Dopo pochi minuti, si è già formata una coda interminabile davanti al bancone da dove George e Martin stanno distribuendo il cibo.
- Spostatevi, rincaspiati del cacchio - sbotta un'incazzata voce familiare.
Mi volto a guardare la fila.
Newt si sta facendo largo a forza di spintoni tra i Radurai, probabilmente saltando la coda con arroganza.
Sembra perfino più di cattivo umore di prima.
Ottimo.
Proprio mentre stavo decidendo che la cosa migliore sia evitarlo fino a quando non tornerà più trattabile, riesce ad uscire dalla fila, dirigendosi proprio verso di me.
Mi accorgo che stranamente non ha nessun piatto in mano, né alcun tipo di cibo.
Si butta a sedere di peso alla mia destra, facendo traballare la panca su cui siamo seduti.
Si appoggia sui gomiti sul tavolo, premendosi i palmi delle mani sulla faccia, e sbuffa rumorosamente.
- Che succede? - chiedo, quasi preoccupata.
Lui mi guarda con la coda dell'occhio.
A dispetto dello sguardo irritato che mi ero aspettata, me ne rivolge uno semplicemente carico di tensione e stanchezza.
- Ti interessa sul serio? - chiede con un sospiro, che lascia intendere quanto si aspetti una mia risposta negativa.
- Sì - rispondo sincera.
Aggrotta leggermente la fronte, guardandomi stranito, confermando la mia ipotesi precedente.
- Bah - borbotta spostando le mani dal viso, lasciandole cadere sul tavolo - Nulla che ti interessi, Fagio -
- C'entra l'Adunanza? - chiedo.
Lui mi guarda sgranando leggermente gli occhi.
- Beh, veramente penso che possa interessarmi, dato che avete parlato di me - aggiungo con stizza.
Lui sembra sempre più stranito.
Poi sbuffa di nuovo.
- La smetterai mai di tormentarmi? - chiede esasperato.
- Veramente sei tu che sei venuto qua da me, già di umore nero, sapendo che avrei potuto solo peggiorartelo - ribatto.
Lui fa una leggerissima risata tesa.
Beh, è pur sempre una risata.
Meglio che niente.
- Non hai tutti i torti - replica.
Rimaniamo un po' in silenzio, e colgo l'occasione per mangiare qualche pezzo di carne.
Ha l'aspetto di un mattone, e il gusto non è di certo molto differente.
Ma almeno non è velenosa.
Spero.
Lui ha lo sguardo fisso davanti a sé, perso nei sui pensieri.
- Allora, perché sei così teso? - chiedo.
Newt sembra quasi risvegliarsi da un sogno.
Si volta a guardarmi, e sospira.
- Abbiamo discusso per ore - inizia - E si, abbiamo parlato di te. Il tuo arrivo non era previsto. Ha scombussolato tutto, cacchio. Non dovresti essere qui. - dice guardandomi a lungo.
Faccio roteare gli occhi.
- Sì, sì, è veramente bello sentirsi così benvoluti. Non mi stai dicendo niente che già non sappia. - mugugno.
- Tutti i ragazzi sono fottutamente sovraeccitati. Noi Intendenti siamo solo in piena crisi isterica. - continua come se non avessi detto nulla - Sei arrivata senza alcun preavviso. Senza alcun cacchio di motivo apparente. Ci stiamo scervellando per capire cosa caspio stia a significare. - dice.
Improvvisamente, il tavolo traballa quando un ragazzo si accascia sulla panca dalla parte opposta del tavolo.
È il ragazzo che abbiamo incontrato prima, Minho, l'Intendente dei Velocisti.
- E così finalmente ci conosciamo - dice appoggiando sul ripiano un piatto di carne, rivolgendomi un sorriso - Prima non credo di essermi presentato a dovere. -
Si sporge leggermente in avanti, schiarendosi la gola.
Inarco un sopracciglio.
- Minho, Intendente dei Velocisti, il più sexy di tutti i Radurai, il... - inizia gonfiando il petto.
- ...supremo re dell'egocentrismo - conclude Newt con un grugnito.
L'altro sbuffa, mentre io ridacchio.
- Sempre a rovinare le mie frasi ad effetto, rincaspiato del cacchio. - brontola, mentre inizia ad ingozzarsi.
Il pive sembra simpatico, anche se per questa volta devo dare ragione a Newt: dà sfoggio di un ego degno di nota.
- Allora, cos'è che fa esattamente un Velocista? - chiedo.
L'altro si ferma con la forchetta a mezz'aria.
Il suo sguardo passa da me a Newt, per poi tornare in fretta verso di me.
Ma ormai ho visto con la coda dell'occhio il rapido ma quasi invisibile movimento del capo di Newt, un chiaro segno negativo.
- Vi ho visti, spero che lo sappiate. Non sono completamente rincaspiata. - sbotto.
Minho alza le sopracciglia in un'espressione stupita.
- Inizia già a parlare come noi, la Fagiolina - dice.
- Già, anche se preferirei che semplicemente non parlasse - mugugna Newt accanto a me.
Faccio roteare gli occhi.
- Non cambiate argomento - replico.
- Chi caspio sei tu per darci ordini? - ribatte Minho inarcando un sopracciglio.
- Oh, scoprirai presto che è una delle sue attività preferite - borbotta quell'altro.
Gli dò una gomitata nel fianco, senza troppa forza.
Lo sento sussultare per la sorpresa.
Poi volta di scatto la testa verso di me, lanciandomi un'occhiataccia.
Sostengo il suo sguardo, finché lui non sospira con fare esasperato alzando gli occhi al cielo e torna a guardare Minho.
- Evidentemente una di queste è anche usare inutilmente la violenza - dice.
L'altro ridacchia, passando più volte lo sguardo da me a Newt con uno strano sorrisetto.
- Che cacchio hai da guardare? - chiede Newt scocciato.
Il sorriso di Minho si allarga.
- Nulla - dice scrollando le spalle, senza cancellare quel suo stupido sorriso.
Io e Newt ci scambiamo una rapida occhiata.
Lui scrolla le spalle con fare indifferente alla mia domanda non detta.
Continuiamo a mangiare mentre ascolto con poco interesse gli aneddoti raccontati da Minho.

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L'Errore
FanfictionGiulia. Il suo nome, questo è tutto ciò che sa di sé, oltre al fatto di essere particolarmente testarda. Cosa succederà quando la prima ragazza arriverà alla Radura? Naturalmente, come se la situazione non fosse già abbastanza disastrosa, si introme...