Capitolo 44

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Angolo autrice

Heyy mi scuso
1) in anticipo per il capitolo piuttosto corto
2) in ritardo per i giorni che vi ho fatto aspettare🙈
Detto questo, spero sia valsa l'attesa😅 Buona lettura!❤

Quando questa mattina mi sono svegliata, ero di buonumore.
Ero praticamente stesa addosso a Newt, perciò non so come facesse a respirare, ma sembrava dormire tranquillo, e così lo ero anch'io. 
Ma poi, mentre oggi correvo nel Labirinto, è tornata quella brutta sensazione di ieri.
Non so cosa mi prenda.
Anche il solo fatto che le cose tra me e Newt stiano andando bene è sospetto. Forse mi sto solo facendo paranoie, mi sono detta più volte. Ma non riesco a crederci veramente. C'è qualcosa di strano nell'aria.
È tutto quello a cui riesco a pensare, mentre invece dovrei stare a mappare concentrata insieme agli altri nella Stanza delle Mappe.
- Giu? - mi richiama qualcuno.
Mi riscuoto, e alzo la testa.
- Uhm? - chiedo.
- Che caspio stai facendo? - dice Minho alla mia destra, guardando stranito lì dove sto scrivendo la mappa di oggi.
Abbasso gli occhi, e guardo stupita la mia matita puntata sul tavolo, dove ho scritto una parte della mappa di oggi.
- Porca sploff - borbotto tra me e me.
- Che ti prende? - chiede Minho. 
- Niente - mugugno. 
Lui mi lancia un'occhiata poco convinta.
- Ti vedo distratta in questi giorni. Sei più strana del solito. - replica.
Io sospiro.
- Senti, è solo che ho una brutta sensazione, tutto qui. - dico io.
Lui aggrotta le sopracciglia, facendosi più serio.
- In che senso? - ribatte.
Faccio roteare gli occhi.
- In nessun senso, Minho. Probabilmente è solo una mia paranoia. Lasciamo stare, e non torniamo più sull'argomento. - sbotto.
Lui mi guarda per alcuni secondi, poi torna a lavorare sulla sua mappa senza dire una parola. Io prendo un profondo respiro, e lo imito. 

Usciamo dalla Stanza delle Mappe, e ci dirigiamo verso le Cucine.
Grazie al cielo, Minho non è effettivamente tornato sull'argomento. 
Devo essere stata piuttosto convincente.
Scorgo in lontananza un alto ragazzo biondo che ci sta aspettando, che naturalmente riconosco subito come Newt.
- 'Sera teste di sploff - ci dice a mo' di saluto.
Inarco in sopracciglio, divertita. Newt fa roteare gli occhi.
Minho ci lancia alcune lunghe occhiate, vedo un lato delle sue labbra alzarsi, ma non apre bocca.
Andiamo a prendere la nostra cena, e ci sediamo a uno dei tavoli liberi.
Minho inizia a ingozzarsi, naturalmente, mentre io e Newt mangiamo più civilmente di fronte a lui.
- Allora, quando pensavate di dirmelo, rincaspiati del cacchio? - dice Minho con nonchalance tra un boccone e l'altro. 
Newt inarca un sopracciglio. 
- Di che parli? - replica.
Minho ingoia un grosso boccone.
- Che siete fidanzati, pive del cavolo - replica come se nulla fosse.
Per poco non mi strozzo con l'acqua che stavo bevendo.
Newt mi lancia un'occhiata di lato.
"Come cacchio fa a saperlo?" è la chiara domanda muta che passa fra di noi.
Minho sfoggia un largo sorrisetto.
- Allora ci ho azzeccato, eh? - dice alzando le sopracciglia.
Guardo in direzione di Newt, in cerca di un qualche aiuto.
Lui mi risponde con lo stesso sguardo, per poi sospirare.
- Ma mi darai mai pace, tu? - sbotta.
Minho inarca un sopracciglio. 
- Questo mai - replica - E non cambiare argomento. Allora, da quand'è che state insieme? - chiede, come una ragazzina a cui piace fare gossip.
- Come... come fai a saperlo? - balbetto dopo un lungo silenzio. 
Newt mi lancia una lunga occhiata.
Minho scrolla le spalle.
- È solo grazie al mio incredibile intuito - replica con la solita vagonata di modestia - Eddai pive, siete sempre insieme, neanche vi avessero incollato. Era ovvio. -
Io faccio roteare gli occhi, sperando che il rossore stia iniziando a svanire.
- Non è niente di ufficiale - ribatte Newt.
Gli lancio un'occhiata. 
- Ah no? - replico, noto con un certo disgusto quanto suoni patetica e delusa la mia stessa voce.
Lui si guarda intorno come se volesse scappare.
- Uh uh è proprio come una di quelle soap opera che avrei sempre voluto vedere - sento Minho commentare.
Pur di non guardarmi, Newt lancia un'occhiataccia a Minho.
Anch'io distolgo lo sguardo.
- Beh insomma sempre che... tu non voglia renderlo ufficiale - dice a un tratto.
Guardo Newt con la coda dell'occhio. Ha un sorriso incerto sulle labbra.
Sento anche le mie piegarsi in un sorriso.
- Ci sto - ribatto.
Lui si allunga verso di me a lasciarmi un veloce bacio sulle labbra. Ok, ammetto che rimango piuttosto spiazzata, non me lo sarei aspettato... è la prima volta che ci baciamo in pubblico. Forse dovrei sentirmi in imbarazzo. Me ne frego altamente.
È bellissimo, come sempre, anche se dura meno del previsto.
Ci allontaniamo, notando Minho che ci guarda con un sorrisetto compiaciuto, e mezza Radura che ci fissa in preda allo stupore più totale.
- Bene, ora è ufficiale - dice Newt, voltandosi verso Minho.
Io finisco con l'arrossire leggermente.
Minho ridacchia.
- Bene così. Perché se... - inizia, ma viene interrotto.
Un rumore assordante invade tutta la Radura, come una sirena.
Me la ricordo, questa sirena.
È la Scatola.
Oh merda. 
Tutti i ragazzi scattano sull'attenti, a guardarsi intorno allarmati.
- Cosa caspio vogliono, adesso? - sbotta Newt.
Gli lancio un'occhiata.
- Quei pezzi di merda non hanno mai pace - grugnisce Minho alzandosi in piedi -Andiamo a vedere - 
Newt si alza, io lo imito.
Anche gli altri ragazzi si stanno alzando.
Mentre ci dirigiamo in fretta verso la Scatola, guardo Newt con la coda dell'occhio. 
È teso e preoccupato, più del solito, nonostante cerchi di non darlo a vedere.
Lui mi risponde con la stessa occhiata, non dice niente. Avvicino la mia mano alla sua, sentendola reagire immediatamente, come se non stesse aspettando altro, intrecciando le sue dita con le mie.
Sospiro. Ho il presentimento che non ci aspetta niente di buono. I battiti del mio cuore stanno accelerando.
Raggiungiamo la Scatola, dove Alby sta già smanettando con l'apertura. 
Tutti i ragazzi si sono radunati attorno, e sono così agitati e interessati a quello che sta succedendo, che non si accorgono nemmeno del nostro arrivo.
- Vado ad aiutarlo - dice Newt, lasciandomi la mano e affiancando Alby.
Quando la aprono, Alby si fa cadere all'interno. 
Per parecchi attimi, c'è uno strano silenzio.
- Allora, che c'è dentro? - chiede Newt, piegato verso l'interno. 
Nessuna risposta.
- Ma ci senti, pive del caspio? - aggiunge Minho, accanto a lui. 
Alby risale, sta stringendo qualcosa in pugno.
L'espressione è tesa più di quella dell'amico.
- Cos'è? - chiede di nuovo Newt, avvicinandoglisi.
Alby alza gli occhi da terra, puntandoli su di me. Il suo sguardo è gelido come sempre, ma ha un che di vuoto, assente.
Io non dico nulla, come paralizzata.
Come avevo previsto, niente di buono.
E c'entro io. Come sempre. 
Guarda verso Newt.
- Occupatene tu. Per una volta, non voglio averci niente a che fare. - sibila, passando a Newt qualunque cosa abbia in mano.
Poi si volta, guardando tutti i presenti.
- Sparite, pive del cacchio - sbotta.
Nessuno si muove, tutti i Radurai parlano fitto tra loro, nell'aria si sentono domande di vario genere.
Io, però, ho lo sguardo fisso su Newt.
Quello che ha in mano è un pezzetto di carta, che ora sta distendendo dopo che Alby lo ha accartocciato.
- HO DETTO. SPARITE. - grugnisce.
Il suo tono è piuttosto convincente, perciò i ragazzi iniziano a scemare, sempre chiacchierando tra loro.
Alby lancia un'occhiata fredda a Newt, che intanto sta leggendo il biglietto, poi segue gli altri.
Guardo il biondino, iniziando a preoccuparmi. La sua espressione è ormai come un libro aperto per me. Sopracciglia aggrottate, muscoli tesi, mascella contratta: brutte notizie.
Fottutamente brutte.
Dopo qualche passo incerto, lo raggiungo, arrivandogli davanti.
- Cosa c'è scritto? - chiedo.
Lui alza gli occhi dal foglio, incontrando i miei.
Non dice nulla.
- Newt, che caspio c'è scritto - ripeto.
Lui, dopo qualche attimo di esitazione, mi passa il foglietto.
Su di esso ci sono scritte poche righe in una grafia a malapena leggibile.

Consegnate la ragazza. O uccideremo gli altri uno ad uno, finché non saranno tutti morti. Vi diamo tre giorni. La scelta è tua, Giulia.

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