi tranquillizza.
Mi rilasso, e mi volto lentamente verso la porta.
- Scusa, non volevo svegliarti - dice Newt chiudendo la porta dietro di sé.
- No problem - dico scrollando le spalle debolmente.
Newt prende un sacco a pelo, e lo distende a terra vicino al letto.
- Che fai? - chiedo piano.
Lui aggrotta le sopracciglia.
- Sto andando a dormire. Mi pare evidente. - risponde.
Faccio roteare gli occhi.
- Sì, a dormire sul pavimento. Ma ti pare. - replico - Da quando in qua dormi a terra? -
Inarca un sopracciglio.
- Mi stai chiedendo di dormire con te, Fagio? - chiede.
- Neanche fosse la prima volta. Sto solo ricambiando il favore - ribatto.
Lui si rialza e scrolla le spalle.
- Ok, allora. - dice alzandosi, e raggiungendomi.
Mi sposto verso un lato, lasciandogli abbastanza spazio.
Newt si stende lentamente accanto a me, mettendo il suo sacco a pelo sopra come il mio.
Sento il calore emanato dal suo corpo penetrare nel mio, la familiare e rassicurante presenza di lui vicino a me.
E poi, il suo odore, che mi sembra quasi essermi mancato.
Perché mi sento sempre così, quando sono con lui?
Mi volto su un lato dandogli le spalle.
Lo sento avvicinarmisi leggermente, probabilmente perché è sul punto di cadere dal bordo.
- Lo sai Fagio, sei strana. - dice a un tratto.
- Lo sai pive, ho anche un nome. - replico voltandomi verso di lui.
Mi accorgo improvvisamente di quanto siano vicini i nostri visi, siamo praticamente in grado di respirare la stessa aria.
Arrossisco violentemente, ma spero che col buio non si veda.
- Ripeti con me: "G I U L... " - inizio.
- Sì, sì va bene GIULIA - dice facendomi il verso, facendo roteare gli occhi - Ma ora dormi, che domani hai da lavorare. -
Sospiro.
- Già - replico, voltandomi di nuovo. - 'Notte Newt - dico allora.
- 'Notte Giulia - risponde lui.
Sento il suo respiro caldo sul collo, ultima piacevole sensazione che sento prima di addormentarmi.Mi sveglio.
Apro gli occhi lentamente.
Una debole luce solare entra dalla finestra.
È mattina.
O meglio, dev'essere circa l'alba.
Guardo l'orologio: sono le 5:10.
Decido di alzarmi, devo incontrare Minho alle 5:30.
Sospiro piano.
Almeno mi sono riposata abbastanza.
Sento un braccio di Newt appoggiato sul fianco, mentre l'altro è proprio sotto al mio collo.
Dobbiamo esserci spostati involontariamente durante la notte, mettendoci nella stessa posizione dell'ultima volta che abbiamo dormito insieme.
Arrossisco involontariamente.
Non so come spostarmi senza svegliarlo.
Faccio qualche movimento verso il bordo, iniziando a scivolare fuori dalle sue braccia.
Lui deve essere ancora addormentato, perché emette un basso grugnito nel sonno e mi attira di più a sé, stringendo leggermente la presa delle braccia.
Se possibile, divento ancora più rossa.
Così non si va avanti.
Mi rigiro lentamente tra le sue braccia.
Il suo viso è rilassato e disteso, sembra quasi un bambino.
Non sembra più lo scontroso vicecapo della Radura.
Sembra il ragazzo che dovrebbe essere alla sua età.
- Newt... - sussurro.
Nessuna risposta.
Gli appoggio una mano sul braccio e glielo scuoto leggermente.
Un mugolio di protesta.
- Newt svegliati - dico con voce più ferma.
Lentamente, apre gli occhi.
Mi guarda con un'espressione confusa, ancora mezza addormentata.
- Devo andare - dico al ragazzo.
Lui annuisce.
- Mi faresti il favore di mollarmi? - chiedo accennando a una lieve risata.
Lui sbatte le palpebre, lanciando poi un'occhiata alle sue braccia.
Mi sembra quasi di vederlo arrossire lievemente.
- Sì... si certo - borbotta, mentre ritira le braccia lungo i fianchi.
Mi siedo sul bordo del letto e mi alzo in piedi.
Mi sgranchisco un po', e mi dirigo verso la porta.
- Stai attenta, ok? - chiede una voce alle mie spalle.
Mi volto per metà verso Newt.
È disteso su un lato, rivolto verso di me.
Sorrido leggermente.
- Lo sai che non lo farò. - replico.
Anche lui sembra ricordarsi di quella frase, quel rapido scambio di battute nelle Faccemorte, quando ci stavamo preparando ad attaccare il Dolente, e mi rivolge un leggero sorriso.
E mi fa sciogliere.
Ha un sorriso davvero bello.
Il suo viso cambia completamente quando sorride: le rughe di preoccupazione svaniscono, lasciando spazio a muscoli rilassati e tranquilli.
- E poi, sono con Minho - aggiungo.
- Come se questo potesse rassicurarmi in qualche modo - replica.
Ridacchio leggermente.
- A questa sera, Newt - lo saluto allora.
Lui sembra tornare all'espressione preoccupata e pensierosa di sempre.
- A questa sera - risponde incerto.
Poi esco dalla stanza, chiudo la porta, e mi dirigo verso la Stanza delle Mappe.Raggiungo il piccolo edificio, trovando Minho proprio davanti alla porta.
- Sei in ritardo - mi dice a mo' di saluto.
Guardo l'orologio.
- Sono le 5:31! - ribatto.
Lui riduce gli occhi a due fessure.
- Un minuto in più nel Labirinto e potresti non uscirci più. - replica.
Sbuffo facendo roteare gli occhi.
- Sì, sì, sarò più puntuale. Ma non è stata colpa mia se... - inizio.
Mi interrompo a metà frase, sentendo il colore affluirmi alle guance ma cercando di cacciarlo via.
Non voglio che Minho sappia che sono arrivata in ritardo perché non riuscivo a spostare Newt.
O meglio, non voglio semplicemente che sappia che ho dormito, addirittura due volte, con Newt.
Probabilmente penserebbe male.
Lui inarca un sopracciglio, con un sorrisetto malizioso sulle labbra.
- Ah no? E di chi? - chiede.
Distolgo lo sguardo.
- Andiamo a correre e facciamola finita. - sbotto.
Lui ridacchia ma non ribatte, ed entra nella Stanza delle Mappe.
Lo seguo dentro, e ci fermiamo davanti al grande tavolo con le mappe impilate ordinatamente.
- Allora Giu, oggi andremo nella Sezione 8. - inizia Minho appoggiandosi al tavolo. - Questa volta voglio che faccia tutto tu, io controllerò solo che non ti dimentichi qualcosa. - dice.
- Ci proverò. - dico io.
Minho mi lancia una lunga occhiata, quasi dura.
- Tu non ci proverai. Tu ci riuscirai. Ti voglio vedere convinta, se devo mandarti nel fottuto Labirinto ogni giorno d'ora in poi. - replica.
- Ce la farò. - rispondo allora.
Il suo sguardo rimane fermo.
- Bene così. Prendi la tua roba e partiamo. - dice afferrando il suo zaino e buttandoselo in spalla. - Ti aspetto davanti alla Porta Occidentale. -
Annuisco.
Il ragazzo esce dall'edificio, mentre io prendo lo zaino e mi infilo le scarpe da ginnastica.
Mi faccio una coda stretta, e prendo un profondo respiro.
Poi esco anch'io, e mi dirigo verso le Cucine.

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L'Errore
FanfictionGiulia. Il suo nome, questo è tutto ciò che sa di sé, oltre al fatto di essere particolarmente testarda. Cosa succederà quando la prima ragazza arriverà alla Radura? Naturalmente, come se la situazione non fosse già abbastanza disastrosa, si introme...