Abbiamo lasciato Thomas più o meno mezz'ora fa, nella foresta.
Stiamo andando a raggiungere gli altri, che dovrebbero essere appostati insieme ai membri del Braccio Destro. Ora siamo solo io e Newt.... E Lawrence, che cammina in testa, a farci strada. Proseguiamo in fila indiana, le foglie calpestate dalle suole delle nostre scarpe l'unico rumore nell'aria.
Io sono in fondo alla coda.
I miei occhi sono fissi davanti a me, sulla schiena di Newt, anche se la mente è altrove.
Lui solleva un ramo troppo basso per passarci sotto. Lo tiene alzato ancora qualche secondo, finché non passo anch'io, tutto questo senza rivolgermi la parola o almeno un'occhiata.
Mi chiedo quasi se se ne sia accorto, o se lo abbia fatto per abitudine.
Cacchio, quanto vorrei che questa situazione di sploff migliorasse.
È una tortura per me stargli accanto e non avere nemmeno il coraggio di provare a parlargli. A spiegarmi.
Ho troppa paura. Piuttosto che un'altra discussione come l'ultima, preferisco questo momento di stallo, in cui a malapena ci guardiamo.
Ci fermiamo.
Mi sporgo a guardare oltre la spalla di Newt, a fatica, e vedo una porta grigia.
Siamo davanti a un'entrata secondaria della C.A.T.T.I.V.O., immagino.
Lawrence batte quattro volte veloce e due lento. Come immaginavo, era una sorta di codice, e la porta viene aperta da un uomo dalla corporatura robusta, poco più basso di Lawrence.
- Vince, questi sono altri due amici di Thomas. - dice Lawrence, indicandoci.
L'uomo ci guarda storto, squadrandoci dalla testa ai piedi, ma non proprio con cattiveria. Forse solo con un pizzico di irritazione.
Poi annuisce.
- Vince, capo del Braccio Destro. - si presenta, poi ci fa cenno di entrare.
Lawrence si chiude la porta alle spalle.
- Quegli altri si sono rintanati in quel cacchio di stanzino, non vogliono uscire finché non torna Thomas. - ci dice Vince, indicandoci una porta chiusa sulla destra.
- Vado da loro. - dice Newt deciso.
- Anch'io. - aggiungo io.
Lui si volta per mezzo secondo a guardarmi, come se volesse dirmi qualcosa.
Poi torna a concentrarsi sulla porta davanti a sé, e la raggiunge.
Io lo seguo in silenzio.
Apre la porta.
È completamente buio all'interno.
- Pive del caspio, mi hanno detto che siete qua - sbotta Newt.
Sento qualcosa muoversi.
- Cosa... - inizia una voce familiare.
Poi, Minho appare proprio di fronte a Newt.
E sgrana gli occhi, fissando il suo migliore amico.
Per alcuni secondi rimangono semplicemente in silenzio, a guardarsi.
- Sono ubriaco sfatto o cosa? - chiede a un tratto, completamente sbalordito.
Rimangono alcuni secondi di nuovo in silenzio, a osservarsi.
Poi, fa una cosa che non mi sarei aspettata da uno come lui.
Lo abbraccia, stringendolo forte.
Newt ricambia la stretta, con visibile sollievo.
- Non sai quanto cacchio mi sia mancata la tua fottuta fogna, testa di caspio - dice sospirando.
qualche secondo si sciolgono dall'abbraccio.
Minho sembra ancora piuttosto confuso.
- Alla fine hai deciso di venire con noi? Ma come cacchio hai fatto a trovarci? E tutto quel casino che hai fatto al Palazzo, perché cacchio ora... - inizia.
- È un cacchio di casino, da spiegare. - dice Newt - Ti basta sapere che sono Immune anch'io? - chiede.
Se possibile, Minho sembra ancora più sollevato ma allo stesso tempo più stupito di prima.
- Come... - inizia, poi si interrompe, facendo cadere lo sguardo su di me, puramente per caso.
Sembra essersi appena accorto della mia presenza. Sgrana gli occhi, di nuovo.
Ogni minuto che passa sembra diventare sempre più stranito.
- Giulia? - chiede, senza parole.
Io lancio uno sguardo di lato, sfuggendo al suo.
- Hey - rispondo incerta.
Lui rimane in silenzio per un po', come se in attesa che il suo cervello processi le nuove informazioni.
- Dove diavolo sei stata tutto questo tempo? - chiede, ora la sua voce è dura.
Mi volto verso di lui. Il suo sguardo è diventato freddo, all'improvviso.
Io sospiro. Ormai sono abituata a questo genere di sguardi.
- È un cacchio di casino da spiegare - mormoro.
Minho assottiglia lo sguardo, e mi fissa gelido.
Newt semplicemente non mi guarda, rimanendo di fronte a me con le braccia incrociate.
- Sentite, ragazzi, lo so cosa state pensando. - dico a un tratto, facendo un passo avanti e spezzando quel silenzio terribile - Credete che abbia tradito la vostra fiducia, e capisco che la mia presenza non sia esattamente... piacevole. - Minho sbuffa, in segno di assenso immagino - Almeno, potete dirmi una cosa? - chiedo.
Newt mi guarda con la coda dell'occhio.
- Che fine hanno fatto... Alby, per esempio... o George... - inizio.
Poi mi interrompo.
Le loro espressioni riescono a trasmettere più di mille parole.
Io guardo a terra, cercando di cacciare giù le lacrime che mi bruciano agli angoli degli occhi.
Lo immaginavo.
Non li avevo visti, quando avevo guardato attraverso la porta alla C.A.T.T.I.V.O.
- Ok - sussurro.
Non incrocio più gli sguardi degli altri due. Mi volto e vado a sedermi in un angolo.
Ci sono altri ragazzi, sparsi per lo stanzino.
Newt e Minho vanno a sedersi altrove, iniziando subito a parlare fitto.
In effetti, c'è molto da raccontare.
- E tu chi sei? - chiede a un tratto una voce maschile piuttosto riconoscibile.
Mi volto, verso il ragazzo alla mia destra che ha parlato.
- Fry, da quanto tempo - dico sforzandomi di sorridere lievemente, sinceramente felice di vederlo.
Almeno il buon vecchio cuoco della Radura è ancora in piedi. È un po' messo male, come tutti del resto, ma è pur sempre vivo.
- Giulia? - chiede sbalordito.
Io ridacchio leggermente, ma è una risata tesa.
- Sai, è da un po' che questa... - dico indicando la faccia di Frypan -... è la principale reazione al mio arrivo. -
Lui si riscuote.
- Sì, scusa pive, ma pensavamo che fossi morta, senza offesa. - dice grattandosi la testa confuso.
Sotto sotto, però, sembra felice di vedermi.
Scrollo le spalle.
- Sì, beh, non è che sto proprio alla grande, ma si sopravvive - replico.
Lui annuisce, facendosi serio.
- E da dove spunti, esattamente? - chiede.
Faccio roteare gli occhi.
- Se ti dico che è una storia lunga mi obblighi a raccontarla? - chiedo sospirando.
- Nah - ribatte l'altro.
Rimaniamo in silenzio per alcuni secondi.
- Allora, cos'è che stiamo aspettando, esattamente? - chiedo poi.
Lui scrolla le spalle.
- Finché non vediamo quel rincaspiato di Thomas apparire a quella cacchio di porta, non ci muoviamo. Idea di Minho, che noi approviamo. - dice indicando la porta da cui sono entrata anch'io. - Non ci fidiamo di questo "Braccio Destro". Ma ci fidiamo di Thomas. -
Annuisco, anche se leggermente stupita. Questo Thomas deve aver fatto qualcosa di assolutamente incredibile per aver ottenuto tutta questa fiducia. Soprattutto, mi stupisce che Minho si lasci condizionare così tanto dalle scelte di questo ragazzo. Chissà come, devono aver legato molto.
Beh, ora posso solo aspettare.
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L'Errore
FanfictionGiulia. Il suo nome, questo è tutto ciò che sa di sé, oltre al fatto di essere particolarmente testarda. Cosa succederà quando la prima ragazza arriverà alla Radura? Naturalmente, come se la situazione non fosse già abbastanza disastrosa, si introme...