Capitolo 28

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Mi sveglio di soprassalto, quando sento la leggera pressione di una mano appoggiata sulla mia bocca.
Apro gli occhi, già pronta a pestare chiunque si sia avvicinato.
Aggrotto le sopracciglia.
Minho accenna a un sorrisetto divertito.
Poi si appoggia l'indice sulle labbra, indicandomi di fare silenzio.
Annuisco ancora confusa, e Minho sposta la mano.
Mi alzo in piedi.
Minho mi fa cenno di seguirlo.
Lo guardo interrogativa, ma lo faccio lo stesso.
Alla mattina non ho voglia di discutere.
Camminiamo in fretta ma silenziosamente, cercando di non svegliare i ragazzi addormentati in giro per la Radura.
Capisco presto dove stiamo andando: ci fermiamo davanti alla Stanza delle Mappe.
Ho sempre voluto entrarci.
Caspio, non vedo l'ora.
Tira fuori una chiave e la infila nella serratura.
Apre la porta e mi fa segno di entrare.
Entro nell'edificio subito dopo Minho.
Il ragazzo chiude la porta dietro di sé.
Non si vede un caspio.
Minho accende la luce.
Ah, grazie al cielo.
Mi guardo intorno: è una piccola stanza, con un grande tavolo quadrato al centro, sopra il quale sono appoggiate pile di scartoffie.
Ad ogni angolo della stanza ci sono due bauli di legno.
- Benvenuta nella Stanza delle Mappe - dice Minho con aria fiera.
Mi avvicino al tavolo.
Guardo il primo foglio, sopra alla pila più alta.
Ci sono tracciate sopra delle linee scritte a matita, tutte unite... in alto c'è scritto "Sezione 9- giorno 705".
- Sono le mappe del Labirinto? - deduco.
Minho si appoggia al tavolo accanto a me.
- Esatto, Giu - risponde.
Mi volto a guardarlo con un sopracciglio alzato.
- "Giu"? - chiedo.
Minho scrolla le spalle con un sorrisetto.
- Mi sono annoiato di chiamarti "Fagio" - dice semplicemente.
Poi torna serio.
- Allora, questa è una mappa di parecchi giorni fa, ed è anche di un'altra Sezione. Però, ora ti cerco quella di ieri della 6, se la trovo... - dice iniziando a frugare con insolita calma e premura tra le mappe impilate su un lato del tavolo.
Ne sfila una.
- Ah! Eccola - dice. Poi me la passa.
Sopra a questa c'è scritto:
"Sezione 6- giorno 740"
Le linee sono differenti, ma talmente simili da essere facilmente confondibili.
- E a cosa serve esattamente mappare il Labirinto? Nel senso... avete avuto qualche sviluppo? - chiedo.
Minho scrolla le spalle - Non lo so. A esser onesti, non sappiamo nemmeno cosa stiamo cercando. L'uscita non comparirà così, alla caspio. Possiamo semplicemente continuare a correre e memorizzare. Confrontare un giorno con l'altro, una settimana con l'altra, un mese con l'altro, sperando che cambi qualcosa. - dice con tono affranto.
- Ma non potete mollare - dico io con un tono che vorrebbe essere incoraggiante.
Minho mi guarda.
- No, non possiamo mollare. - dice - E Giu, anche tu non potrai mollare. Fai parte dei nostri. -
Sorrido lievemente, e annuisco.
- Bene così. Tutto quello che devo dirti te lo dirò dopo, nel Labirinto. Ora occupiamoci del tuo "equipaggiamento" - dice prendendomi di mano la mappa e rimettendola al suo posto.
Raggiunge uno dei bauli e lo spalanca.
- Che numero hai di piede? - chiede.
Sto per rispondergli che non ne ho idea, che se non so nemmeno la mia età come posso sapere che numero ho... poi un numero mi affiora alla mente.
- 39 - dico con una strana sicurezza.
- Che piedino da principessa - dice sarcastico ridacchiando.
- Mai detto di esserlo, o sbaglio? - replico ridendo anch'io.
- Non sbagli - ribatte continuando a frugare nel baule.
Poi si volta e mi passa un paio di scarpe da ginnastica.
Sembrano nuove, senza traccia di sporcizia in questo posto ammuffito e vecchio.
Mi sfilo le mie, delle semplici scarpe marroncine piuttosto scomode, e mi infilo quelle che mi ha dato Minho.
Sono estremamente comode, di cuoio morbido, perfette per correre.
Mi passa anche uno zaino.
- Qua ci metteremo il pranzo che prenderemo dalle Cucine fra poco. - mi spiega.
Annuisco.
Minho poi sbuca di nuovo dal baule.
Mi porge un piccolo oggetto: è un orologio bianco digitale, semplicissimo.
Ma è pur sempre un orologio.
Non ho visto nessun'altro, tranne Alby, Newt e Minho, portarne uno.
- Solo i Velocisti e i due capi hanno uno di questi gioiellini. A noi Velocisti servono per sapere quando dobbiamo tornare alla Radura. - mi dice Minho, mentre mi allaccio quel prezioso arnese al polso.
- Serve altro? - chiedo.
Minho annuisce, chiudendo il baule.
- Armi - risponde.
In effetti, la cosa ha senso.
Se dobbiamo farci una cacchio di passeggiata con i Dolenti, voglio essere abbastanza ben difesa da quei fottuti mostri.
Mi dà un coltello, preso in un'altro dei bauli.
- Bene. Direi che sei a posto. - dice chiudendo il baule.
Si mette il suo zaino in spalla.
- Alle Cucine! - dice sorridendo allegramente.
Faccio roteare gli occhi, e lo seguo fuori dalla Stanza delle Mappe.

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